lunedì 30 aprile 2012

pensierino del giorno-30/04/2012

un uomo vale poco senza le persone che gli stanno intorno e lo supportano.
vi voglio quasi bene.
quasi.

domenica 29 aprile 2012

pensierino del giorno-29/04/2012

succede questo in francia: un poliziotto, inseguendo un criminale, gli spara e lo uccide. un giudice lo arresta per omicidio colposo e i poliziotti suoi colleghi s'indignano, sfilando per gli champs-elysées in protesta.
sarkozy, cercando come al solito la mossa demagogica, cavalca l'onda e si dichiara favorevole alla proposta del front nationale di introdurre la presunzione di legittima difesa delle forze dell'ordine nell'esercizio delle loro funzioni. non mi sto inventando nulla, si possono reperire sia le dichiarazioni che il punto nel programma del front.
orbene, facciamo una riflessione seria.
primo stadio di approfondimento: cosa significa questo? in italia si parla di legittima difesa quando si reagisce a un attacco cosiddetto corpore corpori, cioè diretto alla nostra incolumità fisica e portato con qualcosa che possa nuocere, tipo un corpo contundente. sono poi previsti una serie di altri requisiti, quali la reazione immediata, la proporzianalità tra azione e reazione, ma nel complesso la legittima difesa è ben immaginabile da ognuno di noi attraverso il buon senso. l'accertamento è da condurre caso per caso, sarà il giudice a verificare che la vittima si sia difesa legittimamente. invece no, qua vogliono partire da un diverso punto di vista: nel dubbio, sto dalla parte del poliziotto. introdurre una presunzione significa che, in assenza di prova contraria, una certa cosa è data per vera. quindi io posso vincere questa presunzione soltanto dimostrando che nel caso concreto è andata diversamente. è come iniziare una partita di calcio sotto di due gol: se riesci a farne tre bravo, vinci, altrimenti non è che pareggi, perdi anche se l'altro non ha fatto un tiro in porta.
è un provvedimento che offre un ampio scudo alle forze dell'ordine e pensarlo applicato qua in italia mi fa venire i brividi. basti pensare ai casi cucchi, sandri, aldrovandi et similia.
chiarita la storia, viene da chiedersi che applicazione possa avere una simile legge.
per esempio, nelle manifestazioni assisteremmo a pestaggi sistematici.
ecco, proprio da qui partirei per un'altra riflessione. le forze dell'ordine sono il braccio dello stato, da esso dipendono e da esso prendono ordini, senza mai contraddirlo, nonostante sia prevista per loro la possibilità di farlo. vorrebbe dire allora presumere sempre la legittima difesa dello stato, ma da cosa? dal libero dissenso di un libero cittadino, che viene represso con la violenza, infatti affinchè possa essere invocata la legittima difesa bisogna essere in presenza di un atto violento, di un'offesa arrecata all'aggressore. è uno stato che aumenta il proprio potere, lasciamo da parte il poliziotto singolo e le disquisizioni sul suo ruolo, per quanto interessanti. qui il problema sale di piano, riguarda non l'agente contro il ladruncolo, bensì lo stato contro i cittadini.
non solo al momento è in grado di usare la forza pubblica, ora può farlo con la quasi totale certezza dell'impunità. una potente arma come questa nelle mani di un politico con mire poco democratiche è molto pericolosa, come hanno dimostrato casi eclatanti del recente passato.
ultima parte: perchè mai uno dovrebbe votare per un partito che ha queste idee? perchè ha paura. paura del prossimo, una paura che gli è quotidianamente inculcata dai media e dai politici che rispondono solo a una grande legge, divide et impera. viene da sè, l'altro dev'essere pure diverso, e deve avere una voglia di libertà che sembri pericolosa. non si tratta di chissà quale libertà, è sufficiente la voglia di cambiamento, di qualcosa che modifichi lo status quo in una direzione per lui più egualitaria e garantista.

sabato 28 aprile 2012

pensierino del giorno-28/04/2012

c'è una squadra di baseball americana, i chicago cubs, che ha vinto il suo ultimo titolo nel 1908.
mentre ero a guardare lo streaming di una roba ammeregana, parte la pubblicità e vedo immagini di festa a chicago, scritte sui grattacieli per celebrare la vittoria finalmente ritrovata, folla oceanica per strada, gente in lacrime, insomma il classico contorno dell'evento del secolo.
ultima inquadatura sui giocatori allo stadio che si abbracciano e infine la telecamera si allontana fino a uscire, riprende la tv dove questa scena è trasmessa, poi passa a un joystick della play station e a reggerlo è un quarantenne mediamente sfigato che piange come un bambino.
sublime.

venerdì 27 aprile 2012

pensierino del giorno-27/04/2012

vi aspettavate un racconto? eccovi serviti.
un uomo nacque, visse e morì.
citazione colta, bravo chi la indovina.

