mercoledì 31 ottobre 2012

pensierino del giorno-31/10/2012

nella vita bisogna saper ridere.
cominciando dal basso: c'è una borsa con un milione di euro dentro e se la contendono babbo natale, un livornese furbo e un nano. chi la prenderà? ma è ovvio, il nano; gli altri due non esistono.

martedì 30 ottobre 2012

pensierino del giorno-30/10/2012:

ci sono due cose che mi fanno veramente paura nella vita: gli squali e le religioni.
sui primi non mi soffermerei granchè.
capita, studiando diritto, di scontrarsi con dei casi veramente crudi, che dovrebbero costringere chiunque a fermarsi e pensare un momento. per la libertà religiosa è morta della gente, altri hanno sprecato fiumi di inchiostro...e volevano questo? mi viene da dubitarne. forse sono troppo influenzato da una visione cattolica della vita, dalla quale bene o male è permeata la nostra società, che pone al centro la salvaguardia della nostra esistenza a qualunque costo. pur prendendone le distanze anche nettamente in alcuni casi, a mio modo di vedere non è il caso di giocarci tanto.
per cui, ecco cos'è accaduto nel settembre del '94 nell'entroterra catalano.
un ragazzino, figlio di due testimoni di geova e anch'egli praticante, ha bisogno di una trasfusione di piastrine. la situazione non è ancora disperata, però è chiaro che prima si interviene e meglio è perchè il suo quadro clinico desta parecchie preoccupazioni. ovviamente i genitori non vogliono sentirne, così i medici son costretti a rivolgersi d'urgenza all'autorità giudiziale che autorizza i sanitari a intervenire. a quel punto si scatena quella che per me è la vera tragedia: il bambino è terrorizzato dall'idea e i medici non se la sentono di sedarlo e operare sotto anestesia, dato che al risveglio sarebbe ancora peggio. si rivolgono quindi ai genitori chiedendo di intercedere presso il figlio affinchè acconsenta alla somministrazione delle cure.
niente da fare.
anzi, nonostante i medici gli avessero detto che non erano a conoscenza di cure alternative, prendono il figlio e lo riportano a casa. dopodichè lo rimbalzano tra uno specialista a barcellona che conferma il primo parere e l'ospedale di saragozza, dove ancora ripetono che è l'unica soluzione possibile. infine il tredicenne viene portato in ospedale quando ha una crisi e, non potendo opporre alcuna resistenza, viene eseguita la trasfusione.
negli stati di diritto contemporanei vengono riconosciuti due diritti ai cittadini: innanzitutto quello di professare il proprio culto e in secondo luogo quello di rifiutare le cure mediche. stando a questi dettati costituzionali è chiaro come i testimoni di geova non facciano niente che vada contro la legge.
però ritengo ci sia qualcosa che in certi casi si colloca oltre, ed è la nostra ragione. la legge d'altra parte non è altro che il frutto di essa e deve per forza essere un compromesso, quindi lascia lacune, zone d'ombra.
il mio problema è quando si coniugano questi due diritti, quando si rifiuta una cura in nome di cosa? capisco la necessità di credere a un essere superiore, una creatura prima, ma se ci ha fatti per vivere sarà pur il caso di sfruttare questo dono o no? e non basta che queste regole condizionino la nostra esistenza, dobbiamo pure imporle agli altri, in questo caso un ragazzino di tredici anni che ha scelto di morire piuttosto che ricevere una trasfusione.
già, perchè poi è morto.
se lo si vuole affrontare in modo non superficiale è un discorso maledettamente complicato, in quanto non è per nulla scontato che la ragione mia sia uguale a quella di chi mi siede accanto in metropolitana. però criste, ha davvero un senso morire per questo? è un morire degno?
sono donatore di sangue perchè credo nella solidarietà umana e lo sono da quando ho compiuto diciotto anni. al novantunesimo giorno dalla precedente donazione mi presento puntuale all'avis e lascio quasi mezzo litro di sangue. penso sempre al bisogno che la gente può averne e appare inconcepibile l'idea che si possa rifiutare in nome della bibbia. ma allora non è un dio, è un torturatore, è crudele.
e che senso avrebbe permettere la chemioterapia e non una semplice appendicite?
si affastellano troppi spunti per poter lucidamente risolvere la faccenda.
l'unica cosa che so è che per me due genitori così sarebbero da rinchiudere buttando via la chiave.

