venerdì 23 dicembre 2016

Logica

Qualunque scienza ha alla base alcuni elementi di logica, spesso traducibili come coerenza interna di un ragionamento.
Personalmente, non so una cippalippa di economia. Ho giusto in mente alcuni vaghi e confusi concetti.
Ogni tanto rifletto lo stesso.
Il mondo all'interno del quale viviamo si basa sul capitalismo, il cui assunto di base è estremizzato nel famoso consumismo, ben riassunto dal "produci-consuma-crepa".
L'essere umano deve produrre ricchezza/beni, poi è cortesemente pregato di spendere i soldi con i quali è stata retribuita la sua forza lavoro per acquistare tali beni, e a quel punto è stato sufficientemente utile al sistema da poter essere congedato.
Apparentemente è perfetto, ma ultimamente pare sia stato segnalato un piccolo problemino di funzionamento interno: sembra manchino le risorse per attuare la seconda parte della triade.

giovedì 22 dicembre 2016

Distanze di sicurezza

La giusta scansione dei tempi al mattino riveste un ruolo centrale nel nostro risveglio. Come ogni macchina complessa, non ci mettiamo in moto con la sola accensione dell'interruttore, ma questa innesca una serie di operazioni che portano, successivamente, alla piena operatività. Dal clic all'esser funzionanti passa una quantità di tempo variabile da soggetto a soggetto, ed è fondamentale che ognuno si prenda quanto gli è necessario. Del resto, se si provano a fare delle operazioni su di un computer che non è ancora pronto, lo si impalla, è risaputo.
Doveroso, in tal senso, è che l'operazione di lavaggio dei denti non sia troppo a ridosso della colazione: del resto, è uno dei piaceri della vita consiste nel gustare il sapore del cibo in bocca dopo la fine del pasto, e allora perché privarsene? Supremo errore commette chi, appena finita la colazione, si reca in bagno per adoperare con veemenza lo spazzolino; bisogna infatti regalarsi qualche sacro e lento minuto di godimento papillare, senza fretta di uscir di casa per avventurarsi in una nuova giornata. Per questo occorre avere un minimo di tempo da poter gestire al mattino, onde evitare di ritrovarsi a fare tutto di corsa e quindi a rovinare gli incantevoli attimi che persino il lento e macchinoso risveglio può regalare.

mercoledì 21 dicembre 2016

Voglio fare uscendo

Siccome il Pensierino è da sempre contro la progressiva perdita d'identità della nostra lingua madre, l'espressione "fare outing" sarà su queste pagine sostituita da "fare uscendo".
Desidero pertanto fare uscendo riguardo ad un annoso problema: l'asse del cesso. Da sempre oggetto di diatriba tra uomini e donne, è assurto a paradigma della scarsa considerazione maschile nei confronti del gentil sesso: chi non ha mai subito una perforazione del timpano per gli strilli dovuti a uno scarso controllo della propria idropompa in fase di minzione, seguita da irrorazione del suddetto asse, lasciato abbassato contrariamente alle norme di prudenza e buona civiltà?
Dall'alto della propria atarassia, l'uomo non si è mai eccessivamente curato della questione, limitandosi a fare spallucce ed evitando il conflitto frontale con l'astioso nemico. Basta pulire, è la soluzione cui pensa.
Come spesso accade in questi casi, è da un episodio personale che si sviluppa una maggiore attenzione riguardo a una particolare tematica. Nel mio caso, mi è capitato di dovermi sedere sulla tazza (non volevo scrivere che dovevo fare la cacca, ma penso si sia capito) in occasione di un evento cui hanno partecipato molte persone. I bagni erano rigorosamente divisi e, devo dire, anche in uno stato decoroso, o almeno a prima vista. Una volta dentro, invece, il disastro più totale.
Per la prima volta mi son davvero ritrovato a chiedermi "è così difficile alzare l'asse quando si fa pipì, attesa la totale incapacità di centrare il buco?".
Ho subito controllato che non mi fossero spuntate le tette od organi genitali femminili, ma davvero ho capito la frustrazione di doversi per forza appoggiare a qualcosa di immensamente lurido e, soprattutto, lurido senza un vero motivo.
Non appena sono stato meglio comunque sono tornato nei bagni e ho innaffiato anche i muri, in modo da recuperare il tempo perduto.

martedì 20 dicembre 2016

Sicurezza & prevenzione

Viaggiare seguendo il navigatore equivale a ficcarsi un gigantesco preservativo sul cervello, con la certezza che nulla di tutto ciò che viviamo ci possa rimanere impresso.

lunedì 19 dicembre 2016

Benvenuti

L'Italia è quel meraviglioso Paese dove i partiti politici riscuotono il loro maggior tasso di gradimento mentre sono all'opposizione.
Immancabilmente, l'unico modo per distruggerli è portarli a governare e/o amministrare. Quindi, a ben vedere, quello dell'alternanza politica è un falso problema: si realizza da sola, senza bisogno di leggi che la incoraggino. Siamo così bravi e democratici da essere i primi ad aver prodotto gli effetti di una legge prima ancora della legge medesima.

sabato 10 dicembre 2016

Nuove frontiere

Assurdo che nei negozi di oggettistica erotica nessuno abbia mai pensato di commercializzare, a un prezzo ovviamente folle, i cotton fioc. Esiste forse qualcosa che provochi più piacere?

giovedì 8 dicembre 2016

Segreti

Custodire un segreto altrui presuppone una notevole quantità di fiducia da parte di chi lo affida. Il motivo per cui lo si trasmette, però, continua a rimanermi oscuro: si tratta della naturale estensione di un rapporto d'amicizia, in virtù della quale si desidera che una persona venga a conoscenza di alcune cose perché ci possa conoscere meglio, oppure è la necessità di condividere con qualcuno un fardello, sapendo che non si è soli a portarlo? Il fardello, oltretutto, non sarebbe neanche costituito dal segreto in sé, ma dalla difficoltà di non farne mai parola; allentare questo vincolo e trovare qualcuno con cui poterne magari discutere lo fa sentire meno opprimente, meno ingombrante, e quindi più vicino alla leggerezza di un fatto notorio conosciuto da tutti.
La terza opzione invece, come insegna Tyrion Lannister, è utilizzare diverse versioni di un medesimo fatto per scoprire chi ci è realmente amico.

martedì 6 dicembre 2016

Nostempìa

Inutile evidenziare un bisogno se poi non ci si attiva per porvi rimedio.
Ho coniato la parola che cercavo: nostempìa.

"Ciao, come stai? Hai l'aria abbattuta"
"Sai com'è, un po' di nostempìa"
"Ti capisco. Quando c'era Lui i treni partivano in orario"
"Non farmici pensare. Una fitta costante al cuore"
"Ti manca molto?"
"Sono un pendolare, quindi quotidianamente. Non passa giorno in cui io non dedichi almeno un commosso pensiero al ricordo del miglior amministratore delegato della storia delle ferrovie italiane: Luca Cordero di Montezemolo"

lunedì 5 dicembre 2016

Nuovi lemmi

Nostalgia di tempi mai vissuti.
Ecco cosa qual era il concetto che cercavo di sintetizzare un paio di settimane fa ma che poi mi era sfuggito di mente.
La nostalgia che si prova per un'epoca, pur essendo nati quando questa era già finita oppure senza averla potuta apprezzare a pieno perché troppo piccoli per comprenderla. Benché di primo acchito mi piaccia molto, è un concetto che porta con sé un velo di negatività, perché implica il non apprezzare il periodo nel quale si vive.
O tempora
o mores
Chissà se in latino esiste questa parola, visto che in qualche maniera il concetto l'hanno inventato loro.

domenica 4 dicembre 2016

Il mio voto è

...tuttavia, le parole contano. E pesano pure. Hanno pesato in negativo quelle spese dai sostenitori della riforma, o almeno così è stato per me. I giudizi che ho espresso ieri sono sufficienti per votare convintamente no, perché una riforma deve apportare un contributo migliorativo, altrimenti a cosa serve? Quindi l'onere della prova incombe su chi la propone: sono loro a dover dimostrare che corrisponda ad un bisogno, che possa svolgere una sua funzione ed efficacia. Purtroppo, non hanno soddisfatto neanche il più blando standard qualitativo richiesto.
Tapparsi occhi ed orecchie è stato però impossibile durante questo periodo di arzilla campagna elettorale, così ci è toccato assistere al salto mortale con triplo avvitamento carpiato di chi aveva sostenuto la riforma voluta dal governo nel 2006, quella sì in senso autoritario, e che adesso vota no, ci siamo dovuti sorbire le unghie sul vetro di chi cerca di salvare le sedie contro le quali si è scagliato per anni. Ci siamo trovati di fronte al vuoto pneumatico delle idee, al nulla più assoluto, all'inconsistenza fatta retorica e resa pubblica. Dinanzi a questo modo di far politica, quale può essere la risposta? Ruttare più forte? Produrre più meme? Sarebbe bastato il silenzio per non far vincere il sì al referendum: l'italiano è conservatore, ha paura dei grandi cambiamenti. Non lo fa di proposito, ma tendenzialmente si mobilita solo quando qualcuno vuole cambiare e lui improvvisamente si riscopre pasionario, idealista, identitario, attaccato a principi e valori che fino a dieci minuti prima non sapeva esistessero, anche perché sulla guida dei programmi tv non c'erano. Invece no, hanno deciso di strafare, si sono sentiti in dovere di esprimere la loro opinione e di renderla palese, mettendo in crisi chi pensava di poter risolvere il problema schierandosi contro una cosa sola. Come si fa a schierarsi contro le uniche due opzioni possibili?
Se vivessimo in un mondo ideale, dove si vota sempre e solo secondo i propri principi, non si porrebbe neanche il problema. A questo punto della mia vita, peraltro, posso anche dire di aver ogni volta votato secondo coscienza, senza mai cedere al giochino della minaccia, allo spauracchio dell'antagonista che rappresenta il male assoluto. Ci sono cascato davvero una sola volta, per le ultime presidenziali americane, dove però non votavo. Mi sarei schierato con un candidato da me non apprezzato pur di non far vincere l'altro, avrei ceduto alla tentazione di inserire una scorciatoia nel mio ragionamento, benché fossi a conoscenza della sua erroneità. La fallacia ad hominem è sempre in agguato e questa volta mi ha fatto suonare qualche campanello d'allarme. Possibile davvero trovarsi fianco a fianco con persone e ideologie (se così si possono definire) dalle quali ho sempre fatto l'impossibile per prendere le distanze?
C'è qualcosa di strano, di distorto in tutto ciò. In effetti è vero, le parole pesano. Pesano anche i nostri gesti, i nostri atti; per questo, a malincuore, ritengo che sia ingenuo recarsi alle urne nella convinzione che il nostro voto influenzi solamente l'esito della consultazione referendaria e, per l'effetto, l'approvazione o meno della riforma costituzionale ivi proposta. Fa molto di più, conferisce potere e legittimazione politica, è come se, silenziosamente, andassimo a ingrossare le fila di due eserciti contrapposti, l'uno contro l'altro finché non sarà scattata la foto ricordo, poi si scioglieranno le righe. La battaglia però sarà vinta dall'esercito che, a giudicare dalla foto, sembrava più numeroso, e poco importa se chi ne ingrossava i reparti se ne è prontamente allontanato. Ormai sono sulla foto.
Il terreno che calpestano coi loro piedi è quello minuziosamente scelto, quello del discredito altrui, che sostituisce l'offesa all'argomentazione, che invoca l'abbandono del raziocinio in favore di istinti triviali, che suona molto come un invito a farsi la cacca addosso quando scappa, senza aspettare di essere seduti sul cesso. Quanto vorrei esserne lontano anni luce, trovarmi tanto tempo fa in una galassia lontana lontana.
Lo scontro si giocherà con regole che non condivido, ma che una parte ha apparecchiato e che l'altra ha saputo prontamente rivolgere in proprio favore.
Non sono a mio agio, preda di troppe pulsioni contrastanti.
L'unica scelta che non mi concedo è quella di chiamarmi fuori, perché siamo tutti quanti chiamati a dire la nostra. Non tanto per l'importanza del quesito in sé, i cui effetti sono probabilmente sovrastimati, ma per quello che succederà dopo.
Ci tengo, in chiusura a fare una precisazione: non voglio in alcun modo essere accostato a nessuna delle due correnti. Ho fatto del mio meglio per smarcarmene, per arrivare a costruirmi un'idea personale che non dovesse riflettere quella di nessun altro. Non è un caso che sia riuscito a litigare più o meno con tutti, persone con le quali colgo l'occasione per scusarmi, visto che ho sicuramente esagerato con i toni. A questa domenica di voto seguiranno i giorni del trionfo per qualcuno e della sconfitta per qualcun altro, ma non vorrei che l'euforia e la mestizia cancellassero quanto di squallido impresso nelle pagine della nostra storia, e fossimo più consapevoli, a partire da lunedì mattina, prima che il gallo canti tre volte, che l'impegno per un sistema paese migliore passa da noi cittadini. Delegare al governante di turno il miglioramento di quello che ci circonda, pensando di poterlo piazzare lì e poi dimenticarsene fino alle successive elezioni, è quanto di più sbagliato possa accadere.