giovedì 26 aprile 2012

pensierino del giorno-26/04/2012

decisi che era tempo di abbandonare i ricordi; un'ultima carrellata di immagini sul suo viso, sui suoi occhi luminosi di felicità e le sue labbra, il sapore dei baci, la prima volta in cui tra di noi calò il silenzio perchè le parole avevano esaurito la loro parte.
ogni emozione mi attraversò come una scarica mentre risuonava quella canzone che avrei voluto diventasse la nostra.
zeno cosini si è acceso per molte volte l'u.s., ultima sigaretta. dovevo essere più forte di lui, questa era la mia prima u.v., ultima volta in cui mi crogiolavo nel suo ricordo e non volevo che ne seguissero altre. la consapevolezza dell'ultima volta porta alla paura di non riuscire a ricacciare nel pacchetto ogni sigaretta che ammicca languida e provocante, chiedendo innocente: "che male vuoi che ti faccia? non vedi come sono piccola e inoffensiva? poi, andiamo, con tutte quelle che hai fumato pensi davvero che una in più faccia la differenza? suvvia". la vittoria arriva quando si accartoccia il pacchetto ancora pieno e lo si getta nel primo cassonetto, dimenticandosi addirittura di come funziona un accendino.
le parole che mi disse entrando in macchina erano il filtro della sigaretta ormai consumata, quando non resta più niente da aspirare. la rigiri tra le dita, la fissi, poi prendi la mira e con pollice e indice la scagli lontano. così abbracciai tutti i ricordi in una volta sola e li deposi in una cesta che abbandonai nel fiume dell'eternità, sperando che la corrente la portasse il più lontano possibile da me.
rimasi imbambolato un paio di secondi a fissarla mentre prendeva il largo, quindi m'incamminai nella direzione opposta con le mani in tasca e lo sguardo vuoto.
liberarsi degli oggetti è abbastanza semplice, la loro natura materiale incorpora tutto quello che per noi hanno significato, perciò buttarli via o romperli significa spesso fare la maggior parte del lavoro. per quanto affascinante, l'idea di sbarazzarmi della di lei salma avrebbe provocato conseguenze poco piacevoli sul piano del diritto penale, anche perchè prima avrei dovuto renderla cadavere.
l'unica soluzione allora è imparare l'occlumanzia che piton cerca invano di insegnare a harry potter: chiudere la propria mente, scacciare quel pensiero, non aprire il canale che ti metterebbe in comunicazione col passato, quell'angolo di passato relegato in un vicolo buio e cieco del nostro cervello, ancorchè affondi le sue radici fino al cuore.
finì di sicuro coi campi abbandonati alle ortiche, il flauto spezzato dell'orchestra che non suonò alle nostre non avvenute nozze e il ridere rauco solo per finta catartico e purificatore.
ai tanti ricordi, inutile negarlo, si unirono dei rimpianti, giusto per appesantire ancora di qualche macigno un fardello di per sè già insostenibile.
davvero il suonatore jones trovò la felicità senza mai rivolgere un pensiero non al denaro, non all'amore nè al cielo? voglio dire, sul cielo c'ero anch'io. e uno. già sul denaro avrei avuto qualche difficoltà in più, ma pensavo che il suo messaggio fosse quello di non esserne ossessionati e accontentarsi di quanto basta senza passare la vita alla sua spasmodica ricerca. e due. però è l'amore che ci muove, è l'ago della bilancia. è quella cosa grazie alla quale ogni ostacolo diventa superabile, la forza di vita.
per fortuna jones aveva una risposta anche a questo a lei non avevo mai rivolto la fatidica domanda, cioè che cosa vedesse in un vortice di polvere. là fuori c'era qualcuna che mi avrebbe risposto "la gonna di jenny in un ballo di tanti anni fa" e io l'avrei trovata, il segreto era non cercarla.
quando rossella o'hara è sullo scalone, appena lasciata da rhett butler, la macchina da presa stringe in primissimo piano mentre lei fissa un punto dell'orizzonte. "tara. la terra. domani è un altro giorno".
frasone epico, fazzoletti, nasi gocciolanti e l'america che trionfa. da tara bisognava ripartire e tara aveva il volto di una ragazza sul pullman che mi sorrideva sempre quando i nostri sguardi s'incrociavano.

mercoledì 25 aprile 2012

pensierino del giorno-25/04/2012

se solo le piastrelle parlassero.
custodi involontari dei peggiori segreti.
non esiste sussurro che sfugga alle loro orecchie, sguardo che eviti le loro occhiate.
sono imparziali e terzi, non prendono parte alle umane diatribe.
potrebbero fermare il primo a uscire dal palazzo, direzione ospedale, per iniziare una dura giornata; potrebbero fermarlo e dirgli che di lì a qualche minuto farà lo stesso percorso in senso opposto l'amante della sua convivente, che non ha neppure la delicatezza di pulirsi le scarpe sullo zerbino.
quando il portinaio fa la sua comparsa alle sette e trenta in punto per dare una rapida spazzata per terra, le piastrelle intuiscono che il via-vai comincerà nel giro di poco.
madri con bambini strepitanti, donne delle pulizie, professionisti, operai che devono eseguire riparazioni nei vari appartamenti.
ognuno di loro ha una testa, pensieri che tengono chiusi nella loro mente e guai se dovessero uscire.
divorzi, tradimenti, licenziamenti e tante ansie. ciascun pensiero ha un preciso destinatario che sarà colpito nel momento in cui meno se lo aspetta.
il ritorno riserva raramente delle sorprese: tutti i bellicosi propositi della mattinata sono rimasti nel mondo delle idee, bene che vada si aggiunge qualche preoccupazione, qualche motivo di ansia.
sporadicamente, arriva qualcuno felice, sollevato.
i più entusiasti comunque si riconoscono dal ghigno che hanno stampato in faccia e hanno un comune denominatore: sono stati invitati dalla strafiga del terzo piano.