lunedì 29 ottobre 2012

pensierino del giorno-29/10/2012

credo di aver già dichiarato varie volte di essere lettore di internazionale, rivista settimanale che propone articoli presi dalla stampa estera e tradotti in italiano.
orbene, leggendo sul cesso (il trono del sapere) un articolo sulla situazione italiana mi son reso conto di come  arricchisca poco chi conosce un minimo la nostra situazione: essendo pubblicato all'estero è destinato a una platea di lettori perlopiù digiuni di notizie precise e inizia inevitabilmente con una panoramica sul quadro storico-politico italiano e anche il prosieguo è raro che vada in profondità nella sua analisi, resta abbastanza sul vago. motivo per cui sfrutto internazionale soprattutto per le notizie dall'estero o reportage su situazioni a me totalmente ignote, per quanto sia sempre interessante sapere cosa si pensa di noi oltreconfine.
l'obiettivo del pensierino odierno è però focalizzare l'attenzione su un altro aspetto del summenzionato articolo: le foto. dato che è piuttosto lungo, ce ne sono una serie e dipingono l'italia peggiore.
l'aggettivo peggiore è inevitabilmente dato dal punto di vista di chi scrive, ma ciancio alle bande, eccovi l'elenco delle immagini presenti:
- folla tracimante di pellegrini a san giovanni rotondo il giorno undici settembre duemiladieci
- piazza piena per un concerto di rosario miraggio, vi consiglio caldamente di scoprire chi è su youtube, in prima linea ragazzine cicciottelle con lacrima pronta alla vertiginosa caduta, bocca già semiaperta per urlare senza apparente motivo e braccia piene di scritte col pennarello
- selezione di veline
- non poteva che venire subito dopo il manifesto della festa della libertà promossa da ilvio, la chiamava così si vede che pensava che il codice penale non potesse varcare quella soglia
- infine la più normale, sostenitori di ilvio in una piazza fiorentina, ma fin qui a parte la discutibile scelta politica non c'è niente da obiettare.
posto che ogni paese ha i suoi limiti e difetti per cui ritengo assurdo che venga a farci la morale chi fa ancora accomodare la gente sulla sedia elettrica, chi impazzisce per le nozze dell'erede dell'erede al trono (per quanto in effetti l'accoppiata sposa-sorella portasse un discreto tasso di figaggine) e compagnia cantante, è giusto cominciare con dell'autocritica. quindi la domanda da porsi non è quando diventeremo un paese normale, bensì quando diventeremo un paese decente?

domenica 28 ottobre 2012

pensierino del giorno-28/10/2012

scrivere è mettersi a nudo, senza uno straccio di vestito. l'istinto è quello di coprirsi le parti intime, poi il freddo fa rabbrividire tutto il corpo e le braccia non bastano più per dare calore alle membra.
allora ci si abbandona come sotto la doccia fredda, lasciando che l'acqua fluisca senza badare ai tremiti, concentrandosi solo sul piacere, il piacere sublime di instillare qualcosa di sè nelle righe nascondendolo nei giri di parole, nelle perifrasi e nei personaggi che servono a vederci da fuori.
si finisce col mettersi in pubblica mostra senza alcun pudore, pensando che sia la cosa più naturale del mondo; siamo di vetro, non esistono più segreti.
il rischio è che ci si concentri troppo su se stessi e si trascuri il lettore, non lo si prenda più come riferimento e  anzi si pensi solamente ai nostri problemi, che pur essendo magari importanti non possono diventare predominanti. ecco, in quel caso bisogna rendersene conto e non divulgare certe cose, non perchè siano affari propri, ma perchè chiaramente non è destinato al pubblico.