Certo bisogna farne di strada
da una ginnastica d'obbedienza
fino ad un gesto molto più umano
che ti dia il senso della violenza
però bisogna farne altrettanta 
per diventare così coglioni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni

Malgrado tutto, mentre voi leggete, io sarò già andato nel seggio e, ammantato di tristezza e afflizione, avrò votato sì.

sabato 3 dicembre 2016

Sulla riforma

Sono contrario alla riforma.
Lo dico chiaro e tondo, affinché lo si sappia. Trovo che l'intervento del legislatore sia stato poco rigoroso, foriero di dubbi, soggetto ad eccessive interpretazioni e soprattutto carente di quell'idea di definitività e autosufficienza che sono invece due requisiti imprescindibili.
Andiamo con ordine.
Il riformatore muove da premesse certo non nuove, che di sicuro non ha coniato e che ancor più certamente non hanno mai trovato particolare riscontro nella sua previa attività politica. Insomma, ha preso alcune idee di qua, altre di là e le ha fuse insieme. Il risparmio sui costi della politica è un principio ben condivisibile in astratto, sebbene debba essere obbligatoriamente sottoposto a una valutazione in concreto, pena il rischio di una deriva di stampo luddisto-grillina, che in nome di una non meglio identificata onestà mette a repentaglio alcuni cardini dell'ordinamento repubblicano, prima tra tutti l'indipendenza dei parlamentari. La velocizzazione dei tempi di approvazione delle leggi è un altro obiettivo auspicabile, peccato che sia anche qua necessario valutare quale interesse viene sacrificato sul suo altare; di norma, la si identifica nel principio di governabilità, che è spesso contrapposto a quello di rappresentatività. Più sono le persone coinvolte nel processo decisionale, più si allungano i tempi, si dice. Ne consegue che, riducendo il numero dei primi, si abbasserà di conseguenza il tempo del secondo, almeno stando a quanto si afferma.
Senza indagare oltre, mi sono posto una prima domanda: era possibile perseguire questi due obiettivi in maniera diversa, più rapida e meno costosa, anche se magari meno altisonante? In tutta onestà, la risposta mi pare che sia sì (ironia della sorte). Non lavorando nella Ragioneria dello Stato non ho conoscenza della contabilità e di tutte le voci di spesa, ma posso azzardare che, vista l'entità tutto sommato modesta della somma che si andrebbe a risparmiare, ci siano diversi altri settori, fra i quali la politica con il suo funzionamento, dove si possano recuperare, senza scomodare l'intero corpo elettorale per approvare o meno la decisione.  Quanto alla governabilità, mi torna in mente un episodio accaduto durante questa legislatura, che per qualche tempo occupò la cronaca politica nazionale: durante un dibattito sulla conversione di un decreto legge alla Camera (non vorrei commettere imprecisioni sulla circostanza, ma è comunque irrilevante), la Presidente decise di adottare uno strumento che non era, né lo è tuttora, previsto dal regolamento. Sgraffignandolo dal regolamento del Senato, applicò la cosiddetta ghigliottina e tagliò una serie di interventi sovrabbondanti, il cui unico intento era quello di dilatare all'infinito i tempi dei lavori per far saltare la conversione del decreto stesso, per andare direttamente alla votazione finale. Apriti cielo. Opposizioni che insorgono, invocazione del fascismo, quando non aveva fatto altro che servirsi di uno strumento perfettamente lecito nell'altro ramo del Parlamento ed estendibile per analogia alla Camera. Buffo, no? Allora mi chiedo, non è che forse si poteva intervenire su diversi livelli normativi, senza andare direttamente al più alto e complesso? Per inciso, segnalo che, laddove la riforma dovesse essere approvata, resterebbe in piedi come organo legislativo la sola Camera, che continuerebbe a non prevederla nel proprio regolamento.
Questi miei dubbi, che scaturiscono da riflessioni personali, sono sufficienti a farmi dubitare della validità della riforma. Seguirebbero altre obiezioni nel merito, come il diverso quorum sul referendum sottoscritto da 800.000 persone, ma dovrei scrivere per sei giorni di fila e risulterei pedante, quindi preferisco limitarmi a quanto segue.
I sostenitori della riforma ne hanno sbandierato gli effetti benefici come se fosse la penicillina, dimostrando ancora una volta quanto siano distanti dai problemi percepiti dalla popolazione: ce lo chiede l'Europa, ce lo chiedono le Banche, ce lo chiedono gli investitori stranieri, dinanzi ai quali si fa una riverenza e si cerca di accontentarli. L'umana carità m'induce a soprassedere su certe loro argomentazioni, che sono quanto mai ottimistiche e frutto di un affidamento sul futuro che sconfina nella credulità. Prese anche in blocco, per replicare alle loro tesi basterebbe chiedere da dove traggono il fondamento di tanta convinzione. Purtroppo per loro, benché lo scenario che dipingano sia incoraggiante e ingolosente, poggia su fragili basi, che si prestano ad un eccessivo numero di obiezioni. Tra le varie, sostengono che questa è un'occasione che non si ripresenterà più per molti anni a venire; in tutta onestà, stanti le premesse di cui sopra, non mi pare così assurdo ipotizzare che un futuro esecutivo possa portare avanti dei provvedimenti volti a perseguire i medesimi obiettivi di fondo, ma con diverse modalità.
Qualcuno ancora ha provato a fare una sorta di ragionamento dal futuro: ipotizzando che la riforma sia la realtà nella quale viviamo, votereste mai un cambiamento per portare le cose a come sono adesso? L'argomento, al quale riconosco una certa incisività, non mi pare però decisivo. Sulla base del testo proposto, lo scenario più verosimile mi pare quello che vede una serie infinita di interventi correttivi in corso d'opera, che una riforma costituzionale dovrebbe puntare perlomeno ad evitare, se non proprio a scongiurare del tutto.
Mentre scrivo mi rendo anche conto di come avrei forse dovuto strutturare in maniera più schematica il mio pensiero, eppure l'affastellarsi dei dubbi mi ha fatto seguire uno schema più caotico, dove sono andato di palo in frasca senza seguire un preciso ordine. Allora, torno a chiedermi, una riforma che mi fa sorgere più dubbi che certezze, è una riforma che merita di essere approvata? Per me no.
Sia chiaro, non ho la pretesa di convincere nessuno, né di ascrivermi a una qualche corrente di pensiero. Sono giunto a questa conclusione sulla base dopo aver analizzato articolo per articolo il testo sul quale andremo a votare, cercando il più possibile di non farmi influenzare da opinioni di parte. Ho dato la priorità alle argomentazioni di chi sostiene questo cambiamento, poiché ritengo che siano logicamente precedenti, e dopo averle lette non sono riuscito a convincermi della loro bontà.
Riconosco però un loro pregio: sono riusciti a compattare su unico fronte persone che probabilmente manco al fronte si schiererebbero l'una accanto all'altra.
Contesto modi e tempi di questa riforma, che mi pare ispirata più a manie di grandezza ed egocentrismo di chi l'ha scritta che a risolvere concreti bisogni del Paese.
La contesto con tutte le mie forze.
Tuttavia...

venerdì 2 dicembre 2016

Mea culpa

Non me lo so spiegare, ma è successo davvero. Per un errore da dilettante, ieri su Facebook ho linkato un pensierino diverso. Per la precisione, quello del giorno prima. L'altro, invece, ossia quello che sarebbe dovuto venir fuori ieri, è questo qua e l'ho già rilanciato, ma penso che nessuno se lo cagherà. Poco male, non è che avesse una funzione poi così cruciale nel destino dell'umanità; vero che anche lo sbatter d'ali d'una farfalla può causare un maremoto, tuttavia non voglio attribuirmi così tanta importanza.
Mi rendo conto, mentre scrivo, che diluendo il brodo di un giorno riuscirò a svelare la mia intenzione di voto proprio nel giorno esatto del referendum. Lo trovo commovente, quasi una coincidenza felice.
Anticipo solo una cosa, a questo riguardo: spero che nessuno voti per le mie stesse motivazioni. Ho l'auspicio, sincero, che chi esprima una preferenza lo faccia con tutt'altro spirito, mosso da maggior vigore nella propria decisione e magari persino da un'entusiastica adesione. Del resto, l'avevo anticipato qua: il mio voto sarà triste, sconsolato, disilluso, di chi sa che all'eventuale vittoria del proprio (tra molte virgolette) schieramento non corrisponderà la propria esultanza. In ogni caso, non ci sarà nulla da festeggiare.

giovedì 1 dicembre 2016

Intervallo

Intervallo
Sono ben consapevole del fatto che il mondo non possa vivere serenamente senza sapere come si concluderà la mia serie di pensierini sul referendum, cosa andrò a votare nel segreto dell'urna del 4 dicembre. Come al cinema, però, giunge il momento dell'intervallo, in cui la gente si alza, va in bagno, va rifornimento di pop corn e bibite gassate.
Mi sento vagamente come nella mitica saga "Il mistero del papero del mistero": nessuno capiva niente, menchemeno quelli che stavano 'recitando', ma gli spettatori erano presissimi.
Questo è il momento adatto per il classico intermezzo riempitivo, due frasette buttate lì da un aspirante comico che nessuno si caga, qualche sorriso di compassione che si spera lo invogli a levarsi dalle scatole così ricomincia lo spettacolo. Eccomi allora nei panni dell'intrattenitore, che con voce leggermente nervosa apostrofa gli astanti, fingendo di sentirsi perfettamente a proprio agio quando invece vorrebbe essere a casa sepolto sotto un metro abbondante di piumini.
Visti i tempi che corrono, il povero comico-cetriolo (ha la stessa funzione del cetriolino nel Big Mac: l'azienda lo mette, ma tutti lo tolgono e vorrebbero protestare affinché non ci fosse mai più) è in difficoltà persino sulle battute nazionalpopolari. Una volta bastava andare contro Berlusconi e sapevi che avresti attirato qualche risata, adesso devi per forza prendertela un po' con tutti, cercando di non scontentare nessuno. Guai a te se trascuri di fare ironia sul governo, c'è il concreto rischio di ritrovarsi orde di grillini pronte a spammarti il profilo di Facebook.
Il povero comico guarda nervosamente l'orologio, prega affinché possa correre più velocemente, perché le lancette lo liberino da quest'incubo, promette che tornerà a studiare come voleva la zia Gertrude oppure farà il maniscalco come voleva lo zio Sigismondo, ma lascerà questa vita di stenti emotivi e altrui deficit di attenzione.
Infine, non si sa bene come, è il momento di eclissarsi, di scomparire per sempre dalla vista di questi orribili mostri, sotto le mentite spoglie di innocui spettatori, erano invece lì per divorarsi la sua auto-stima.

mercoledì 30 novembre 2016

Fallacia ad hominem

Quando due persone dibattono, possono fare ricorso a tutta una serie di espedienti retorici per convincere chi assiste della bontà delle proprie ragioni. Non sempre, però, questi espedienti sono logicamente corretti, in quanto contengono un errore concettuale: il loro denominatore comune è quello di non affrontare il merito della questione, ma di accattivarsi la ragione su un altro terreno di scontro.
Uno dei più classici è la delegittimazione, detto anche argumentum ad hominem, attraverso il quale si scredita una tesi attaccando non la sua verità, bensì la persona che la pronuncia.
Sappiamo bene che il sole sorge ad Est (ed ogni giorno, come ci ha ricordato l'Abbronzato), ma se per assurdo volessimo contestare tale affermazione ci troveremmo privi di argomenti validi, per cui dovremmo ricorrere a una delle fallacie del discorso logico: ad esempio, sostenendo che chi ha detto che il sole sorge ad Est è un imbecille e quindi dice solo fesserie. Proprio nel caso specifico, è ben evidente il limite intrinseco di questo modo di argomentare, che non solo manca di cogliere il nucleo della questione, ma degrada e mortifica il livello del dibattito.
Ovviamente, di tale argomento si fa pieno uso nella vita quotidiana, visto che è molto più facile insultare una persona o quantomeno screditarla che non ribattere a quanto sostenuto. In linea generale, dunque, bisognerebbe evitare di attaccare chi ragiona, per concentrare le nostre attenzioni sul ragionamento.
Anche un fesso, in fin dei conti, per la legge dei grandi numeri, prima o poi dirà qualcosa di giusto.
In che misura tutto questo c'entra col referendum di domenica e con la mia decisione?
C'entra, c'entra.