martedì 24 aprile 2012

pensierino del giorno-24/04/2012

inconfondibile.
non era in grado di distinguere l'odore di due calzini usati da un mazzo di margherite, ma quel profumo era unico e poteva significare una sola cosa.
anticipava di un battito di ciglia il rumore dei tacchi.
tum-tum.
arresto a due tempi sulla soglia, come da copione.
aveva la testa immersa nelle scartoffie, eppure non aveva alcun dubbio su chi si fosse materializzata sull'uscio. il lento cigolio della porta sui cardini e poi il rumore della serratura, doppia mandata.
- posso? -
- sei già dentro -
- disturbo? -
che domanda del cazzo. ore otto meno dieci del mattino, lui era già in ufficio da almeno un quarto d'ora e in quel preciso istante si trovava assorto nella lettura delle memorie difensive, senza aver ancora alzato la testa china e in apparenza senza aver neppure perso il segno di quanto leggeva.
- figurati, quando mai. oggi pomeriggio ho solo l'udienza più importante della mia vita, prego, mettiti a tuo agio. fa' come se fossi a casa tua. -
è una pessima idea stuzzicare con un bastone un alveare, non riesci mai a scappare abbastanza velocemente.
si avvicinò lentamente, un passo dopo l'altro.
ormai il segno era perso, lo sforzo era concentrato nel non alzare la testa. tieni giù quella testa, idiota, si diceva, magari senza apparire un demente.
sai perfettamente cosa prevede il teatrino: tirerà fuori la sua voce melliflua e suadente, tu inizierai a non capirci un accidente e infine ti darai del cretino per l'ennesima volta.
- qualcuno ha messo il broncio? -
il discorso proseguì, ma ormai i suoi pensieri vagavano su altri binari. doveva dirlo e subito, senza perdere altro tempo.
- basta. finisce qui. ora esci per favore. -
d'improvviso assunse un'espressione adulta, lo guardò stranita e poi saltò fuori il peggior nemico di ogni maschio, l'intuito femminile.
- ami ancora tua moglie, vero? -
lo sai qual è la risposta esatta, hai passato l'intero tragitto casa lavoro a preparare questa frase, sputala fuori santiddio.
- sì -
bravissimo.
- lo dicevi anche ieri mattina. e la mattina prima. e tutte le mattine della settimana prima, nonchè quelle di questo mese, di quello precedente e...vuoi che risalga fino alle origini? -
duro colpo questo. quella donna era un camaleonte: entrata come una gatta, si era trasformata in cerbiatta e ora pareva una leonessa.
- ascolta bene, è ora di finirla. sul serio. questa discussione non andrà avanti, esci da questa porta e mettiti al lavoro. -
la leonessa tacque perchè l'istinto le suggerì che questa volta lui faceva sul serio.
per un paio di volte fu sul punto di aprir bocca, ma la richiuse. infine balbettò qualcosa.
- io... -
- ieri sera son tornato a casa, ero pronto a dirle tutto quanto. di noi due, intendo. avrei fatto la valigia, pronto a citofonarti mezzora dopo. oltretutto dopo quindici anni tra fidanzamento e matrimonio non è proprio così semplice, ma sentivo che ce l'avrei fatta. come spiegazione avrei usato nient'altro che la verità, cioè che sono un imbecille incapace di resistere alle avances di una che potrebbe essere mia figlia. tutta colpa mia, sia chiaro, lei non ne aveva alcuna colpa. negli ultimi tempi mi era parso avesse avuto qualche sentore di crisi, ma si era mantenuta discreta e io avevo tirato fuori la classica scusa del lavoro stressante. invece sai com'è andata? che lei effettivamente si era accorta di qualcosa, perciò ha spedito i figli dai suoi genitori; quando son tornato a casa non ho fatto in tempo a sfilarmi il cappotto che lei mi aveva già svestito di tutto il resto. quando siamo riemersi e, barcollando, ho raggiunto la cucina, c'era la tavola imbandita con una selezione dei miei piatti preferiti. ho provato a dire qualcosa, ma lei mi ha spinto sotto la doccia. ci siam seduti a tavola che ormai eran quasi le undici, dopo un'oretta ci siam trasferiti sul divano a raccontarci scemenze da ventenni. insomma, per fartela breve ho chiuso gli occhi alle tre e stamattina la sveglia era alle sei e trenta.-
silenzio.
proseguì.
- vedi, io ti auguro di provare un giorno la stessa cosa. l'ho sposata perchè ero convinto che fosse la donna della mia vita e ne ho avuto la conferma. sei giovane, bella, troverai qualcuno che un giorno faccia altrettanto per te.-
- cagasotto -
- no, non sono un cagasotto. lo sarei stato piantandola lì, distruggendo con uno schiocco di dita tutto quello che avevamo messo su insieme. -
- vaffanculo -
- chiudi la porta quando esci -
dopo alcune ore, arrivò un curioso sms dalla moglie. un tale, a quanto pare compagno del liceo, si era presentato a casa chiedendole di fuggire con lui. l'episodio l'aveva divertita a quanto pare. e lui per poco non se n'era andato davvero. di sfuggita vide sul sito di un quotidiano che era bloccata la metropolitana perchè, a quanto pareva, qualcuno si era buttato sui binari.
pensa che buffo se fosse stato quel tizio.

lunedì 23 aprile 2012

pensierino del giorno-23/04/2012

allora è tutto vero.
non è stato un sogno. oh-mio-ddio.
ieri sera davvero corona mi ha fatto l'occhiolino in discoteca. cioè, se mi sono svegliata ora nel mio letto e me lo ricordo bene vuol dire che è successo.
che figo da paura, quei tatuaggi e quell'aria sbruffona. quanto me lo farei.
con calma, attimo per attimo: quella sfigata di jessica mi ha detto minchia cazzo vai a ballare il giovedì sera è da sfigati, invece io lo sapevo che qualcosa di troppo pazzesco mi stava per succedere, lo diceva pure l'oroscopo che mi arriva via sms. mi ero tirata troppo bene col toppino bianco, lampada il pomeriggio stesso e french fresca fresca. mezzora di trucco come sempre ed ero pronta per stupire.
mentre mi agitavo in mezzo alla pista ho visto la gente che si allargava e mi spingeva lontana e ho pensato minchia di nuovo un'altra cazzo di rissa 'sti coglioni, invece c'era lui con sta camicia sbottonata e le collanine che era venuto come uno normale, come uno di noi. che grande! e quella scema di belen l'ha pure lasciato! fosse mio non lo farei uscire di casa per tutto l'oro del mondo. poi si è avvicinato e ho fatto di tutto per farmi notare, purtroppo c'era troppa gente e non l'ho toccato. però a un certo punto si è girato verso di me e ha fatto l'occhiolino. cioè no stavo per svenire.
fortuna che son rimasta in piedi, sai che figura? no troppo imbarazzo.
oggi vengono a farsi i capelli una vecchia scema e sua nipote, però appena se ne vanno lo dico a tutte le ragazze, saranno troppo invidioseeeeeee.
mio mio tutto mio.
è la mia settimana, dopo aver trovato borriello in centro pure corona in discoteca che mi fa l'occhiolino.
pazzesco.

