martedì 29 novembre 2016

Requiem per la sinistra

Avevo in mente questo pensierino già da diversi giorni, poi s'è messa di mezzo pure la morte di Fidel Castro. Seppur alla lontana, è l'inizio di quanto avevo annunciato e, in un primo momento, disatteso.
A partire dalla disgregazione dell'Unione Sovietica e, di conseguenza, dal superamento delle ideologie totalitarie del Novecento sul suolo europeo, lo scenario politico è mutato. L'evoluzione della tecnologia e dei mezzi di comunicazione ha subito, negli ultimi venticinque anni, un'impennata brusca e mai registrata prima; contemporaneamente, i partiti hanno effettuato una sorta di traslazione sul piano orizzontale, senza combaciare più con gli accoppiamenti che esistevano durante la guerra fredda: mi riferisco alla loro offerta politica e ai loro interlocutori, il loro elettorato di riferimento.
Per semplicità, si può rappresentare lo scontro politico come una mischia del rugby, dove i giocatori delle due squadre spingono, tutti insieme, per far indietreggiare l'avversario e guadagnare terreno verso la linea di meta. Il capolavoro si raggiunge quando si riesce a far spostare la mischia avversaria su un lato, liberando campo aperto alle sue spalle. Questo è più o meno quello che è accaduto alla sinistra a livello europeo: dopo decenni di dura lotta, ha iniziato ad accusare qualche acciacco. Forse stanca per le troppe mazzate prese, forse non più desiderosa della prima linea, ha messo meno energia nei contrasti, nella mischia, volgendo la propria attenzione verso altri soggetti: i partiti che erano il punto di riferimento delle masse di lavoratori hanno cominciato a fare gli occhi dolci a chi una volta era, in qualche modo, il nemico. Banche, istituzioni, fondi d'investimento, fondazioni, questi sono diventati i nuovi interlocutori della sinistra dopo la caduta del Muro. Proprio come nel rugby, non si sono accorti che alle loro spalle non c'era nessuno a difendere il campo, così altri partiti si sono infilati in quello spazio e lo hanno fatto loro. Non si chiamano più partiti di massa, ora vengono definiti populisti, ma nella sostanza poco è cambiato.
Una volta morto il comunismo, si può dire altrettanto delle esigenze che avevano portato alla sua nascita? Seppur superata l'età delle ideologie, è lecito affermare con sicumera che queste non troverebbero più spazio nella società contemporanea? Il superamento di determinati modelli è dato innanzitutto dal mancato raggiungimento degli obiettivi che questi si erano prefissati, però non sono venuti meno i loro presupposti, tanto che è bastato modificare l'approccio per giungere alla loro evoluzione, benché sotto mutate spoglie.

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