martedì 29 novembre 2016

Requiem per la sinistra

Avevo in mente questo pensierino già da diversi giorni, poi s'è messa di mezzo pure la morte di Fidel Castro. Seppur alla lontana, è l'inizio di quanto avevo annunciato e, in un primo momento, disatteso.
A partire dalla disgregazione dell'Unione Sovietica e, di conseguenza, dal superamento delle ideologie totalitarie del Novecento sul suolo europeo, lo scenario politico è mutato. L'evoluzione della tecnologia e dei mezzi di comunicazione ha subito, negli ultimi venticinque anni, un'impennata brusca e mai registrata prima; contemporaneamente, i partiti hanno effettuato una sorta di traslazione sul piano orizzontale, senza combaciare più con gli accoppiamenti che esistevano durante la guerra fredda: mi riferisco alla loro offerta politica e ai loro interlocutori, il loro elettorato di riferimento.
Per semplicità, si può rappresentare lo scontro politico come una mischia del rugby, dove i giocatori delle due squadre spingono, tutti insieme, per far indietreggiare l'avversario e guadagnare terreno verso la linea di meta. Il capolavoro si raggiunge quando si riesce a far spostare la mischia avversaria su un lato, liberando campo aperto alle sue spalle. Questo è più o meno quello che è accaduto alla sinistra a livello europeo: dopo decenni di dura lotta, ha iniziato ad accusare qualche acciacco. Forse stanca per le troppe mazzate prese, forse non più desiderosa della prima linea, ha messo meno energia nei contrasti, nella mischia, volgendo la propria attenzione verso altri soggetti: i partiti che erano il punto di riferimento delle masse di lavoratori hanno cominciato a fare gli occhi dolci a chi una volta era, in qualche modo, il nemico. Banche, istituzioni, fondi d'investimento, fondazioni, questi sono diventati i nuovi interlocutori della sinistra dopo la caduta del Muro. Proprio come nel rugby, non si sono accorti che alle loro spalle non c'era nessuno a difendere il campo, così altri partiti si sono infilati in quello spazio e lo hanno fatto loro. Non si chiamano più partiti di massa, ora vengono definiti populisti, ma nella sostanza poco è cambiato.
Una volta morto il comunismo, si può dire altrettanto delle esigenze che avevano portato alla sua nascita? Seppur superata l'età delle ideologie, è lecito affermare con sicumera che queste non troverebbero più spazio nella società contemporanea? Il superamento di determinati modelli è dato innanzitutto dal mancato raggiungimento degli obiettivi che questi si erano prefissati, però non sono venuti meno i loro presupposti, tanto che è bastato modificare l'approccio per giungere alla loro evoluzione, benché sotto mutate spoglie.

lunedì 28 novembre 2016

Lindor

Avevo effettivamente promesso di iniziare a spiegare il complesso percorso che mi ha condotto a prendere una decisione su cosa votare al famoso referendum che si terrà il prossimo 4 dicembre.
Ciò non sarebbe però possibile senza una doverosa premessa, che voglio dedicare al motore immobile del mio universo: i Lindor della Lindt. Azzerano qualsiasi capacità di resistenza, annichiliscono ogni difesa, sono più letali di Ronaldinho, Eto'o e Messi. Vincono sempre loro. Risulta importante, tuttavia, ricordare che i Lindor ci pongono spesso di fronte ad un annoso problema, che neppure numerose commissioni di inchiesta parlamentare sono mai riuscite a risolvere fino in fondo: come si mangiano i Lindor? Vanno lasciati sciogliere in bocca, affinché la copertura si squagli dolcemente sul nostro palato e lasci poi spazio all'incommensurabile gioia del ripieno, oppure bisogna addentarli e giungere subito alla sua parte più nobile?
La soluzione adottata ricorda molto quella che prese Alessandro Magno dinanzi al celebre Nodo di Gordio: se ne mangiano due, in uno modo e uno nell'altro.

domenica 27 novembre 2016

Marketing puro

Non è affatto vero che io non sappia cosa votare al referendum, la decisione l'ho presa da un po' di tempo. Spiattellarla subito, però, offrirebbe il fianco alla stessa critica che fece Hegel all'infinito di Schelling: la notte in cui tutte le vacche sono nere, ossia dove non si capisce una mazza, e vi giungerei allo stesso modo, cioè con un colpo di pistola, senza mostrare il ragionamento che vi è dietro. Magari non per forza ragionamento, ma per lo meno il percorso.
Oltretutto, se andassi dritto alla conclusione, la gente finirebbe col concentrarsi sull'esito finale e nel tentativo di ricondurlo a posizioni già delineate da altre persone. Posso invece andar fiero di votare su motivazioni esclusivamente mie, personali, che nulla hanno a che vedere con gli schieramenti in campo. O meglio, ci sono dei legami, ma non ho scelto uno dei due ritenendo migliori le loro motivazioni.
Il punto di partenza è un post che pubblicherò domani perché, si sa, il lunedì attira consensi e visualizzazioni. La domenica sera di fine novembre richiama invece copertina e serie tv, meglio non frapporsi.
Anche il pensierino si piega al marketing.

venerdì 25 novembre 2016

Nomi vecchi

Bisogna evitare di fare esempi, ché in un attimo la gente potrebbe risentirsi. Tuttavia, è innegabile che esistano alcuni nomi che sui bambini stonano. Sanno già di vecchio. Nel momento in cui si chiama un infante con quel nome, maschio o femmina che sia, viene automatico pensare che ci si stia rivolgendo a un adulto, o perlomeno a una persona che abbia già una trentina d'anni. Sul fatto che a trent'anni si possa non essere ancora adulti mi riservo di ritornare in separata sede.
Appartengo a quella categoria di bambini che hanno rischiato, almeno secondo gli aneddoti genitoriali, di ritrovarsi con un nome impresentabile; talmente grottesco che mi rifiuto persino di dirlo, ma sono abbastanza sicuro che mi avrebbe causato molte più prese in giro di quelle comunque ricevute durante la mia infanzia. Per questo motivo, sono piuttosto sensibile sul tema: perché affibbiare alla propria innocente creatura un nome che sa già di stantio, di vecchio, di vetusto, di stanco, di affaticato, che porta con sé le occhiaie, acciacchi, che implica  esperienza, conoscenza del mondo, magari anche autorevolezza, tutte caratteristiche che non si possono certo ritrovare in un bambino.
Per contro, si potrebbe obiettare, se uno scegliesse solo i nomi che stanno bene sugli infanti, la rosa dei nomi s'impoverirebbe notevolmente, senza contare che poi magari questi nomi finiscono per stonare una volta adulti. Forse sì.
Ma resto dell'idea che sia meglio preservare l'infanzia.
Date un nome giovane e fresco a chi viene al mondo.

giovedì 24 novembre 2016

Coscienza critica

Per quanto uno possa cercare, non troverà mai un più grande rompicoglioni dell'elettore di sinistra italiano. Quando dico sinistra intendo quella che è esistita fino agli anni Novanta del secolo scorso, l'unica che potesse definirsi in qualche modo erede del PCI. Non è una coincidenza che abbiano sempre patito enormemente le crisi di governo, perché non appartiene alla loro cultura né il concetto di voto utile né quello di voto di appartenenza, per il quale si segue compatti lo schieramento.
United we stand, divided we fall.
Devono avere fatto un po' di confusione al riguardo.
Nonostante tutti i limiti e i problemi che questa eccessiva libertà di pensiero comporti, il principio tacito non è mai stato messo in discussione, contrariamente a quanto è accaduto con i rivali storici, che si sono sempre presentati compatti come una corazzata, pronti a difendere la loro posizione anche una volta esaurite le munizioni, ossia le argomentazioni, ma persino in totale assenza di queste.
Senza che ciò comporti in qualche maniera un'adesione alle proposte politiche della sinistra, ho sempre trovato preferibile questo modello; in molti lo criticano definendolo perdente, e la storia dà loro ragione. L'alternativa, però, m'inquieta: ricordo com'era il centrodestra di un tempo e lo rivedo nei grillini di oggi, con la medesima sensazione di turbamento di fondo. Ribadisco, non per le singole posizioni espresse, quanto per la totale e acritica adesione.
Sarà che sono stato influenzato dalla lettura di 1984 quando avevo quattordici-quindici anni, per cui tutta la mia vita sarà dedicata ad evitare che si finisca in un sistema del tipo delineato nel libro, però il pensiero unico mi ha sempre fatto paura, per un motivo molto semplice: proviene da una persona sola, cui gli altri in qualche maniera concedono l'esclusiva. Questa persona detta la linea e tutti gli altri dietro, senza che vi sia un minimo di coscienza o volontà nell'adesione. All'inizio può ancora andar bene, perché si comincia col propugnare tesi piuttosto morbide, il problema è che dopo, di solito, si passa a stronzate galattiche e spesso pericolose.

mercoledì 23 novembre 2016

Alex l'ariete

Non esiste, nel mondo, un vero e proprio concetto di giustizia. Nemmeno di meritocrazia.
Diversamente, come sarebbe possibile vedere ancora in giro Alberto Tomba e Michelle Hunziker, dopo che hanno fatto Alex l'ariete?
Guardare per credere

martedì 22 novembre 2016

Votare con riserva

Potrebbero seguire altri post di questo genere, di qui al 4 dicembre prossimo venturo. So che in questo modo trasgredisco la fondamentale regola del pensierino di evitare l'attualità, però è una circostanza speciale che merita di essere trattata come tale. Non tanto per l'importanza della questione, che magari si sta persino sopravvalutando, quanto piuttosto per la lacerazione interna che mi sta creando. Oltretutto, se ne parlerà ancora per molte lune, per cui il requisito dell'attualità circonderà quest'argomento di qui all'anno venturo come minimo.
Sono tormentato, dicevo.
C'è un quesito referendario sul quale gli aventi diritto al voto sono chiamati ad esprimersi, senza che sia però necessario il raggiungimento del quorum ai fini della validità del risultato. Anche se c'andasse una sola persona, sarebbe sufficiente.
Il quesito di cui sopra verte sulla conferma di una modifica della costituzione, già approvata dal parlamento, e che richiede però la legittimazione popolare come ultimo passaggio del proprio iter.
A differenza delle elezioni, in cui si può scegliere tra una schiera di candidati, nel referendum l'opzione è secca: sì o no. No o sì. In questo caso non si può neanche provare a fare gli indiani e nascondersi dietro qualche scusa per non andare a votare con la speranza che non si raggiunga il quorum, poiché, come già detto, non è necessario.
Finisce il tempo degli alibi, il cittadino è messo di fronte alla propria coscienza, che lo fissa e gli fa i suconi da lontano, come allo stadio quando vedi il settore ospiti (o la curva di casa, dipende dalla prospettiva) che ti ricopre di contumelie.
Il sogno dell'ingenuo elettore è di poter analizzare il quesito referendario e votare secondo la propria coscienza, in base a una valutazione di merito. Tutto ciò, se è normalmente poco probabile, assume in questo caso i contorni e le sfumature della totale impossibilità, giacché all'esito del voto popolare sono legati delicati equilibri politici, che aprono due diversi fronti della battaglia: uno è appunto quello sulla riforma proposta, l'altro è invece vincolato alle conseguenze che questo potrebbe avere. Ciò non significa che uno dei due aspetti debba prevalere sull'altro, ma che di sicuro non ci si potrà recare alle urne con la spensieratezza di chi si limita a valutare una modifica legislativa, per quanto di rilievo questa possa essere.
A questo punto, una completa ed accurata guida dovrebbe offrire all'elettore uno spazio riservato alla risoluzione di conflitti interni, dal titolo: come comportarsi se si vorrebbe votare una cosa ma se ne temono gli effetti. Purtroppo, tale guida non esiste, né mi offro di scriverla io, perché non ne avrei le competenze. Rilevo, in ogni caso, come a questi elettori non sia fornito lo strumento per esprimere a pieno la propria volontà; mi chiedo, pertanto, se sia possibile un simpatico voto con riserva. Ossia, si fa una scelta precisa, cui segue un gigantesco "ma", che serve a prendere posizione e smarcarsi dallo schieramento che ci si trova costretti, giocoforza, ad appoggiare.
Sul tema tornerò, questo è solo l'antipasto.

lunedì 21 novembre 2016

Parole mancanti

In italiano mancano alcune parole che sintetizzino concetti complessi. La più immediata a cui viene da pensare è quella che esprima "una persona di sesso opposto che, vista di schiena o da lontano, appare molto attraente da un punto di vista squisitamente fisico ma che, una volta girata od avvicinatasi, si rivela non conforme alle aspettative". Mentre versavo il the, però, me n'è venuta in mente un'altra e ho pensato che sarebbe stato opportuno darne notizia alla mia nutrita schiera di lettori; tuttavia, nel tempo intercorso tra il pensiero e l'azione, questo concetto è evaporato, lasciando spazio a una valle di lagrime e rimpianti.
Per fortuna, anziché iniziare a rompere tutti i suppellettili a portata di mano, ho realizzato che il destino me ne aveva appena fornita un'altra: manca infatti la parola che descriva la fastidiosa sensazione di vuoto mentale che si prova quando non si riesce a ricordare qualcosa che si aveva ben chiaro in mente pochi istanti prima.