domenica 22 aprile 2012

pensierino del giorno-22/04/2012

a sette anni si osserva il mondo dall'alto di non molti centimetri. questo però non impedisce una certa fluidità nel ragionamento: a domanda corrisponde risposta, punto di partenza che nessuno si sogna di mettere in discussione. se la risposta è quello che conta, allora tanto vale inserire nella domanda elementi che possano aiutare l'interlocutore nella scelta.
il modo migliore è la domanda chiusa, due alternative consentite tra le quali indicare la preferita.
ne consegue che, sotto la domanda "ti vuoi mettere con me?" (cosa volesse dire di preciso non lo sapeva nemmeno lui), appose due caselle con le prevedibili opzioni sì e no. in quel momento un dubbio sopraggiunse: e se non avesse avuto la risposta pronta? capperi, del resto anche lui magari avrebbe avuto delle difficoltà, chi se l'aspetta di trovarsi con le spalle al muro da un momento all'altro? gli sarebbe servito un briciolo di tempo per pensarci su, in modo da non compiere scelte affrettate.
bisognava rimediare e per fortuna nel foglietto c'era dello spazio rimasto. sotto il sì e il no aggiunse una terza casella "forse". ecco, ora era perfetto.
semplice, chiaro, elegante. aveva perfino usato i suoi fogli preferiti, quelli a quadretti grandi dove ogni lettera toccava sia il bordo superiore che quello inferiore della riga, panciuta alla perfezione. le sue preferite eran le o, sembravano dei tortellini. per una sfortunata coincidenza in questo bigliettino non ce n'erano.
lo piegò meticolosamente e lo consegnò al corriere, la sua vicina di banco. indiscreta e fidata, nonchè in confidenza con il destinatario della missiva. sotto sotto sperava che avrebbe fatto da cupido, anche se non lo pensava ad alta voce per paura che non si avverasse.
lei nell'intervallo quatta quatta lo diede a marco.
a fine giornata fu grande la gioia quando tornò indietro col sì barrato.

sabato 21 aprile 2012

pensierino del giorno-21/04/2012

sotto l'acqua della doccia si sentiva uguale a tutti gli altri, pur sapendo di non esserlo.
gli dava fastidio uscire e fissare la propria immagine nello specchio, notando per forza il diradarsi dei capelli. un'altra cosa che lo accomunava al resto dei maschi.
maniaco dell'ordine, sgocciolò ancora nel box doccia e uscì dopo più di un minuto, passando sul tappetino senza versare neanche una goccia sul pavimento; piccolo sorriso di soddisfazione mentre s'infilava l'accappatoio in microfibra.
tutto sommato non si poteva lamentare, dava l'impressione di avere una decina d'anni in meno. qualche segno dell'età iniziava a farsi largo, seppur con abbondante ritardo sulla tabella di marcia. prima di infilarsi le ciabatte badò bene di essersi asciugato i piedi, quindi si diresse in camera sua accompagnato solo dal rumore dei suoi passi sul pavimento.
ripassò mentalmente l'agenda della mattinata, per accertarsi di ricordarsela bene e di non dover portare dietro alcun appunto.
ore dieci, verduriere.
ore dieci e trenta, bar all'angolo.
ore undici, panettiere.
ore undici e quindici, edicola.
ore dodici, pastificio.
dopodichè si sarebbe concesso una pausa, in anticipo rispetto al classico orario di pranzo, così ne avrebbe approfittato per fare due passi all'aria aperta.
giacca, camicia, occhiali da sole. il tepore che aveva provato uscendo sul balcone lo aveva spinto verso i mocassini leggeri, per respirare un assaggino d'estate.
girando per strada notò il solito problema: il rispetto, cristo, il rispetto. la gente non incrociava il suo sguardo, pur sapendo benissimo chi fosse, cosa faceva e quale fosse il suo nome. le persone rispettose dovrebbero fermarsi e salutare, invece niente. pur sapendo. irritante oltre la normale tollerabilità.
tuttavia era meglio non abbassarsi a quisquilie quando si occupa una posizione di prestigio: recupero crediti, amava definirla. espressione che usava da molti anni, sebbene di recente fosse diventata, con suo grande disappunto, un po' troppo inflazionata.
i veri intenditori sanno sempre riconoscere la qualità, per quello che il negozio era pieno di massaie intente a scegliere verdure e ortaggi freschi. scelse con attenzione alcuni pomodori san marzano già rossi e morbidi, poi aggiunse della lattuga scarola e uno degli ultimi finocchi di stagione. il titolare del negozio fu più abile di quanto si aspettasse, pesò la merce e la infilò in un sacchetto insieme alla busta. non era compito suo controllarne il contenuto, ma sarebbe tornato a chiedere spiegazioni se non fosse stato abbastanza cospicuo. ringraziò e prese l'uscita, dirigendosi verso un basso edificio di mattoni in fondo alla strada. nonostante avesse la chiave del portone d'ingresso, suonò un campanello per due volte, due squilli brevi, poi aprì ed entrò. quello che gli restava da fare era posare la busta della spesa di fronte all'appartamento, bussare alla porta e andarsene.
una volta in strada diede un'occhiata all'orologio. in perfetto orario; del resto lo ingaggiavano perchè era un perfezionista e non sgarrava mai.
alla tappa successiva ordinò un caffè macchiato, oltre al consueto bicchier d'acqua per sciacquarsi la bocca. dopo averlo gustato chiese al barista come mai non ci fosse un quotidiano a disposizione del pubblico e un cameriere andò subito a prenderlo. glielo porse piegato, lui si sedette a un tavolo e lo spiegò, facendo scivolare la busta all'interno della sua giacca. gli capitava di tanto in tanto di chiedersi come mai questa pantomima, avrebbe dovuto chiedere un fumetto visto che non leggeva un giornale da tempo immemore, di sicuro più di quindici anni. la sua unica politica era badare a se stesso e curare i propri interessi, il resto importava poco. l'orologio gli comunicò che il tempo per le riflessioni era concluso, lo attendevano altri due impegni. chiuse il primo bottone della giacca e uscì, sistemandosi gli occhiali da sole sul naso. quando la brezza lo accarezzò pensò a suo padre, impiegato che passava la sua vita in uno squallido ufficio per due lire al mese. un uomo da disprezzare, che non aveva capito niente della vita. lui invece si era sistemato al meglio, guadagnava bene con poca fatica. non contava altro.