sabato 27 ottobre 2012

pensierino del giorno-27/10/2012

appartengo a quella categoria di persone che hanno sempre avuto enormi problemi con l'arte contemporanea. inizialmente non potevo tollerare le opere di mondrian, poi la scoperta del dadaismo, di duchamp, di man ray, mi ha aperto la mente e ha smussato la mia posizione al riguardo. diciamo che ora posso tollerarla, per quanto nella mia vita abbia visto solenni porcate esposte nei musei più rinomati del mondo: al guggenheim di new york mi sono imbattuto in un'indimenticabile vassoio pieno di caramelle incartate personalmente dall'autore con tanto di cartello che invitava a servirsene (distruzione della propria opera d'arte e quindi nichilismo interiore? artista geniale e maledetto che si sporge dal cornicione solo perchè la gente lo implori di non farlo, in nome del vuoto che lascerebbe nel mondo? ma buttati) e la porcata delle porcate, cioè un pezzo di legno sul quale erano state spiaccicate numerose mosche. a questo punto spiace davvero che mia madre abbia sempre osteggiato la mia nobile attività di scaccolatore, ora sarei esposto come minimo al prado di madrid.
di fronte a queste scemenze sorge spontaneo un interrogativo: chi prende per il culo chi? gli artisti sono sfruttati dai critici per prendere in giro il pubblico o sono loro gli artefici primi della macchinazione? tanto per cambiare il consumatore, cittadino, contribuente, elettore, visitatore, cliente, chiamatelo come volete, è sempre colui che ci perde.
è il critico che prende una scorreggia e ne tira fuori un capolavoro notando livelli di lettura ignoti perfino all'autore medesimo con lui che si scompiscia dalle risate mentre gli pagano un sacco di soldi un pezzo di carta appallottolato oppure pensa davvero a certe cose mentre crea l'opera? cioè la sua anima, la sua alta levatura artistica, la sua sensibilità, lo portano a scrutare per ore il foglio finchè la mano, mossa direttamente dal sacro fuoco dell'arte, non lo prende e lo appallottola?

venerdì 26 ottobre 2012

pensierino del giorno-26/10/2012:

c'era una volta una principessa.
sì, lo so che le principesse ci sono state sempre state, in ogni tempo e quindi ogni volta e pure più di una contemporaneamente, però ora mi riferisco a quella volta e a quella principessa.
come ogni principessa che si rispetti indossava le allstar, non mangiava i broccoli e adorava fare shopping.
attraversava una fase comune a molte ragazze: non trovava un ragazzo che le piacesse, così un giorno suo padre bussò alla porta: - posso? -
- vieni -
entrò timoroso nella stanza della figlia e cercò con lo sguardo un posto dove sedersi, ma sentendosi impacciato preferì restare in piedi.
- vedi...so di averti messo di fronte a una scelta difficile. d'altra parte tu non sei e non sarai mai una ragazza normale, sei l'erede al trono e non ti è permesso vivere una vita come tutti gli altri, nonostante io abbia fatto il possibile affinchè questo accadesse. ci troviamo in una situazione piuttosto complicata: il nostro stato non versa in floride condizioni, perciò è bene riacquistare la fiducia dei mercati. ho voluto che tu studiassi perchè sapevo che avresti dovuto esser pronta a prendere in mano le redini di tutto quanto da un momento all'altro e temo che questo momento sia arrivato. secondo i miei consiglieri, e ci tengo a precisare che io concordo con loro, è bene che mi faccia da parte. questa mossa dovrebbe dare ossigeno alle borse, zittire per un po' gli eterni criticoni che minano la fiducia del popolo nei nostri confronti e salvarci dalla bancarotta.
tranquilla, non succederà da un momento all'altro. aspetteremo ancora alcuni mesi, il tempo necessario perchè tu sia in grado di mostrarti in pubblico con un fidanzato. -
- non è come andare a comprare un paio di scarpe - rispose a denti stretti.
- lo so bene, ed è per questo che sono qui. sarà un momento fondamentale per la tua vita e voglio che tu non commetta errori. ormai non ho più molto da chiedere alla vita, solo che tu possa essere felice, avere la felicità che a me è stata brutalmente tolta.- si sedette sul letto - quando avevo la tua età tuo nonno decise di punto in bianco di abdicare. aveva condotto il paese attraverso la guerra e la ricostruzione, era un uomo saggio e benvoluto, però stanco, stanco, stanco. il giorno del funerale di tua nonna, sua moglie nonchè mia mamma, si rese conto del fatto che non era mai riuscito a godersi la propria esistenza. voleva ritirarsi a vita privata, fare viaggi, alloggiare nei bed and breakfast, passare le mattinate in un bar al porto leggendo il giornale e guardando le barche a vela che salpano e attraccano. così venne da me comunicandomi che, non appena io avessi trovato una compagna, lui mi avrebbe reso re.
iniziò così la ricerca spasmodica di questa fanciulla: balli su balli, incontri, la crema femminile dell'alta società veniva a farmi mille moine, la stampa cominciò a spettegolare in maniera fastidiosa e dentro di me cresceva un rifiuto sempre maggiore verso quelle persone. nessuna di loro era in grado di catturare la mia attenzione quando parlava, potevo mettere il cervello in stand-by e attivare un frasario preconfezionato che ripartiva da capo ogni volta che cambiava l'interlocutore.
questo, più le pressioni di mio padre. una morsa continua, che pareva stringersi ogni giorno di più. non ero felice, mai, neanche quando riuscivo a giocare a calcetto coi miei amici.
così una sera mi diedi malato e feci una fuga vecchio stile con un amico che mi portò in una bettola fuori mano, cinquanta km circa fuori dalla città. mi diceva che lì saremmo stati bene, la gente è discreta, si fa gli affari suoi e in più con la barba di alcuni giorni non si sarebbero accorti subito della mia identità.
ovviamente accettai, senza pensare che lui avrebbe messo in pratica il solito copione: come entrava in un locale piazzava gli occhi su una ragazza, le si incollava e in qualche modo riusciva sempre a portarsela a casa. maledetto lui, non ho mai capito come facesse. ad ogni modo, arriviamo in questo posto e lui ordina da bere. il tempo di un paio di sorsi di birra e lo noto già distratto: ha attivato il sonar, ora aspetta solo che la preda sia vulnerabile, cioè non abbia nessuno intorno. dopo un paio di minuti mi ritrovai solo al bancone del bar; dato che la solitudine era l'unica cosa che mancava nelle serate con l'alta società, decisi di godermela. alla tv passavano i gol del turno di coppa e a un certo punto parte il servizio sulla partita tra partizan belgrado e anderlecht. le prime immagini son quelle degli scontri fuori dallo stadio, ricordo ancora le parole del giornalista: "purtroppo l'evento è stato guastato dai soliti facinorosi che prima dell'incontro han dato vita a tafferugli sedati a fatica dalle forze dell'ordine..."
"imbecilli, per una partita di calcio. però tafferugli è una parola meravigliosa, non trovi?"
devi sapere che all'epoca le regole non scritte del corteggiamento erano piuttosto chiare; al maschio spettava sempre e comunque l'iniziativa, guai se una fanciulla avesse fatto la prima mossa, per cui il massimo che potevi aspettarti era che lei ti chiedesse di farla passare, l'ora, di porgerle un tovagliolo o qualcosa del genere, frasi che di sicuro non erano il preludio di una conversazione. quindi immaginati il mio stupore nel sentire una ragazza che mi parlava con questa naturalezza.
goffo com'ero mi girai di scatto e per poco non rovesciavo tutta la birra sul bancone; la faccia da ebete che misi su avrebbe fatto scappare chiunque. ma lei non fece una piega, anzi rise.
"vuoi un fazzoletto?"
"uno magari, così mi asciugo la mano"