sabato 19 novembre 2016

Regole immanenti

Il mondo è governato da un numero infinito di leggi che noi osserviamo nell'agire quotidiano senza neanche rendercene conto;  alcune solo le leggi poste dall'uomo, che ha deciso di regolare la vita tra i consociati attraverso dei precetti, altre invece sono leggi di natura scientifica, attinenti la natura e la realtà delle cose che ci circondano. All'interno di quest'ultimo gruppo vi sono leggi che ci hanno insegnato e altre che, invece, abbiamo potuto apprendere da soli, poiché le abbiamo conosciute attraverso la nostra esperienza e senza le mediazione di un'altra persona. Così, per esempio, a nessuno verrebbe in mente di infilare una mano in una pentola d'acqua bollente, perché sa che si ustionerebbe.
In una posizione intermedia si colloca una particolare legge d'esperienza, che per qualche arcano ed oscuro motivo non tutti colgono immediatamente, rendendo pertanto necessario l'intervento didascalico di terzi. Mi riferisco, come ormai avrete ben compreso, all'antico adagio per cui il culetto del pan bauletto si mangia per ultimo. Da quando l'azienda che lo produce ha deciso di mettere, all'inizio e alla fine, due fette che in qualche maniera chiudessero le altre ed evitassero che la prima risultasse sempre fastidiosamente indurita, l'uomo ne ha subito tratto la massima d'esperienza di cui sopra; appare imperscrutabile la ragione per la quale questa norma non sia stata immediatamente recepita dalla totalità dei consociati, ma a quanto pare vi sono ancora persone che se la sbafano per prima, facendo sì che la nuova prima fetta risulti una di quelle con la mollica esposta e possa diventare gnecca col passare del tempo.
In un momento così delicato per l'equilibrio mondiale, è più che mai il caso di riportare la legalità all'interno delle nostre case, rendendoci combattenti per la giustizia divina sin dai piccoli gesti del quotidiano. Salvaguardiamo il culetto del pan bauletto.

giovedì 3 novembre 2016

Amic*

Attorno ai concetti di giusto e sbagliato ruota più o meno l'intera costruzione sociale dell'umanità. Ultimamente, l'impalcatura è sorretta da una sorta di degenerazione, che definirei la correttezza a tutti i costi: non solo bisogna essere sempre equidistanti e moderati, ma dobbiamo pure farlo in maniera esagerata. L'ultima, meravigliosa creazione è quella dell'asterisco alla fine dei nomi o degli aggettivi per indicare che ci si rivolge a una pluralità di persone indipendentemente dal loro sesso. Fino a poco fa si poteva tranquillamente usare il maschile o il femminile (tutti i presenti oppure tutte le persone) per indicare un insieme di soggetti, adesso invece si scrive tutt*. Cosa dovrebbe rappresentarmi questa cagata? Esistono davvero delle donne che si sentono offese se ci si rivolge a tutti e non a tutti/e, o meglio ancora a tutt*? A queste persone, ammesso e non concesso che esistano, è mai balenato per l'anticamera del cervello che per superare certe differenze, anziché accentuarle, sarebbe meglio non metterle in risalto, appiccicando in taluni casi l'etichetta di specie protetta?
Oltretutto, vien subito da pensare a come ovviare al problema nel parlato. Nello scritto è evidentemente più facile, però occorrerà poi adattare questo mutato lessico anche al dialogo. Che faremo allora? Ci limiteremo ad elidere la lettera finale, che potrebbe, non sia mai, essere indicativa del sesso delle persone cui ci si riferisce? E quando cambia non solo l'ultima lettera, ma proprio la desinenza, tipo dottori e dottoresse, oppure lavoratori e lavoratrici? Non sarà più sufficiente coniare un nuovo suono che sia la crasi di e ed i.
Non vedo l'ora di sentire per strada frasi come "Ringraziamo tutt quell che sono qui present per affermare quanto siano orgoglios di essere..."

venerdì 21 ottobre 2016

Nemo ad impossibilia tenetur

La vita ci pone davanti grandi sfide: crescere e maturare come individui, relazionarsi con gli altri, trovare una propria strada professionale e costruire un'intima sfera affettiva nell'alveo di una famiglia.
Nessuna di queste, tuttavia, può essere paragonata a stendere delle lenzuola matrimoniali quando non c'è abbastanza spazio sotto a causa della tettoia del vicino.

giovedì 20 ottobre 2016

Nuova categoria di imbecilli

Siccome la loro mamma è sempre incinta, ne sforna a ripetizione; la cosa meravigliosa è che riescono anche a differenziarsi tra di loro per fenotipo e tratti salienti, in modo da offrire un vasto e sempre rifornito assortimento. Ultimamente la mia attenzione è stata attratta da un tipo di imbecilli in particolare, che rientrano fra coloro che non hanno ben capito che uso fare delle nuove tecnologie: mi riferisco a quelli che allo stadio, e in particolare in certi stadi tipo quelli del Barcellona o del Real Madrid, sono pronti col telefono in mano per immortalare ogni cagata che capiti davanti a loro. Finché capita di poter immortalare il tuo idolo che ciondola davanti a te durante una pausa del gioco, posso ancora capirlo, ma è contro natura tirar fuori il telefonino un secondo dopo il gol. In quel momento dovresti essere sopraffatto dalla gioia, dalla felicità, dalla contentezza, da quel che ti pare, ma l'ultimo dei pensieri dovrebbe essere quello di estrarre il malefico arnese dalla tasca. Invece niente, loro lo sfoderano come uno spadaccino farebbe con la propria lama, pronti a farne il peggior uso possibile.
Mi domando a questo punto come celebrino il raggiungimento di un orgasmo. Selfone o solo qualche emoticon su twitter?

lunedì 3 ottobre 2016

Gli sfigati

Dicesi sfigata quella persona che ci appare irrimediabilmente fuori posto nel mondo. Per com'è strutturato fisicamente, per come si atteggia, per quello che dice, per i vestiti che indossa, questa persona suscita in chi la osserva uno straniamento, come se ci fosse qualcosa di sbagliato; ovvio che, invece, non v'è nulla di davvero erroneo, eppure la maggioranza percepisce quel vago sentore di disagio esistenziale, di scarsa aderenza col mondo, insomma di sfiga.
Ai fini dell'apparire sfigato, una costituzione gracilina, magari accompagnata da una carnagione lattiginosa, di sicuro aiuta; recentemente, tuttavia, ho notato che v'è un altro fondamentale dettaglio dello sfigato: lo sfigato veste male. Lungi da me assurgere ad arbiter elegantiarum, però è ormai diventata una componente imprescindibile dello sfigato. Pantalone a vita altissima, polo del mercato lisa e più grande di un paio di taglia rigorosamente infilata nelle braghe, calzatura da crucco ad agosto sull'Adriatico e, per finire, taglio di capelli da uno che è scappato da un centro di igiene mentale.
Non so quanto un abbigliamento del genere sia condizione sufficiente per essere considerati sfigati, ma di sicuro aiuta tantissimo.

venerdì 30 settembre 2016

Novità

Ecco la grande novità per la stagione autunno-inverno pensierinesca. Non so ancora se ritenerla definitiva o soltanto un esperimento, ma inizierò a mettere il titolo anziché il più generico "pensierino del giorno" e data. Il vecchio stile era basato sull'iniziale idea, per cui avrei dovuto azzerare la forma, renderla il più neutra possibile, in modo da dare maggior risalto al contenuto; una decina abbondante di anni dopo posso dirlo: non ha funzionato. O meglio, magari l'idea è anche valida, però non se portata avanti in maniera così netta e drastica, bisogna pur trovare qualche minima forma di compromesso, altrimenti finisce per ritorcersi contro.
Del resto, la grande lezione del ventunesimo secolo è che a qualcuno e/o qualcosa bisogna pur vendersi.
Sulla scorta di quanto sin qui premesso, ecco che ho optato per questa lieve innovazione. secondo i miei accurati calcoli, dovrebbe anche garantire il beneficio di poter meglio ricordare i vari interventi, perché, in tutta onestà, chi se lo ricorda cos'ho scritto l'otto dicembre duemilaboh o il quattro marzo duemilamai.

lunedì 26 settembre 2016

pensierino del giorno-23/09/2016

A pensarci è strano, eppure i contratti non sono interpretati in maniera uguale in tutto il mondo. Per varie ragioni, legate alla tradizione giuridica dei diversi Paesi, esistono dei cosiddetti approcci interpretativi che valorizzano di più il dato testuale oppure la reale volontà delle parti. Basta attraversare il confine e tutto cambia.
L'interpretazione, anche in questo, si dimostra soggettiva.
Senza voler paragonare questo blog a un contratto internazionale, sento comunque il bisogno di fare una precisazione: non sempre, anzi, quasi mai, bisogna andare al di là di quello che si legge, di cercare richiami e rimandi particolari. Chiaro, semplice e diretto, non ci sono messaggi subliminali o nascosti; una delle mie regole è quella di non citare mai persone che conosco, e a questa regola mi attengo.
Se desidero comunicare con qualcuno, lo faccio direttamente, senza l'ausilio del pensierino.
Anghe pecchè, diciamocelo: con quale presunzione potrei lanciare un messaggio a un soggetto ed essere sicuro che giunga?

pensierino del giorno-22/09/2016

Tra le varie novità da truzzi, vorrei segnalarne una che sta passando sotto traccia, ma è sempre più diffusa: i vetri oscurati sulle macchine.
Davvero, ragazzi, non ce ne frega una cippalippa di voi. Non siete celebrità, non lo sarete mai, ergo state manzi.
Senza dubbio tirerebbero fuori qualche teoria sul fatto che in questa maniera ci si protegge meglio dai raggi del sole, ma il punto è sempre il solito: ci si aggrappa a qualunque fesseria pur di fare gli zamarri e i personaggi.

venerdì 23 settembre 2016

pensierino del giorno-21/09/2016

Sempre piacevole, quando si giunge al distributore di benzina, incorrere nella Giornata Mondiale degli Inchiappati all'Automatico, che all'alba dell'annus domini 2016 non hanno idea di come si inserisca carburante nel proprio veicolo senza l'ausilio di un terzo.

giovedì 22 settembre 2016

pensierino del giorno-20/09/2016

La prima volta che sentii la parola ex, in realtà utilizzata come prefisso, non ne colsi il significato, così lo chiesi a mia madre. Mi spiegò che si riferisce a una qualità o caratteristica del passato; prese ad esempio un suo collaboratore, che in passato aveva sostenuto degli esami all'università con lei, per dire che era un suo ex-studente.
Tutto affascinato dalla nuova parola e desideroso di impiegarla personalmente, cercai di attingere alla mia esperienza, ma siccome all'epoca avevo sei anni, non è che mi fossero capitate poi molte cose. Siccome non mi veniva in mente niente, decisi di far diventare uno dei miei compagni di giochi di allora un "ex-amico". Mia madre mi guardò stranita e mi chiese per caso avessimo litigato, e dovetti dirle che no, niente affatto.
Fin da questo banale e per nulla interessante episodio, ho sempre dato un peso particolare alla cesura col passato veicolata da "ex".
Quello che è ex non è più, indica uno status che non tornerà.

pensierino del giorno-19/09/2016

Quando un quadro appeso sulla parete della sala riunioni di un commercialista mi ha ricordato le ambientazioni di Metal Slug X, ho realizzato che, nel mio processo evolutivo, non tutto è andato secondo i piani.

mercoledì 21 settembre 2016

pensierino del giorno-18/09/2016

La tristezza e lo squallore abbondano non soltanto sulle oribus stultorum, ma anche nei loro comportamenti.
Ultimamente, meritano una menzione d'onore gli addii al nubilato.
Doverosa precisazione per i seguaci del Ministero delle Pari Opportunità: questo non vuole essere un intervento sessista e/o discriminatorio, ma più semplicemente un invito a riconsiderare le proprie azioni e le conseguenze che ne derivano.
Seconda necessaria premessa: nulla contro l'usanza in sé e per sé, piuttosto contro la deriva che ha preso da qualche tempo a questa parte.
Ho - ahimé - assistito più volte a tragiche scene di amiche urlanti che accompagnano la sposa, agghindata con un cattivo gusto quasi commovente, in giro per la città a raccattare figure barbine, che di solito prevedono anche l'importunare i malcapitati passanti, che più che divertiti di solito appaiono sbigottiti dinanzi agli abissi cui può sprofondare la mente umana.
Se il futuro marito assistesse a tali scene, c'è da scommettere che farebbe rapidamente marcia indietro sul matrimonio; ma non sarebbe, in fin dei conti, più onorevole noleggiare uno spogliarellista con un manganello di ciccia?

lunedì 19 settembre 2016

pensierino del giorno-17/09/2016

Capita, quando si viaggia, di finire in dei posti di merda. Non è che uno lo faccia di proposito, magari il suo istinto ha fallito, magari chi ha scritto la guida o chi gliel'ha suggerito ha gusti molto (forse troppo) diversi dai suoi.
Ecco dunque che ci si ritrova nel classico posto di merda, alla cui configurazione non voglio porre limiti: può trattarsi indistintamente di un immondezzaio a cielo aperto, di una brutta spiaggia condita da un ancora più brutto mare, di una città piena di ecomostri e priva di edifici di alcun pregio architettonico, insomma di qualunque abominio possa presentarsi alla vista.
Tuttavia, è proprio nel posto brutto che si riscopre l'essenza del viaggio: senza itinerari turistici consigliati, non resta che mischiarsi con chi vi trascorre la propria esistenza, scoprirne i ritmi, le abitudini e i gusti. Le persone, oltretutto, tendono ad aprirsi di più con chi non si sposta solo per accumulare foto da sciorinare sui social e per mettere la spunta sulle mete imperdibili della Lonely.
In caso tutto questo non dovesse funzionare, c'è sempre la soluzione di scorta: prenderla sul ridere.
Magari non è una ricetta valida per tutti, però ormai quando penso ai posti più squallidi in cui sono capitato non riesco a trattenere un sorriso.

venerdì 16 settembre 2016

pensierino del giorno-16/09/2016

Eccellentissimo Giove Pluvio,

mi rivolgo con prostrata, prostatica e deferente umiltà alla Vostra Potenza e Divinità, al fine di indirizzarVi  una richiesta da parte dell'umanità intera, della cui voce mi rendo latore.
Noi, Vostre creature, siamo ben consapevoli del rispetto che dobbiamo alla Madre Terra e al suo sostentamento, e per questo motivo comprendiamo l'esigenza di nutrirla attraverso la pioggia.
Tuttavia, su suggerimento di Pallade Atena, siamo qui a chiedere se, per caso, fosse possibile limitare gli scrosci d'acqua alle ore notturne, eventualmente aumentando il numero di notti interessate, al fine di mantenere inalterato il volume di pioggia caduto.