venerdì 20 aprile 2012

pensierino del giorno-20/04/2012

ci si sente stronzi a essere felici, ancora di più quando muore un tuo caro.
non parliamo del caso in cui il caro in questione sia un tuo genitore.
il succo d'arancia la aiutava a mandar giù i ricordi di suo padre che la spingeva sull'altalena, si arrabbiava quando faceva tardi tornando dalla discoteca, la accompagnava all'altare con gli occhi gonfi dietro gli occhiali spessi.
era felice perchè finalmente aveva ritrovato l'amore della sua vita, la sua compagna per trent'anni; aveva deciso di andarsene nello stesso giorno in cui vent'anni prima un tir aveva perso il controllo investendola sulle strisce pedonali.
il gorgoglio della moka la fece alzare per spegnere il gas e prendere la tazzina. suo padre aveva vissuto alla grande e per questo lo invidiava. era sempre stato il suo punto di riferimento e poco ci mancava che lo idolatrasse.
vedi, le disse prendendole la mano quando il parroco terminò l'omelia, oggi non ho dato l'addio a tua madre. è un arrivederci a tra vent'anni esatti, così avrò modo in questo tempo di farmi venire nostalgia di lei, di conoscere altre donne e rafforzare in me la convinzione che io abbia trovato la migliore che ci fosse.
sapeva che avrebbe mantenuto la promessa e quando la salutò dicendo che partiva per un viaggetto in svizzera capì che era giunto il momento di abbracciarlo per l'ultima volta. stando alle parole dell'oncologo, l'intervento gli avrebbe garantito il venticinque per cento di sopravvivenza, in alternativa gli restavano tra i sei mesi e un anno. troppo tempo, l'anniversario incombeva e lui non era certo il tipo da venir meno alla parola data. convinto di trovare l'amore anche senza un corpo dove farlo alloggiare, si presentò sulla porta di casa con la valigia, sorridendo. accennò a un taxi in attesa in strada e fece una battuta sul tassametro che corre.
le piaceva fare colazione dopo aver portato i bambini a scuola, quando la casa è vuota e si può fare tutto con lentezza. giornale aperto, succo d'arancia, caffè, pane e marmellata. un clichè, ma perchè no? se il clichè è buono bisogna rinunciarvi solo per fare i ribelli a ogni costo? niente affatto pensò spalmando la marmellata su una fetta appena abbrustolita, in modo che fosse calda ma non troppo indurita.
si piange per le tragedie, per le disgrazie, ma come si fa a piangere quando un uomo straordinario esce di scena tra gli applausi? magari una lacrimuccia di commozione, nulla di più. un attore che si congeda dal proprio pubblico merita il sorriso di chi lo ha amato, tanto più se ha il coraggio di farlo quando potrebbe recitare ancora, ma vuole tener fede a una vecchia promessa.
lei era stata parte integrante della meravigliosa vita del padre, regalandogli tre nipotini sani che lo riportarono a una seconda giovinezza. e nonostante tutto, continuava a essere orrendamente felice. il giornale regalava notizie di povertà, scenari futuri poco rassicuranti, e lei fischiettava un motivetto allegro.
citofono.
presto per il postino, magari un corriere espresso per suo marito. invece era un compagno del liceo, all'apparenza non del tutto in controllo delle sue facoltà mentali. si presentò trafelato, farfuglione, col volto paonazzo e i pochi capelli rimasti appiccicaticci sulla fronte. sembrava uno scherzo, poi capì che davvero le stava chiedendo di fuggire con lui; impreparata a un avvenimento simile cercò di comportarsi nel modo più naturale possibile, spiegandogli la situazione e il suo pessimo tempismo.
veloce com'era arrivato corse via, lasciandola a metà tra le risate e la preoccupazione, per lui, beninteso.
ne parlò al telefono con un'amica dopo la doccia e mandò un sms al marito per raccontargli lo strano incontro.
non le fu molto chiara la risposta. suonava qualcosa tipo "spero non sia quello di cui parlano sui vari siti dei quotidiani" seguito da faccina sorridente.

