giovedì 24 novembre 2016

Coscienza critica

Per quanto uno possa cercare, non troverà mai un più grande rompicoglioni dell'elettore di sinistra italiano. Quando dico sinistra intendo quella che è esistita fino agli anni Novanta del secolo scorso, l'unica che potesse definirsi in qualche modo erede del PCI. Non è una coincidenza che abbiano sempre patito enormemente le crisi di governo, perché non appartiene alla loro cultura né il concetto di voto utile né quello di voto di appartenenza, per il quale si segue compatti lo schieramento.
United we stand, divided we fall.
Devono avere fatto un po' di confusione al riguardo.
Nonostante tutti i limiti e i problemi che questa eccessiva libertà di pensiero comporti, il principio tacito non è mai stato messo in discussione, contrariamente a quanto è accaduto con i rivali storici, che si sono sempre presentati compatti come una corazzata, pronti a difendere la loro posizione anche una volta esaurite le munizioni, ossia le argomentazioni, ma persino in totale assenza di queste.
Senza che ciò comporti in qualche maniera un'adesione alle proposte politiche della sinistra, ho sempre trovato preferibile questo modello; in molti lo criticano definendolo perdente, e la storia dà loro ragione. L'alternativa, però, m'inquieta: ricordo com'era il centrodestra di un tempo e lo rivedo nei grillini di oggi, con la medesima sensazione di turbamento di fondo. Ribadisco, non per le singole posizioni espresse, quanto per la totale e acritica adesione.
Sarà che sono stato influenzato dalla lettura di 1984 quando avevo quattordici-quindici anni, per cui tutta la mia vita sarà dedicata ad evitare che si finisca in un sistema del tipo delineato nel libro, però il pensiero unico mi ha sempre fatto paura, per un motivo molto semplice: proviene da una persona sola, cui gli altri in qualche maniera concedono l'esclusiva. Questa persona detta la linea e tutti gli altri dietro, senza che vi sia un minimo di coscienza o volontà nell'adesione. All'inizio può ancora andar bene, perché si comincia col propugnare tesi piuttosto morbide, il problema è che dopo, di solito, si passa a stronzate galattiche e spesso pericolose.

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