Certi di una Vostra comprensione, porgiamo

Striscianti Saluti

Firmato: tutti quanti.

giovedì 15 settembre 2016

pensierino del giorno-15/09/2016

Esiste una maniera per non riempirsi le mani di succo quando si mangia l'uva?
Stante la mia scarsa perizia e totale inettitudine a qualsivoglia attività manuale, non l'ho ancora trovata, né posso concepire come risposta mangiare l'acino senza prima aprirlo, perché non sopporto il sapore legnoso sprigionato dal semino che finisce incautamente sotto i denti.
Uva, a qual fine tendi queste trappole?
Tu, frutto dolce e prelibato, renditi più agevole a chi di te vuole nutrirsi.

mercoledì 14 settembre 2016

pensierino del giorno-14/09/2016

Quando stai arrampicando sulla roccia c'è una sola cosa che devi realmente fare, specie quando ti senti impantanato e non sai come andare avanti ("né scendere e né salire, né scendere e né salire" cit.): aggrapparsi alla roccia. La risposta è proprio lì dentro, quello che sembra l'ostacolo, il nemico, il problema, in realtà contiene in sé la soluzione; più sarai in grado di stare vicino col corpo, più riuscirai a credere che ti terrà, più possibilità avrai di farcela.
Vero, la roccia talvolta respinge.
Ma respinge soltanto chi è diffidente, chi pensa di essere più forte, chi vuole solo superarla e non scalarla. Bisogna riconoscerne la supremazia, fare anzi affidamento proprio su quello: la roccia terrà sempre su, non verrà mai giù.

martedì 13 settembre 2016

pensierino del giorno-13/09/2016

Il pensierino del giorno odierno contiene un appello rivolto ai giovani d'oggi: giovani d'oggi, perché mai vi drogate con le costose sostanze acquistate da personaggi dalla dubbia moralità?
Siete in cerca di emozioni nuove?
Volete inserire nel vostro corpo qualcosa di nocivo?
Cercate il brivido della trasgressione?
Anelate a sensazioni di dolore?
Gradireste provare spasmi, brividi, forse anche nausea?
Datevi alle droghe naturali, fatevi un giretto dentro un nido di vespe. Per i più fortunati, ossia coloro che sono allergici e ancora non lo sanno, un bello shock anafilattico in omaggio, con tanto di corsa in ospedale!
Per gli altri, invece, il divertimento è assicurato e può durare giorni: basta non curare mai le punture e, anzi, grattare a più non posso. Uno sballo senza fine!
Siate sempre un passo avanti, e soprattutto non cedete alle lusinghe del vostro spacciatore di fiducia!
Dimostrate agli amici di sapervi distinguere dalla massa ed essere in grado di divertirvi in maniera intelligente!
La puntura di vespa è la nuova frontiera dei giovani d'oggi!
Vuoi forse perdertela?

lunedì 12 settembre 2016

pensierino del giorno-12/09/2016

Il sacrificio è il tallone d'Achille dell'umanità intera.
Costringersi a fare qualcosa controvoglia, più e più volte, un atto ripetitivo di cui sono già note sia la fatica che lo scarso divertimento. Eppure, farlo.
Come portare un peso su per le scale, avanzare scalino dopo scalino, una gamba sempre avanti, però molto spesso non sappiamo né quando né se le scale finiranno. Dall'altra parte, la consapevolezza che potremmo semplicemente mollarlo e tornarcene giù a godere la giornata in altra maniera.
Scacciare il pensiero, continuare a salire.
Anche se è dura e anche se potrebbe non servire a niente.
L'unico motore che spinge a tirare innanzi è che forse, in realtà, un giorno servirà a qualcosa.
Un giorno questo dolore ci sarà utile (cit.)

pensierino del giorno-11/09/2016

Da piccolo, non mi piaceva fare un cazzo. O meglio, qualcosa mi piaceva fare, ma era tutto circoscritto a pochi e ristretti ambiti. Quando i miei, che erano assai propositivi, cercavano di far trascorrere diversamente il mio tempo, mi opponevo e rompevo le scatole, non vedendo l'ora di tornare a fare quelle quattro-cinque cose.
Stacco.
Molti anni dopo, mi rendo conto che ho apprezzato proprio quello che i miei genitori tentavano, invano, di offrirmi. Il punto di svolta, probabilmente, è consistito nell'aver approcciato tutto ciò liberamente e di mia spontanea volontà, senza costrizioni e/o interferenze.

pensierino del giorno-10/09/2016

Mr. Crocodile Dundee, zenit assoluto di virilità e machismo, porta sul suo corpo i segni delle eroiche battaglie coi coccodrilli, che lui di solito affronta a mani nude e armato di un solo coltellaccio, oltreché dell'immancabile cappello.
Gli uomini contemporanei, invece, hanno un'unghia tutta ammaccata per aver scrostato un paio di paccheri dal fondo della pentola poiché la sera prima non avevano avuto voglia di lasciarli in ammollo.

venerdì 9 settembre 2016

pensierino del giorno-09/09/2016

Il lavoro mobilita l'uomo. Non soltanto fisicamente, portandolo dalla propria casa al posto di lavoro, ma anche da un punto di vista delle emozioni e delle energie, diventando il polo che ne attrae la maggior parte della forza vitale. Per questo semplice motivo dovrebbe nobilitarlo: che vita priva di senso sarebbe quella nella quale si impiega il proprio tempo in un'attività che non apporta alcun beneficio a chi la svolge? Chi lavora andrebbe messo nelle condizioni di poter trovare una certa realizzazione all'interno della propria occupazione, anche se questa consiste in attività semplici e/o ripetitive; tutto sta nel farlo sentire parte di qualcosa che funziona, ove apporta un mattoncino magari invisibile ma essenziale alla struttura dell'edificio.
L'alternativa è una lenta agonia verso i pochi spazi di libertà residua, che si concentrano in una manciata di ore per dormire e nei fine settimana, che appaiono come oasi miracolose in mezzo al deserto di sabbia del lunedì mattina. Cui prodest tutto ciò? A nessuno, è ovvio, ma a quanto pare sono ancora meno le persone interessate a cambiarlo.

giovedì 8 settembre 2016

pensierino del giorno-08/09/2016

Non ho mai potuto conseguire alcuna laurea breve nonostante il tempo risparmiato, perché mi toccava impiegarlo nella spasmodica ricerca di uno streaming decente per le partite.

mercoledì 7 settembre 2016

pensierino del giorno-07/09/2016

Sommando il tempo di volta in volta risparmiato saltando le sigle delle serie tv, si ottiene più o meno una laurea triennale.

martedì 6 settembre 2016

pensierino del giorno-06/09/2016

Vale davvero la pena anteporre a tutto le proprie idee, fino a compiere l'estremo sacrificio nel loro nome?
La domanda è posta da una prospettiva squisitamente utilitaristica, e quindi si pone come obiettivo ultimo l'affermazione di tali idee o, quantomeno, il loro successo. Il sacrificio sprigiona grande potenza al momento della deflagrazione, ma siamo sicuri che la sua onda lunga duri a sufficienza da vedere l'alba di una vittoria?

lunedì 5 settembre 2016

pensierino del giorno-05/09/2016

Alla cortese attenzione delle varie Divinità ed Entità che governano il mondo.
Petizione: estendere il mese di settembre fino al giorno 30 del mese di novembre.
Oggetto: cari Signori (la maiuscola è quantomai d'uopo), saremmo infinitamente grati se si potesse evitare lo stillicidio dei mesi di ottobre e novembre. Il freddo che pian pianino aumenta e le giornate che si accorciano, riducendo contestualmente la voglia di vivere, appartengono a un tempo ormai superato. Con la presente, pertanto, chiediamo ufficialmente di voler allungare settembre, fissandone il giorno di riferimento per temperatura ed ore di luce al 5, sino al (fu) 30 novembre. Seguirà un breve periodo di ingresso nell'inverno, che durerà dal giorno 1 dicembre fino all'Immacolata, quindi l'8, quando tradizionalmente aprono gli impianti sciistici.
Certi della Vostra comprensione,
porgiamo i migliori saluti.
Firmato;
Comitato per l'estensione di settembre
c/o pensierino del giorno

pensierino del giorno-04/09/2016

La curiosità ha spinto l'uomo ad interrogarsi sui fenomeni che lo circondano, al fine di poterli comprendere e, per l'effetto, padroneggiarli. Alcune risposte sono state fornite dalla religione, che ha anzi avuto la pretesa di voler spiegare più o meno tutto; questo però non è stato ritenuto sufficiente da chi ha proposto una diversa visione, cui è giunto attraverso lo studio e l'osservazione. La contrapposizione tra religione e scienza ha infiammato il mondo e diviso, con esiti persino nefasti, la popolazione mondiale.
Dopo millenni di evoluzione, si ritiene che la scienza sia in grado di fornire una spiegazione per quasi tutto, benché rimangano ancora dei campi del sapere che non è stata in grado di fare ancora propri; l'unica convergenza che ha con la religione riguarda il mistero dei misteri, un busillis che nemmeno Sherlock Holmes sarebbe in grado di risolvere.
Per quale motivo il cronometro che appare sul tabellone dello stadio si arresta quando iniziano i minuti di recupero? Scandisce il lento appassire di quarantacinque minuti e poi, d'improvviso, segnala quanti minuti di prolungamento sono stati concessi dall'arbitro, ma si arresta il conteggio. Fermo a 45:00, magari giusto qualche secondo oltre.
Non morirò felice se non ne avrò scoperto il motivo.

venerdì 2 settembre 2016

pensierino del giorno-03/09/2016

V'è una seducente relazione tra l'impellenza di far pipì e l'igiene orale. Ossia, l'atto di lavarsi i denti stimola la diuresi in maniera incredibile. Non oso immaginare che tragedia quando sarò anziano e prossimo all'incontinenza, dovrò far montare un lavandino di fronte al gabinetto.

pensierino del giorno-02/09/2016

- Ma! Lei ha appena...-
- Io ho appena...-
- ...!!!-
- Non La seguo -
- Insomma, si vergogni! In pubblico, in ascensore! -
- Lo vedo bene che siamo in ascensore, ma continuo a non capire -
- Non me lo faccia dire -
- La chiarezza Le fa difetto -
- Che faccia di tolla! -
- Moderi il linguaggio -
- Impari Lei a comportarsi, piuttosto! -
- Le Sue insinuazioni mi offendono -
- Non più dei Suoi rumori! -
- I miei rumori? -
- E certo, di questo stiamo parlando! Flatulenze, ecco, non mi veniva la parola! -
- Mi perdoni, ma deve avere le traveggole -
- Come no, adesso m'invento le cose -
- Le faccio presente che ho emesso l'ultima flatulenza nel marzo 1998, all'uscita del ristorante da Gino, dopodiché ho mantenuto un perfetto autocontrollo, anche nei casi più difficili, tra i quali mi pregio di segnalare i fagioli all'uccelletto di mia suocera a Pasqua 2002 -
- Da Gino il camionista? Quello con i volanti di camion appesi alle pareti? -
- E' un po' che non ci vado, ma mi pare di ricordare di sì. All'epoca aveva un ottimo rapporto qualità-prezzo, ma cosa vuole, c'era ancora la lira -
- Intorno al ristorante era tutta campagna, ora certi casermoni, vedesse -
- Che peccato, si vedeva un tramonto meraviglioso dal balconcino sul retro -
- Devo scendere, è il mio piano -
- ArrivederLa, magari da Gino -
- Sicuramente, buona giornata -
- Altrettanto. Prego, Le tengo la porta -

giovedì 1 settembre 2016

pensierino del giorno-01/09/2016

L'idea era quella di aggredire settembre con alcune novità per il blog, poi mi son reso conto che questo primo di settembre è del tutto virtuale, lettera morta, esiste solo sulla carta. Che senso ha un primo settembre che casca di giovedì? Manco il tempo di realizzarlo ed è già weekend, quindi occorre rimandare tutto con la massima urgenza al più prossimo lunedì, vero punto d'inizio di qualsiasi progetto esistenziale.