giovedì 19 aprile 2012

pensierino del giorno-19/04/2012

solita routine mattutina, poi davanti a sè le scale che conducono alla metropolitana. solito tragitto, solita giornata piatta in ufficio. e il mattino successivo sarebbe stato uguale.
la sera prima aveva visto un film dove un tale sbroccava e riusciva a cambiar vita. perchè lui no?
in fondo, non amava sua moglie. forse l'aveva amata un giorno, lei neanche quello.
consultò l'orologio: a spanne, l'amante doveva aver appena parcheggiato l'auto sotto casa, poi si sarebbe guardato intorno con fare circospetto e infine avrebbe citofonato, pronto a scattare nell'androne una volta aperta la porta. un vero peccato che avesse dovuto gettare la sua auto il mese prima a causa di una notevole quantità di zucchero nel serbatoio.
la collega con la quale aveva tradito sua moglie - oh, quale brivido di vita pura - era stata trasferita dopo due giorni. le sue corna invece andavano avanti da alcuni anni senza problema alcuno.
iniziò a scendere quei gradini così familiari, lentamente. si avvicinava al tornello e il sudore si faceva sentire sulla sua fronte, salivazione azzerata. andando a destra, nulla sarebbe cambiato. andando a sinistra, nulla sarebbe stato più lo stesso.
in tasca aveva il portafoglio con dentro carta di credito e bancomat, più alcune banconote di medio taglio. sufficiente per sopravvivere una settimana almeno.
fare tutto a occhi chiusi sarebbe stato più facile per la sua coscienza, ma di sicuro si sarebbe stampato contro il muro, quindi si fece violenza e li tenne aperti. il cuore scandiva il ritmo dei suoi passi mentre passava l'abbonamento e il bip meccanico annunciava l'apertura del cancelletto.
perchè tutta questa fretta? farlo domattina avrebbe cambiato di poco la sostanza; già, che senso aveva quest'improvvisa ansia? anzi, così facendo avrebbe trovato il tempo per progettare meglio il tutto ed essere meno intimorito.
no, no. procrastinare vuol dire morire.
sinistra.
quattro fermate, poi fuori. fra tre minuti lo aspettavano in ufficio, ma difficilmente qualcuno avrebbe preso nota della sua assenza. amava definirsi il tipico elemento che si confonde con la tappezzeria e nessuno si era mai preso il disturbo di dargli torto.
viale alberato, terza a destra e poi quattro isolati. palazzo in stile liberty, chissà quanto costava l'affitto di un appartamento al quinto piano con vista su tutta la città. un paio di mesi del suo stipendio probabilmente.
il dito prese l'iniziativa e suonò il campanello. la voce femminile era argentea e squillante come se la ricordava, un soffio di felicità a ogni respiro. ascensore, quinto piano.
la investì con le parole partendo da adamo ed eva, un discorso improvvisato e anche male. iniziò da quando lei fece a metà della sua cioccolata e di quanto la amò in segreto al liceo, cocente passione distrutta ogni giorno dal vederla ridere alle battute di qualcun altro.
la mia vita fa schifo, le disse, scappiamo. insieme.
lei rise poi dalla sua espressione capì che era serio. tacque, s'incupì. una mano tra i capelli ancora folti e voluminosi, colpo di tosse per schiarire la voce. era così forte e sicura di sè che lo fissava in volto, lui non aveva ancora tolto lo sguardo dallo zerbino.
non posso, cercò di rispondere nel tono più soave possibile, la mia vita è qua e io sono felice. mi...
non terminò la frase, era già in fondo alle scale.
lei è felice, io no. io ho perso.
il tutto era durato così poco che sarebbe arrivato al lavoro in ritardo di neanche un'ora. a che pro?
camminava con un'andatura svelta verso la metro, veloce prima che il coraggio lo salutasse per l'ennesima volta, lasciandolo fermo in mezzo alla strada come un pirla.
scese gli scalini, bip, non guardò neanche la direzione da prendere, cercò solo il primo convoglio in arrivo; sentiva il rumore sulle rotaie, la voce dell'altoparlante ricordava di non oltrepassare la linea gialla mentre lui si faceva avanti. poi il buio.

martedì 17 aprile 2012

pensierino del giorno-17/04/2012

il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte 
dalle iniquità degli esseri egoisti 
e dalla tirannia degli uomini malvagi. 
Benedetto sia colui che nel nome della carità 
e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre,
perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti
(ezechiele, 25:17)
il cammino dell'uomo abbagol è minacciato per ogni scalino
dall'iniquità della donna delle pulizie
e dalla tirannia della cera sulle scale.
Benedetto sia colui che nel nome di abbagol
e della sua buona salute asciuga i gradini con qualsiasi mezzo utile,
perchè egli è in verità il salvatore di abbagol e il ricercatore della sua salvezza.
(abbagol, 1:1)

lunedì 16 aprile 2012

pensierino del giorno-16/04/2012

lezione universitaria, annus domini duemiladodici.
possibile che debba sentirmi dire che l'inquisizione va vista con gli occhiali dello storico e non con quelli del giurista? che torquemada era considerato mite e la gente si rivolgeva a lui perchè era meno severo dei tribunali dello stato spagnolo?
a 'sto punto riabilitiamo hitler e stalin perchè tanto gli ebrei, come hanno poi dimostrato, son stronzi veramente e il cerchio dell'idiozia è finalmente chiuso.
hanno pure il coraggio di far notare che le pene venivano eseguite nel braccio secolare e cioè dallo stato e nelle sue prigioni, lasciando intendere che queste sanzioni erano previste anche per i reati comuni. peccato che sia proprio questo il discrimine: far bruciare un tizio a causa del suo diverso amico immaginario o magari per il fatto che non ce l'ha. con uno sforzo notevole si cala la punizione prevista, che ne so, per l'adulterio o l'omicidio nel sistema penale dell'epoca e allora in qualche modo si comprende l'afflizione eccessiva; qui però non siamo mica in campo penale.
sono i cazzacci miei.

domenica 15 aprile 2012

pensierino del giorno-15/04/2012

per la ricerca dell'esame di terza media avevo letto centomila gavette di ghiaccio di bedeschi, testimonianza atroce della spedizione italiana in russia.
a casa di mia nonna ho trovato un volume dello stesso autore, si chiama "nikolajewka, c'ero anch'io" e contiene i ricordi di vari sventurati che si trovarono nell'armir. devo ancora leggerlo, però ho già dato un'occhiata a delle foto dell'epoca originali che sono in mezzo al libro.
sarò patetico, retorico, banale, ma son convinto che sia il simbolo della tragedia vissuta dall'italia. più di molte altre immagini, esperienze, racconti vari. anche perchè a livello di numeri non siamo inferiori a niente: centomila persone prese e mandate a morire al freddo, neanche la decenza di un trapasso rapido e indolore. la sofferenza provata dagli alpini al cospetto del generale inverno è lo specchio di un paese lacerato e finito in qualcosa di più grande di lui, dove era sballottato qua e là in preda a forze incontrollabili.
mi domando se il loro sacrificio sia servito a qualcosa.
mi rispondo di no.

sabato 14 aprile 2012

pensierino del giorno-14/04/2012

è troppo comodo pensare di non poter cambiare la realtà.
come l'abbiamo creata e modificata fino allo stato attuale, così la si può stravolgere.
bisogna uscire dal proprio guscio e fare tutto il possibile, i limiti non esistono. vengono spostati un pezzettino più in là con ogni azione e dalla nostra determinazione.
magari si fallirà, mica la vita è un film a lieto fine.
l'unica certezza è che stare fermi a casa propria non servirà a nulla.

venerdì 13 aprile 2012

pensierino del giorno-13/04/2012

la cravatta è croce e delizia degli uomini.
alcune suscitano i complimenti della gente, altre son talmente orripilanti che ci si domanda quale forza esterna e invincibile possa averli costretti a indossarle.
nel gubbio, la t-shirt vince sempre.

giovedì 12 aprile 2012

pensierino del giorno-12/04/2012

dopo quanto tempo tramonta un idolo?
cosa deve fare di negativo per scendere dal piedistallo sul quale è stato messo?
la gravità degli atti successivi dev'essere tanto maggiore quanto più è stata alta la curva del suo successo, poco ma sicuro: nessuno direbbe che gandhi era uno stronzo perchè si scaccolava durante i pasti.
va detto che al giorno d'oggi di idoli non ne vedo, non a caso andiamo sempre a pescare nel passato alla ricerca di punti di riferimento. a destra e sinistra quando devono pensare a due figure portanti tiran fuori almirante e berlinguer, mica storace e vendola.
i più furbi son quelli che, una volta capito di essere giunti all'apice e di non potersi più migliorare, smettono e si dedicano ad altro, lasciando incontaminata la propria immagine. solo che serve umiltà per poterlo fare, dote quanto mai rara.

mercoledì 11 aprile 2012

pensierino del giorno-11/04/2012

la vita è fatta di piccole certezze.
ogni mattina sappiamo che sorgerà il sole.
la terra gira attorno al sole.
se mettiamo le dita nella presa scoperta ci facciamo la bua.
quando si passa da masone c'è brutto tempo, possibilmente pioggia. ho l'onore di aver attraversato tutto il paese in motorino e nonostante fosse agosto pieno sembrava di essere a metà autunno.
com'è possibile che non sia ancora un paese fantasma?

martedì 10 aprile 2012

pensierino del giorno-10/04/2012

quando avevo undici anni imparai questa sconcia freddura: qual è la differenza tra la lega e una sega?
nessuna, entrambi sono movimenti del cazzo.

lunedì 9 aprile 2012

pensierino del giorno-09/04/2012

è difficile tagliare certi legami col passato.
talvolta diventa più semplice disfarsi dei ricordi e voltare pagina.
invece, cari nonni, abbiamo tenuto la vostra casa di tirrenia, dove voi avete cresciuto i vostri sette nipoti.
la faremo più bella di prima, apportando dei cambiamenti dei quali non avreste nemmeno voluto sentir parlare e ogni mobiletto spostato ci farà pensare a voi.
i pupazzetti di abraracourcix e beniamina, il capo del villaggio di asterix e sua moglie, resteranno al loro posto nella vetrinetta del salotto dalla quale possono controllare tutta la casa.
per la prima volta ci porterò qualcuno di torino che non sia solo di passaggio, rivoluzione copernicana. ci sarà il barbecue, il tavolo da ping-pong, giocheremo a pallone in giardino.
in effetti avete parecchio rotto i coglioni con la vostra rigidità, d'altra parte era casa vostra e potevate disporne come volevate.
a pensarci bene, è anche per questo che viviamo: quello che si costruisce vita natural durante vogliamo che prosegua attraverso i nostri eredi, come se una piccola parte di noi continuasse a vivere negli oggetti. sarà così.
1919-1999
1922-2011
in loving memory of.

domenica 8 aprile 2012

pensierino del giorno-08/04/2012

penso di averlo già scritto, ma non mi dispiace camminare sotto la pioggia.
affrontare le intemperie a capo scoperto mi fa sentire forte, come se fossi superiore. sì è proprio questo, vedere le altre persone che fanno di tutto per coprirsi, come se avessero paura, mentre resto imperturbabile anche se bagnato fradicio come loro.
in più, l'acqua lava via tanta negatività e siccome dopo la tempesta di norma arriva la quiete, ci sono le condizioni ideali per essere felici a un livello superiore, perchè dopo aver provato il maltempo si apprezza ancora di più il sole.