giovedì 28 luglio 2016

pensierino del giorno-20/06/2016

Con tutte le belle cose che ci sono nella vita, è davvero possibile che alle persone importi solo ed esclusivamente dei soldi? L'obiettivo è averne più dell'altro, e quando ne hai di più sposta il tuo mirino su un altro, e così via.
Forse sperano di raggiungere il potere per mezzo dei soldi.
E tramite il potere, la figa, o qualsiasi organo riproduttivo al quale siano interessati/e.
Trovo, tuttavia, che sia assai deprimente tutto ciò.
Significa che si spreca un sacco di tempo a fabbricare scuse dietro le quali celare il proprio obiettivo; sarebbe carino se almeno si avesse la decenza di proferirlo a chiare lettere.

lunedì 25 luglio 2016

pensierino del giorno-19/06/2016

Fidarsi è bene, ma non fidarsi è sempre meglio.
Per questo motivo, evito di lasciare traccia scritta dei vari codici/password/pin che sono costretto a ricordare. Se un tempo, tuttavia, ve n'erano giusto un paio, ormai c'è una proliferazione pressoché incontrollata; oltretutto, col fatto che molti siti richiedono delle parole d'ordine composte da caratteri alfanumerici e segni d'interpunzione, bisogna dire addio alla buona, cara, vecchia e semplice password unica per tutto.
Senza stare troppo a pensarci, ho tirato un elenco delle prime chiavi di sicurezza che devo tenere a mente:
- allarme di casa dei miei;
- pin cellulare;
- pin secondo cellulare (quello che uso come sveglia, per fortuna sono simili);
- password pc a lavoro;
- password indirizzo e-mail;
- password vecchio indirizzo e-mail;
- password indirizzo e-mail finto;
- password facebook;
- password facebook finto;
- password twitter (almeno è uguale al facebook finto);
- password ticketone;
- password paypal;
- password blog;
- pin bancomat;
- domanda di sicurezza carta di credito (non la so, è un casino e non riesco a fare i pagamenti online);
- domanda di sicurezza prepagata (vedi "domanda di sicurezza carta di credito")
- codice cliente sul sito della banca;
- pin per il sito della banca;
Più chissà quante altre per varie ed eventuali cagate alle quali mi sono iscritto.
Guardate che c'è da uscirne matti.

giovedì 21 luglio 2016

pensierino del giorno-18/06/2016

Che gusto c'è a sapere già cosa vogliamo dalla vita?
Equivale ad auto-spoilerarsi il finale di un libro o di un film.

pensierino del giorno-17/06/2016

Saremo una meravigliosa generazione di anziani con tatuaggi fino al collo ormai rugoso.
Delle tartarugheminkia in sostanza.

martedì 19 luglio 2016

pensierino del giorno-16/06/2016

La modernità lascia esterrefatti.
Ci stupisce con maggior forza quanto più siamo stati lontani dal lento susseguirsi del progresso.
Detto in un italiano corretto e corrente: se per un certo periodo non seguiamo l'evolversi della tecnologia in un determinato campo, quando vi torneremo saremo sbaccaliti. Pensate a chi, per assurdo, avesse lasciato la telefonia mobile nel 1994 per farvi ritorno l'altro ieri.
Tornando a noi: dopo un lungo periodo di assenza, ho deciso di tornare a nuotare in piscina, giusto per sfogare la mia costante e perenne iperattività. Ebbene, ho scoperto che la gente adesso indossa speciali guantini per nuotare, ma non solo, lo fa anche spudoratamente con le pinne, tanto che alcune piscine riservano loro delle corsie. Ma a cosa serve allora? Equivale a barare, anzi è peggio.
Siamo alla stregua di quelli che vanno in barca a vela usando il motore.
Non avete capito niente.
Riavviare senza salvare.

pensierino del giorno-15/06/2016

I Chocos (non esiste chiamarli col loro nuovo nome, ossia Coco Pops, faccio come mia nonna che ormai nel nuovo millennio insisteva a parlare di 'Sip' anziché di 'Telecom'), si sa, vanno consumati col latte freddo. Ciotola, Chocos e latte appena tirato fuori dal frigo. È un rito la cui sacralità liturgica si trasmette di padre in figlio, senza che la propria dottrina sia mai messa in discussione.
È probabilmente l'ultimo dogma infallibile, una delle poche certezze create dell'intera sfera del sapere, anzi forse è addirittura immanente, insomma uno dei pilastri dell'universo intero.
Dinanzi a me non fur cose create,
se non eterne, e io eterna duro.
Anche Dante poneva i Chocos nel regno spirituale.
Come si spiega, allora, il fatto che proprio sulla confezione dei Chocos, la modalità d'utilizzo consigliata sia con il latte caldo?
Caldo?
Ma che davero?
Cioè dovrei creare una pappolea nella quale i miei adorati petali di cioccolato si liquefano come se fossero immersi in una maleodorante e nauseabonda pozzanghera di petrolio e acido cloridrico.
Chi ha ordito un simile complotto?
Il New World Order?
Il Gruppo Bilderberg?
Il Grande Fratello?
Il Grande Cocomero?
Quel che è certo è che ora più che mai dobbiamo restare uniti, magari lanciare degli odiosi hashtag dedicati, sensibilizzare il prossimo, fare campagne a stretto contatto con la cittadinanza, ma è d'obbligo evitare la proliferazione di questo morbo.
Il latte dev'essere freddo.

giovedì 14 luglio 2016

pensierino del giorno-14/06/2016

Pablo Escobar se la passava alla grande nella sua sfarzosa villa, e in parte lo capisco. Delinqueva, consapevole di farlo, per godersi la bella vita.
Quello che invece mi sfugge è l'obiettivo cui puntano quelli che passano la vita rintanati in casolari sperduti nelle campagne, oppure nascosti come topi in dei rifugi grossi come celle dai quali non possono mai uscire.
Cosa te ne fai del controllo sullo spaccio di droga e dei suoi immensi profitti, se poi sei costretto a nasconderti per tutta la vita?
Davvero, ne vale la pena?

mercoledì 13 luglio 2016

pensierino del giorno-13/06/2016

La bella stagione, purtroppo, è anche quella dei grandi dubbi.
Quali sono i buoni propositi per settembre?
Dove trascorrerò le vacanze estive?
Sono più importanti le tette o il culo, ora che finalmente le donne si spogliano?
Ebbene, a rendere ulteriormente più complesso il quadro generale, si aggiunge una nuova variabile: le gambe. Non nascondiamoci, è finito il tempo nel quale ci si addentrava con primitiva ed esplorativa gioia nel mondo della pornografia digitale, abbiamo perso lo spirito da Cristoforo Colombo che salpa per le Indie Occidentali, siamo piuttosto dei conducenti di tram che percorrono all'infinito le stesse linee di servizio, guidando con ferma sicurezza il veicolo lungo le strade della città, ormai conosciute palmo a palmo. 
Tette o culo è un dilemma superato, che definirei quasi obsoleto.
Perde di virtù colui il quale, nel girarsi al passaggio di una fanciulla, non ne scansiona la sezione gambale con una rapida occhiata che dalla caviglia risale fino al gluteo. Chi avrebbe l'ardire, al giorno d'oggi, di dichiararsi insensibile di fronte a un notevole e sinuoso stacco di coscia?

lunedì 11 luglio 2016

pensierino del giorno-12/06/2016

Citare è un omaggio, un atto che si compie per celebrare qualcun altro e che mira a instaurare un legame con la persona alla quale è rivolta la citazione, legame basato sulla comune conoscenza del modello di riferimento.
Copiare, senza nemmeno menzionare la fonte, è una baggianata da persone povere d'intelletto e di spirito. Mi domando che gusto ci sia nel prendere un'idea altrui e farla propria. non riconoscendo i meriti di chi per primo la ha avuta. Equivale a rubare, ma ha l'aggravante di essere più vile, perché non si limita agli oggetti, ma viola la sfera emotiva.

venerdì 8 luglio 2016

giovedì 7 luglio 2016

pensierino del giorno-10/06/2016

Quand'è, di preciso, che si esce dalla parte della ragione ma si inizia a spuntarla?
Purtroppo, la cultura borghese è impregnata del sopportare in silenzio, del porgere l'altra guancia, del non reagire mai.
Qualunque torto o sopruso venga subito, incassare in silenzio. Del resto, viene spiegato, molto meglio passare per signori che puntare i piedi e reagire; reagire, pfui! Quale bassezza! Imparagonabile con l'aurea superiorità di chi se ne infischia dei problemi terreni e dall'alto della sua nuvoletta, inesorabilmente le prende.
Se ti tirano uno schiaffo, porgi l'altra guancia.
Se ti inculano, porgi l'altra chiappa.

lunedì 27 giugno 2016

pensierino del giorno-09/06/2016

C'è un momento nel quale il diritto di cronaca diventa invadente e fastidioso. Purtroppo, nel giornalismo, una delle sfumature più importanti riguarda la tempestività nel pubblicare una notizia, al punto che chi arriva indietro in questa categoria si dice che abbia 'bucato'. Arrivare per primi equivale a una medaglia al valore da appuntarsi sul petto, perché l'assunto di partenza è che il pubblico voglia essere informato il prima possibile.
Fermi tutti.
E se il pubblico, invece, di certe questioni non volesse affatto essere informato?
Risulta di tutta evidenza come lo spoglio delle schede elettorali sia prioritaria e debba ricevere copertura in tempo reale, ma quando si parla di argomenti meno importanti bisognerebbe considerare l'interesse del pubblico a scoprire da solo certe notizie. Per esempio, è una notizia l'uscita del libro conclusivo di una saga, come fu ai tempi per il settimo volume di Harry Potter, la cui distribuzione iniziò in contemporanea in tutto il mondo alla mezzanotte inglese; ci sarebbe però stato parecchio sgomento se l'indomani mattina i giornali avessero rivelato il finale, mentre la stragrande maggioranza dei lettori era ancora ferma alle prime pagine.
L'avvento dei social ha in parte modificato tutto questo, poiché gli utenti si sentono quasi in dovere di esprimere giudizi e valutazioni di merito in tempo reale, e dunque i giornali e i siti d'informazione si trovano costretti a rilanciare certe notizie, senza lasciare il tempo al pubblico di mettersi in pari.
All'indomani della puntata conclusiva della seconda stagione di Gomorra, il telegiornale di Sky aveva pensato bene di mandare in onda interviste ai protagonisti commentando l'epilogo, con la morte di uno dei personaggi principali, in barba a chi la sera prima non era riuscito a vedersela.
Peggio ancora capita quando la puntata viene trasmessa in diretta negli Stati Uniti, e dunque quando in Italia è notte fonda; ha davvero senso che i siti d'informazione siano già pronti con tutte le anticipazioni quando è ragionevole presumere che la stragrande maggioranza delle persone non l'ha ancora vista, ma ha certamente intenzione di farlo nelle ventiquattro ore successive?

giovedì 16 giugno 2016

pensierino del giorno-08/06/2016

Godiamoci e ridiamo delle scorregge, finché siamo in grado di regolarne il flusso, perché un giorno saranno una costante involontaria della nostra vita.

mercoledì 15 giugno 2016

pensierino del giorno-07/06/2016

Poche cose stupiscono quanto vedere per la prima volta da vicino una persona che eravamo abituati a vedere da lontano.

martedì 14 giugno 2016

pensierino del giorno-06/06/2016

Esistono persone che riescono a fare tutto in un attimo.
Tu sei lì, tutto preso dalla tua opera, e loro hanno già finito.
Trac.
In un amen.
Com'è stato possibile?
Sono Flash Gordon?
Allora la volta dopo ti impegni, fai tutto arrazzato, concentratissimo, non lasci che pensieri su chiappe, chiappotte e tettuzze ti distraggano, ma non appena alzi lo sguardo loro son già fuori dal tuo campo visivo.
E certo, hanno già finito da un pezzo.
Ammiro questa qualità, poiché fa risparmiare minuti preziosi.
Inevitabilmente, quando uno ha poco tempo a disposizione, stima di poter compiere una certa operazione in un tempo x; mai una volta che si riesca a metterci di meno, mentre loro stanno aspettando a causa del tuo ritardo.