venerdì 6 aprile 2012

pensierino del giorno-07/04/2012

mi rendo conto che, nonostante tifi toro, non sono abituato al finale triste.
bene o male il lieto fine è lì che galleggia nell'aria, non esiste nulla di irrecuperabile.
colpa sia del modo in cui sono cresciuto, sia dei valori inculcati dalla nostra società, con tutti questi film dove la vita è meravigliossssa, i buoni trionfano e tutti a casa alè.
bisogna prepararsi a perdere qua.
o almeno a veder ridimensionato tutto, rimboccarsi le maniche di fronte alla sconfitta.
ecco, il problema è quando non ci sarà un domani nel quale recuperare.
il domani in realtà serve sempre a recuperare, magari si perde su un fronte ma si prova a vincere altrove; quello che temo è il momento in cui la debacle sarà totale e imporrà uno stop grosso come una casa.
che fare allora?
quando ci si rende conto che la vita che stiamo vivendo dobbiamo tenerla in prima persona e non guardandola dall'esterno come se fosse un racconto, dove esprimiamo la nostra vicinanza allo sfortunato protagonista, ecco in quell'istante si aprono le porte della tristezza.
dite che questi pensieri sono correlati alla vecchiaia che avanza?

pensierino del giorno-06/04/2012

si sentono storie incredibili al mondo. si fantastica su chi possano esserne i protagonisti, come se non potessero essere personaggi veri, come noi.
invece a volte accade di conoscerli pure.
il contorno storico purtroppo non è precisissimo, va preso per quel che è.
colpo di stato in cambogia, famiglia nobile, forse addirittura quella reale, sterminata.
una figlia si salva nascondendosi tra gli altri cadaveri e fingendosi morta per un paio di giorni, finchè non riesce a scappare.
si rifugia a parigi, dove scrive un libro nel quale sono contenute le sue memorie e il racconto di questa tragica esperienza. un genovese lo legge, se ne innamora e decide che la sposerà. senza sapere una parola di francese prende, parte e va a parigi. riesce a incontrarla, si conoscono e ora hanno due bambini.

giovedì 5 aprile 2012

pensierino del giorno-5/04/2012

gli esseri umani si dividono in due categorie: quelli che hanno qualcosa dentro e quelli che dentro sono vuoti. a chi obietta "sì, ma gli organi interni?" rispondo suca. i secondi, quelli vuoti, sono come un cubo, bene che vada un parallelepipedo o a esser proprio generosi una sfera, comunque monocolore. la facciata potrà anche piacere, ma alla lunga stufa. del resto, un uovo di pasqua senza sorpresa è destinato a durare solo finchè l'uovo non è stato interamente mangiato.
i primi invece hanno la forma di un prisma e riflettono colori sempre diversi a seconda di come li giri davanti alla luce. hanno anche un altro vantaggio: sanno indagare al loro interno, trovare le proprie passioni e portarle fuori a parole, coinvolgervi le altre persone e renderle partecipi.
forse si avvicina a quella che qualche filosofo del passato chiamava appercezione.

mercoledì 4 aprile 2012

pensierino del giorno-4/04/2012

quando albus silente scopre che harry potter ha un canale aperto con voldemort, grazie al quale il signore oscuro e il ragazzo entrano in contatto telepaticamente, decide che dev'essere chiuso. così spedisce harry a lezione da piton affinchè impari l'arte dell'occlumanzia, cioè l'abilità di chiudere la propria mente. piton tenta di penetrarla e con successo, mentre harry è del tutto incapace di resistere, in pratica mette in sharing i propri pensieri, i ricordi, tutto quello che è contenuto nella sua testa.
sarebbe utile imparare l'occlumanzia. se non altro, per il momento in cui uno è a letto e vorrebbe dormire, mentre centomila pensieri infami si accalcano uno sull'altro e non danno tregua al cervello. non per forza cose brutte, magari son pure piacevoli, però non c'è verso di dormire perchè non si riesce a posizionare la levetta su off. ecco, lì bisognerebbe riuscire a schermarsi completamente, lasciarli fuori mentre bussano e sprofondare in un placido sonno.

martedì 3 aprile 2012

pensierino del giorno-03/04/2012

orbene, quando si condivide una macchina coi propri familiari è normale che ognuno di loro decida di personalizzarla un minimo. siccome nessuno di noi ha bisogno di particolari gingilli dal fine estetico, tutto questo si esplica nella scelta della stazione radio o del cd. finchè si tratta di radio non c'è problema, pigiando un tasto tutto torna come prima.
più problematico è il fronte dischi, perchè bisogna ingegnarsi e agire velocemente mentre il semaforo è rosso, a meno di non volersi lanciare in spericolate acrobazie guidando con le ginocchia.
il dramma si scatena in tutta la sua drammatica potenza quando scopri che non solo il cd di de andrè è stato tolto, ma che è stato sostituito da una porcata truzzo-disco il cui pezzo forte sono un paio di brani di pitbull, per chi non lo conoscesse è quello pelato, vestito bene, occhiali da sole e se la crede un casino

pensierino del giorno-02/04/2012

sdeng, fa la traversa.
puttana miseria, fai te.
il portiere è fuori causa, ma il rigore s'infrange su quella barra di metallo messa parallela al terreno.
sdeng.

domenica 1 aprile 2012

pensierino del giorno-01/04/2012

in un giorno di primavera sei tornata.
erano mesi che non ti facevi sentire.
tutt'a un tratto, sei ripiombata come un ciclone nella mia vita.
lo sai bene, speravo che fosse finita per sempre.
ho fatto di tutto affinchè accadesse davvero, affinchè le nostre strade non dovessero incrociarsi mai più.
poi silenziosa come la notte sei scivolata al mio fianco, dandomi il tuo bacio.
vaffanculo, ti odio.
allergia di merda.