pensierino del giorno-05/06/2016

- La Croazia, la Serbia, la Slovacchia, oh ma quanto sarebbero forti tutte quelle lì? -
- Tu eri piccolino e non te la ricordi la guerra, ma io sì, quelli si odiano troppo... -
- Ma lo so, si chiamava Jugoslavia e ora ci giocherebbe Hamsik, sarebbe fortissima -
Il buongiorno dal circolo culturale del mercato.

lunedì 13 giugno 2016

pensierino del giorno-04/06/2016

Il fine ultimo della nostra esistenza, si sa, è non fare un cazzo: stare fermi immobili in una posizione comoda, immersi nel più alto livello di benessere possibile.
Ogni attività da noi svolta è prodromica a quel favoloso momento in cui finisce, ed è finalmente possibile dedicarsi all'ozio. Incidentalmente, faccio notare che l'ozio ha assunto una connotazione negativa soltanto di recente e probabilmente per via del dannato capitalismo, mentre presso i romani l'otium era concepito in maniera ben diversa, in sintesi migliore.
Ecco il vero senso dell'attività fisica: portarci lontano dall'ozio, farcelo agognare, anelare, ma soprattutto farlo sentire meritato.

pensierino del giorno-03/06/2016

Vorrei provare la sensazione di spensieratezza e leggiadria di coloro che inneggiano a Peppino Impastato, urlano che la mafia è una montagna di merda, cantano e ballano la canzone dei cento passi mentre reggono in mano un simpatico cippone contenente simpatico fumo simpaticamente acquistato da simpatici spacciatori al soldo della simpatica mafia.
Grandi ragazzi, il migliore futuro di questo Paese siete voi.

venerdì 10 giugno 2016

pensierino del giorno-02/02/2016

Quantunque sia un vocabolo non di uso frequente, è opportuno riportare al centro di qualsiasi discorso il verbo 'slatentizzare'. Posto che non ho la benché minima idea di che cosa significhi né del perché lo conosca, ne è evidente l'estrema malleabilità.
Ti slatentizzo la mamma, potrete rispondere con garbo al pedone che attraversa la strada all'improvviso.
Hai slatentizzato il problema, si chiederà a chi dovrebbe averci perlomeno combinato qualcosa, col suddetto problema.
Slatentizzi antani, è invece la nuova formula per una supercazzola.

pensierino del giorno-01/06/2016

L'albicocca è democristiana, piace a tutti, ha un gusto semplice e d'immediata comprensione, sa parlare al cuore della gente e mette sempre d'accordo. Chi rifiuterebbe mai un'albicocca?
La pesca è socialista: se la mangi ti sporchi le mani, inevitabilmente.
La pera è comunista: gusto non per tutti, riottosa, orgogliosamente di nicchia, perennemente incazzata contro l'albicocca che ottiene ogni volta la maggioranza.
La banana è leghista: pesante da digerire, è un frutto per il disimpegno culturale, si sbuccia con estrema facilità ed è un corpo unico e compatto, quasi apprezzabile nella sua semplicità.

mercoledì 8 giugno 2016

pensierino del giorno-31/05/2016

I furgoni commerciali, quelli destinati al trasporto merci e senza finestrini, mi hanno sempre messo uno strano senso d'inquietudine. Di giorno, perché guidano male e in maniera pericolosa; di notte, perché penso che li usino i ladri, specie quando sono senza scritte.
La seconda è ovviamente una mia fissazione, chi ne è proprietario può utilizzarlo come gli pare e piace, anche come veicolo privato.
Qualche sera fa, però, ho finalmente potuto dare un briciolo di fondamento alla mia paranoia: mentre saettavo per un corso della città, con la coda dell'occhio sono riuscito a vedere un furgone grosso e bianco (senza scritte, ça va sans dire) parcheggiato a bordo strada con il portellone spalancato, e accanto due signori, i quali stavano spostando una bicicletta che fino a un secondo prima era presumibilmente appoggiata e legata a un palo per caricarla e andar via.
Il mio senso di cittadino si è prontamente fatto sentire, ordinandomi di frenare bruscamente per porre fine a tale vile ed illecito atto. Il senso pratico, invece, ha suggerito di accelerare, visto che tuonava da dieci minuti abbondanti e stava per venire giù un discreto acquazzone.
Ad uso e consumo dei leghisti: i due signori sopra menzionati avevano una carnagione non propriamente pallida.

martedì 7 giugno 2016

pensierino del giorno-30/05/2016

- Vieni in Calabria anziché andare a [omissis] -
- Eh lo so, bella, però...-
- La Calabria è bellissima e si sta benissimo. Il posto più bello del mondo e ti trovi benissimo. Basta che ti comporti bene -
Mi è servito un attimo per mettere bene a fuoco: basta che ti comporti bene, con conseguente alzata di spalle e sguardo d'intesa. Brivido lungo la schiena.
Sarebbe interessante sapere cosa intendono per bene.
P.s.: vero che il proprio territorio va conosciuto, però ogni tanto alzare lo sguardo male non fa.

pensierino del giorno-29/05/2016

Si diceva degli infami.
Come non annoverare, tra costoro, i cosiddetti bagarini?
Il bagarino è, per i pochissimi che ancora non lo conoscessero, colui che acquista biglietti per un qualsiasi evento/manifestazione con l'esclusivo scopo di rivenderli a un prezzo superiore, lucrando sulla differenza. In molti si improvvisano tali e lo diventano per necessità, quando magari scoprono di essere impossibilitati a presenziare in prima persona e decidono allora di ottenere un rimborso totale più un parziale risarcimento, mettendo il proprio biglietto in vendita a un prezzo superiore a quello ufficiale.
Altri, invece, lo sono di professione. Si appostano, famelici, in prossimità di eventi sportivi o concerti e comprano quanti più biglietti possibile, in attesa di ottenere poi il proprio profitto grazie alla dissennatezza degli appassionati, i quali arrivano a spendere somme impensabili pur di esserci.
Sono solo i soldi il motivo che deve spingere a odiare i bagarini? Posto che probabilmente sarebbe sufficiente, ma a ben vedere non è l'unico: essi infatti fanno ben di peggio che fregare soldi alle persone. Giocano al rialzo sui loro sentimenti, sulle loro passioni, impedendo a qualcuno di prender parte a qualcosa cui non vorrebbe rinunciare.
Per ogni bagarino col portafoglio ingrassato, c'è a casa una persona afflitta.
I bagarini vanno odiati collettivamente, solo così si possono sconfiggere: finché esisterà qualcuno che si piegherà al loro vile sistema, avranno una ragion d'essere.

mercoledì 1 giugno 2016

pensierino del giorno-28/05/2016

Difficile offrire una definizione precisa della categoria degli infami, trovo sia più facile fornire esempi di persone che vi rientrano a pieno titolo.
I primi sono i parcheggiatori abusivi.
Sono persone che priverei dei più elementari diritti: il loro profitto consiste nell'appostarsi nei pressi delle aree destinate al parcheggio dei veicoli per presidiare quelli liberi, in modo che lo sventurato conducente sia costretto a beneficiare del loro prezioso ausilio per parcheggiare la macchina.
A sto punto tanto vale che a scuola guida non insegnino la manovra, tanto ci sono loro che ti aiutano.
Spesso, una volta terminata l'operazione, si avvicinano con fare compiaciuto e vagamente in controllo della situazione, al fine di chiedere un obolo. Tale obolo si va a sommare al costo che bisogna già sostenere per parcheggiare, e non dipende in alcun modo dalla benevolenza del donatore, giacché vi è sottesa una simpatica minaccia, non differente dal pizzo di stampo mafioso: paga una piccola e temporanea assicurazione e alla tua automobile non accadrà niente di male.
Finché il balordo è da solo, si può cercare di fare lo sguardo da duro e non sganciare neanche una moneta, sperando che capisca che non siete la persona giusta da infastidire; la questione si fa più problematica quando la questua è richiesta a delle donne o a persone che si trovano comunque in una posizione di debolezza, poiché loro con ogni probabilità sottostaranno all'estorsione.
Il parcheggiatore abusivo è la mafia in piccolo, piccolissimo.
Ma il principio ispiratore non cambia: approfittare del più debole per estorcergli del denaro.

lunedì 30 maggio 2016

pensierino del giorno-26/05/2016

Capita di essere stanchi, stanchissimi, di avere voglia di andare a dormire, ma di essere al contempo immensamente felici, di un'euforia carica e adrenalinica, così invasiva che quando poggiamo la testa sul cuscino non riusciamo a dormire perché il cervello continua a roteare vorticosamente, proponendoci sequenze rapidissime di immagini labilmente collegate tra loro da associazioni pindariche e incomprensibili.
E' in questi momenti che vivere sembra davvero figo.

pensierino del giorno-25/05/2016

L'indipendenza è una cosa figa. Il non dover dipendere da qualcosa che non sia strettamente necessario per la nostra sopravvivenza, leggi cibo, acqua, aria e stadio.
Per questo motivo son sempre stato contento di non trovarmi nella situazione di ammattire perché non fumavo una sigaretta da troppo tempo, o perché non trovavo una dose di droga da consumare.
Provavo libertà, una sensazione piena di comando sulla mia vita.
Era bello il mio mondo prima che fosse sconvolto da Game of Thrones.

venerdì 27 maggio 2016

pensierino del giorno-24/05/2016

Coloro che si battono contro la vita notturna, cosa facevano da giovani?
Erano talmente strafatti da risultare catatonici e passavano le loro serate sul divano, nel migliore dei casi, o sotto un ponte, nel peggiore?

pensierino del giorno-23/05/2016

Il verbo locupletare significa diventare ricco, arricchire.
Mi sono svegliato con questa parola nella testa, senza un apparente motivo.
Locupletare.
Ora, non è che sia un verbo di quelli che si utilizzano tutti i giorni, però è giusto conoscerlo, perchè una lingua con decine di migliaia di lemmi va apprezzata in tutte le sue sfumature e in ogni suo recondito angolo.
Non per niente ho scoperto il verbo tramite Topolino, non ne sono sicuro ma non vedo alternative; quale miglior maestro di vita e di linguaggio di un fumetto che induce i bambini ad aprire il dizionario per cercare "disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera"?

mercoledì 25 maggio 2016

pensierino del giorno-22/05/2016

L'annusa-cazzate squilla in maniera forsennata non appena legge l'incipit: "Non sono razzista, ma..."

pensierino del giorno-21/05/2016

Quando penso a qualcosa di terribilmente stupido e banale, mi viene sempre in mente la storia del calabrone, che secondo autorevoli studi di aerodinamica non sarebbe in grado di volare a causa della struttura del proprio corpo, ma lui, non sapendolo, continua a volare.
Puzza di bufala clamorosamente, più degli immigrati che ricevono decine di euro al giorno e alloggiano in alberghi pluri-stellati. Poche parole chiave ben indirizzate su un motore di ricerca sono state sufficienti per liberarsi di ogni dubbio al riguardo: trattasi di cagata pazzesca, di quelle però che ormai piacciono, sono nazional-popolari, non fanno male a nessuno quindi tanto vale lasciarle lì dove sono, a regalare qualche frasetta acchiappa-consensi, e la speranza che un giorno anche noi riusciremo a combinare qualcosa che sembra impossibile.
Notare bene: questo pensierino aderisce alla campagna da se stesso promossa "emargina l'estraneo", infatti è totalmente scevro di termini stranieri.

martedì 24 maggio 2016

pensierino del giorno-20/05/2016

Una giornata trascorsa senza impiegare, in maniera corretta e per un numero di volte pari almeno a tre, la congiunzione quantunque, non può certamente dirsi trascorsa con profitto.

lunedì 23 maggio 2016

pensierino del giorno-19/05/2016

Nulla è più confortevole dell'udire il roboante rumore della sua espulsione del corpo, niente è più confortevole dell'essere inebriati dal suo afrore.
Una scorreggia è per sempre.
Persino gli effetti collaterali sono positivi, dacché al solo pronunziarla fa scappare un sorriso anche sulla bocca dei più austeri.
Quando questa società dalla doppia e finta moralità deciderà finalmente di accettare senza riserve l'esistenza dei peti e trarne il dovuto beneficio, sarà comunque troppo tardi.
Culi liberi.

pensierino del giorno-18/05/2016

Si è parlato, nei giorni scorsi, dell'opportunità di estendere a un secondo giorno l'apertura delle urne in occasione della tornata elettorale amministrativa che si terrà la prima domenica di giugno. Qualcuno ha fatto presente che in questo modo si potrebbe recuperare una parte dell'elettorato cosiddetto 'deluso', che rientra fra gli astensionisti quasi militanti, qualcun altro ha replicato che non basta un giorno di apertura in più per riportare a votare chi ha deciso di non prendere parte alla votazione, e per di più la decisione di aprire un solo giorno era stata presa in ottica di mantenimento dei costi, poiché si spendono un centinaio di milioni ogni ventiquattro ore.
Tutto molto bene, tutto molto bello.
Però restano un mucchio di cagate.
Specie se davvero si vuole che gli astenuti, uno dei partiti più in crescita negli ultimi anni, tornino a partecipare.
Che idea della minchia è piazzare la votazione, al di là del problema sul giorno singolo, in una domenica che è il giorno finale del primo ponte estivo? Com'è ben noto anche ai nostri prodi governanti, per esercitare il proprio diritto di voto è necessario recarsi fisicamente presso il proprio seggio elettorale, e allora per quale motivo scegliere una giornata nella quale, presumibilmente, le persone saranno in giro? Era troppo intelligente farlo la settimana prima o quella dopo, me ne rendo conto.
E' pleonastico specificare che dopo questo mio polemico intervento, qualcuno mi farà notare che invece la scelta è stata voluta e anzi dovuta in quanto blablabla le congiunture astrali e le scie chimiche fanno sì che sia la data migliore, oppure, in alternativa, ci penserà direttamente il risultato delle urne a smentirmi, con uno storico ed epocale 96% di affluenza.

venerdì 20 maggio 2016

pensierino del giorno-17/05/2016

- Oh non sai da quanto cercavo di fermare a te -
- Fermare te -
- A te -
- No: fermare te. Complemento oggetto, è transitivo -
- Aaah...e boh minchia allora scusa se...-
La voce si perde in lontananza.
Volete fermare le persone per strada per qualsivoglia motivo? Fatelo in un italiano accettabile.

pensierino del giorno-16/05/2016

Riveste crescente importanza, in un mondo ormai inesorabilmente orientato verso la globalizzazione, mantenere e preservare alcune delle più antiche e peculiari tradizioni locali. In quest'ottica, risulta essenziale concedere un adeguato lasso di tempo tra la fine del pasto, qualunque esso sia, e il momento in cui ci si lava i denti.
Benché la frenetica e cibernetica vita contemporanea ci spinga vieppiù a tagliare i tempi morti e accorciare i periodi improduttività, dobbiamo nondimeno restare umani. Poche cose, infatti, concedono maggior ristoro all'anima e allo spirito del poter godere del gusto del cibo in bocca, anche quando questo è terminato, per sentirlo dissolvere lentamente, cercando di carpirne ed assaporarne gli ultimi brandelli.
Salviamo una delle ultime isole di piacere. 

pensierino del giorno-15/05/2016

Il trago è quella parte esterna dell'orecchio che si trova davanti al padiglione auricolare, come se fosse un piccolo lobo attaccato alla testa; è un punto nel quale spesso le ragazze (e alcuni metrosexual) fanno il buco per l'orecchino.
In spagnolo, invece, trago significa sorso.

Con questo pensierino ho ufficialmente inaugurato la rubrica "cose delle quali non ve ne frega un cazzo".

giovedì 19 maggio 2016

pensierino del giorno-14/05/2016

La sottile linea rossa tra accondiscendenza e sottomissione è invisibile agli occhi di chi la sta calpestando.

pensierino del giorno-13/05/2016

Caro pensierino,
con i dodici di ieri ho superato lo stordilione di ragazzi. Qualcuno sostiene che io sia "facilotta", ma la verità è che sono maschilisti e retrogradi. Fosse un maschio nei miei panni, sarebbe un idolo.

Monica di Monza

Cara Monica,
innanzitutto congratulazioni! Neanche Paperon de' Paperoni era mai arrivato a conteggiare uno stordilione. Non sta a me spiegare le opinioni altrui, delle quali risponde solo chi le pronuncia, ma permettimi, incidentalmente, di ricordarti il vecchio adagio secondo cui una chiave che apre tutte le serrature è un'ottima chiave, mentre una serratura che si fa aprire da tutte le chiavi è una serratura di merda.

mercoledì 18 maggio 2016

pensierino del giorno-12/05/2016

Certi episodi segnano la nostra vita e cambiano radicalmente il nostro atteggiamento nei confronti di essa. Appartengono a questa categoria eventi che incidono profondamente sulla nostra personalità, sulla sensibilità, sui rapporti che abbiamo con gli altri: esempio classico sono i traumi, che siano dovuti a lutti o a grandi delusioni.
Altri punti di svolta possono essere invece rappresentati da grandi frasi o insegnamenti, che ci hanno illuminato e sottratto all'oscuro mondo delle tenebre.
Tra questi, penso valga la pena menzionare mio cugino, che quando mi vide mettere il limone dentro la birra Corona, mi disse che bere la birra col limone era come "leccare la topa con le mutande".
Non ho più bevuto la birra col limone.

pensierino del giorno-11/05/2016

Il disordine è arte.
Son bravi tutti a ritrovarsi nell'ordine, ma solo chi si sa orientare nel disordine riesce a dare una forma a ciò che, all'apparenza, mostra soltanto confusione.

martedì 17 maggio 2016

pensierino del giorno-10/05/2016

Tra i vocaboli e le espressioni che si sono meritatamente attirati i miei strali, è il momento di ufficializzare un nuovo ingresso: il verbo cubare, specie nella nuova accezione che talvolta si sente.
La Garzanti sostiene che cubare sia sinonimo di covare, mentre per la Treccani significa giacere; ad ogni modo, entrambe concordano che si tratti di un lemma antico. Sulla rete, tuttavia, si rinviene un ultimo significato, appartenente al linguaggio scientifico, e significa calcolare la cubatura.
Sarebbe carino sapere come si è potuto stuprare a tal modo un verbo, fino a riferirlo al denaro, utilizzandolo senza che abbia un preciso significato, ma in sostituzione di qualunque verbo adeguato non venga in mente in quel preciso momento.

pensierino del giorno-09/05/2016

L'idea del per sempre ha sempre esercitato un grande fascino su di me, trasmettendomi un'orgogliosa sensazione di proba lealtà; col tempo, tuttavia, ho iniziato ad avvertire un certo distacco, fino ad averne quasi paura. Semplicemente, a un certo punto non basta più a riempire la vita e si vuole qualcos'altro, è troppo riduttivo concentrarsi solo su quello.
L'aveva già detto il Vate Supremo, Barney Stinson: new is always better.

lunedì 16 maggio 2016

pensierino del giorno-08/05/2016

A giugno si svolgeranno gli Europei di calcio.
Non una notizia particolarmente fresca né interessante, ma per testimoniare che si tratta della prima manifestazione internazionale della quale ho ricordo. Certe immagini sono ben vivide nella mia mente, nonostante siano passati giusto...giusto...venti stramaledetti anni! Uno per ogni dito tra mani e piedi.
A stupirmi non è tanto il fatto che sia già passato tutto questo tempo, bensì che abbia netta e chiara memoria di qualcosa accaduto allora, mentre faccio fatica a ricordare cosa stessi facendo cinque minuti fa, giusto prima di mettermi a scrivere questo pensierino. Il processo di selezione dei ricordi è affascinante perché spesso involontario, ma talvolta mi capita, proprio nel momento presente, di rendermi conto che quei pochi istanti di vita me li porterò sempre dietro, a prescindere dalla loro importanza.

pensierino del giorno-07/05/2016

L'unico significato che riesco ad attribuire alla vita è zipillarla di esperienze, in modo da avere una folta biblioteca di ricordi nella quale perdersi quando il fisico non ci permetterà più di viverle.

venerdì 13 maggio 2016

pensierino del giorno-06/05/2016

La fame di conoscenza ed esperienze diverse divora l'uomo occidentale del terzo millennio, ma siamo sicuri che in fin dei conti non sia più felice chi vive ancora in uno stato simil-primitivo, dove le più grandi preoccupazioni sono procacciarsi il cibo e copulare ogni tanto?

giovedì 12 maggio 2016

pensierino del giorno-05/05/2016

Origliare è giusto.
Non tanto per il gusto di ficcare il naso nelle questioni private della gente, quanto piuttosto per ascoltare le persone, il loro modo di raccontare, gli stupri che perpetrano alla lingua italiana, le situazioni assurde che si vengono a creare. Ne possono nascere aneddoti talmente divertenti e succosi che i nomi veri diventano del tutto secondari e irrilevanti, e perfino la loro aderenza alla realtà fattuale scivola in secondo piano, per il semplice motivo che è bello pensare che sia andata effettivamente in quel modo.
Il preambolo era necessario a introdurre un frammento di conversazione che ho intercettato - in maniera casuale, non avrei problemi ad ammettere il contrario - tra un ragazzo e una ragazza, età apparente diciotto anni, ma ho capito che ormai dai tredici ai ventidue non sono più in grado di operare distinzioni di sorta, con tutte le deteriori conseguenze legali che ne derivano.
Stavano, i due, chiacchierando amabilmente appoggiati a una balaustra. A dir la verità dell'amabilmente non sarei troppo sicuro, lei però rideva, forse in maniera impacciata, lui non aveva l'aria di uno che se la stesse proprio spassando.
"E' enorme" dice lei a metà tra il divertito e l'imbarazzato, per poi aggiungere "è enorme e mi fa male".
Nei minuti successivi ho cercato di formulare varie ipotesi circa il soggetto di questa frase, questa innominata cosa dalle dimensioni così pronunciate da fare male alla ragazza.
Ebbene no, non mi sono venute in mente altre ipotesi che quella, la prima che di sicuro è balzata in mente a chiunque abbia letto questo pensierino. Vi dirò di più: sarebbe quasi brutto scoprire che in realtà si riferiva a...a....a qualcos'altro! Meglio lasciare la sospesa poesia di questo detto-non detto, l'oscuro mistero di un riferimento coglibile - in teoria - soltanto dall'interlocutore e non già da terzi curiosi.

mercoledì 11 maggio 2016

pensierino del giorno-04/05/2016

Curiosamente, non ricordo quale fu il primo anno nel quale salii a Superga per la commemorazione del Quattro Maggio. Negli anni precedenti erano stati organizzati eventi in città e a quelli avevo partecipato, senza andare su fino al colle.
Quello che mi rimase impresso nella mente, però, fu lo straordinario senso di lutto che ancora aleggiava, nonostante fossero passati quasi sessant'anni. In un'atmosfera molto piemontese, la gente parlava poco, e quando proprio doveva tendeva a bisbigliare, come se fossimo all'interno di un luogo sacro; invece ci trovavamo fuori dalla basilica, sul terrapieno  che guarda il lato delle campagne, dal quale non si vede la città. Pare d'essere spersi in mezzo al nulla, ma basta fare pochi passi nell'altra direzione per rendersi conto che Torino si stende ai suoi piedi.
Non c'erano molte persone, quella prima volta. Un numero giusto, del resto la commemorazione avviene rigorosamente il giorno quattro del mese di maggio, senza che conti in quale giorno della settimana cade, e non tutti riescono ad avere il pomeriggio libero. Intorno alle sedici inizia la messa, poi tutti quanti si spostano fuori per la lettura dei nomi dei caduti da parte del capitano della squadra. Non si facevano cori, la presenza dei giocatori a stretto contatto con la gente era vista come normale; l'intera commemorazione si svolgeva all'insegna della compostezza. Si arrivava in silenzio e in silenzio si tornava alla propria vita di tutti i giorni.
Da qualche anno, purtroppo, sono avvenuti dei cambiamenti: è diventato quasi un fenomeno di massa, tanto da richiedere la presenza di appositi elementi dotati di pettorine color evidenziatore, forze dell'ordine in gran numero, nonché paninari pronti a cogliere l'occasione di lucro; soprattutto, quello che è cambiato di più, è lo spirito dei partecipanti, che sembra vadano a una festa, a una sorta di giornata dell'orgoglio identitario, fanno foto coi giocatori, li acclamano, insomma i caduti del 1949 finiscono quasi per passare in secondo piano.
Superga non è più la stessa.
Magari hanno contribuito anche il sole che negli ultimi anni è arrivato a illuminare una giornata tradizionalmente uggiosa, con un clima che rispecchiava fedelmente lo stato d'animo dei torinesi.
Siccome sento che sto diventando, lemme lemme, un vecchio barbagianni, preferisco evitare la polemica frontale e sfilarmi silenziosamente da qualcosa che non mi rappresenta più e da persone con le quali mi lega solo il colore della maglietta.
Lascio ad altri questa nuova forma di ricordo, io provo maggior piacere nel celebrare in maniera intima e personale la giornata, come l'ho sempre intesa. Tra le 17.04 e mezzanotte vado su, davanti alla lapide che ricorda la più grande tragedia della storia dello sport italiano, e forse mondiale. Resto in silenzio a fissarla per il tempo che ritengo necessario, poi imbocco la strada di casa.
Bacigalupo
Ballarin
Maroso
Castigliano
Rigamonti
Grezar
Menti
Loik
Gabetto
Mazzola
Ossola