"ma che mano e mano" altra risata, era una risata bellissima " ti sei inzuppato i pantaloni, guarda"
in effetti avevo una bella chiazza sulla coscia e non me n'ero neppure accorto. altra bella figura.
la verità è che non avevo ancora distolto lo sguardo dai suoi occhi azzurri e l'unica cosa a cui potrò mai paragonare la luce che vi vedevo dentro era la felicità. azzurri come la felicità.
"tafferugli è una parola stupenda" dissi cercando di riprendere il discorso e mostrarmi disinvolto "ma tu che brodaglia stai bevendo?"
"disaronno e succo di pesca"
"meglio il gasolio agricolo, costa anche di meno"
"se me ne offri un bicchiere mando giù pure quello. però devi bere con me"
aveva la risposta pronta e soprattutto riusciva sempre a far proseguire la conversazione che non giungeva mai a un punto morto. anche se prima o poi saremmo giunti a parlare del mio...chiamiamolo status.
"che ci fai qua?" mi chiese tutt'a un tratto
"son venuto con un amico e..."
"lo so chi sei. sono sbronza, non scema, leggo i giornali. di spalle non ti avevo riconosciuto, ma quando ti sei girato non è che c'abbia messo molto a riconoscerti. sai com'è...diciamo che la tua è una faccia che ho visto abbastanza spesso"
"già. quindi questa barba...?"
"non stai male, però non serve a un tubo. lascia perdere. o tienila se ti fa sentire trasgressivo e avvolto in una nube di mistero."
andammo avanti a parlare fino alla chiusura del locale e dopo mi lasciò il suo numero di cellulare.
mi sentivo galvanizzato, pieno di energie come se mi fossi appena svegliato da un profondo sonno di dieci ore, eppure non toccavo letto dalla sera prima. aveva tirato fuori il meglio di me, non pensavo neanche di riuscire a produrre certe battute, spiritosaggini, prese in giro una dietro l'altra. dovevo rivederla, a qualunque costo.
tuttavia era un periodo piuttosto complicato in casa, mio padre era sempre più insofferente e stava cominciando a svalvolare. passarono un paio di giorni senza che avessi tempo di sentirla, poi arrivò un sms "traffico a quest'ora nella zona di casa tua uguale merda". lei.-
le lasciò un paio di secondi per assorbire tutto quanto.
-non mi hai mai parlato di mamma-
-sono stato un pessimo padre. il mio problema è stato appunto tua madre. morì che tu avevi tre anni compiuti da qualche giorno cadendo da cavallo. una dinamica che ancora adesso faccio fatica ad accettare, ma non è questo il punto. per il primo anno ti crebbi da solo, ovviamente con l'aiuto di una babysitter, dato che non potevo far finta di niente ed evitare di governare. il fatto era che stavi venendo su uguale a lei, uguale alle foto di lei alla tua età. non supererò mai il dolore della sua perdita e vedere la sua copia non faceva che peggiorare la mia situazione; a malincuore presi la decisione di allontanarti, mandarti in quel collegio. era il solo modo di provare a sopravvivere.
a te è sempre stata raccontata una versione edulcorata della storia dei tuoi genitori, ma non fu tutto rose e fiori come ti han fatto credere. ci son stati dei momenti da favola, come il nostro primo bacio, di notte, in una zona della città deserta, avvolti dalla neve che era caduta nei giorni precedenti. non avevo il coraggio di baciarla, non riuscivo proprio a farlo, poi a un certo punto cadde il silenzio. fissavo la punta dei miei piedi e li allineai coi suoi: erano perfettamente di fronte, quindi alzai la testa e i nostri occhi s'incrociarono per sempre.
ci volle un po' prima che lei accettasse di dover comparire in pubblico, di ritrovarsi fotografata sui rotocalchi. ogni nostra crisi fu prontamente messa a tacere, era un segreto riservato a pochi eletti, guai se la voce si fosse sparsa. intanto io da principe che ero divenni re, i miei impegni si moltiplicarono e la nostra vita matrimoniale fu piuttosto turbolenta nei primi tempi. una volta litigammo duramente su qualche sciocchezza, solo che lo stress gioca brutti scherzi, così lei andò a dormire da sua madre; quello che non sapeva è che un auto dei servizi segreti la pedinò tutto il tempo e restò appostata sotto casa tutta la notte per controllare che non ricevesse visite maschili.
tuttavia, si sa, le migliori spie sono donne, in particolare le amiche. qui giungiamo a una parte del racconto della quale non vado molto fiero, però fa parte dei fatti ed è giusto che tu conosca anche questa. verso il nostro terzo anno di matrimonio attraversammo un altro periodo travagliato perchè lei non riusciva a rimanere incinta e soprattutto, con una notevole faccia da culo, era tornato a farsi vivo il suo ex. con lui avevo avuto un confronto a muso duro pochi mesi prima che ci sposassimo, per intimargli di lasciarla perdere. a quanto pare non ero stato abbastanza persuasivo, dato che venni a sapere da una sua amica che si erano visti in gran segreto alcune volte. si parla di incontri rapidi, dove parlavano per pochi minuti, però per lui erano stati sufficienti a manifestare le proprie intenzioni. ti sto annoiando? -
-affatto. è..bello sapere che ho avuto una famiglia, anche se in ritardo-
-mentre ti racconto questo provo un dolore immenso, rivivo ogni scena, rivedo tua madre e nel profondo mi dispero ancora; ma voglio che tu capisca cos'ha significato per me la nostra relazione, quindi devo farcela. dicevo, questo stronzo pensava di fregarmi, così decisi di giocare scorretto come piaceva a lui. una sera approfittai di un galà e quando entrai nella macchina coi vetri oscurati mi cambiai rapidamente, togliendo lo smoking e indossando abiti borghesi. scesi rapido nella prima via vuota che incontrammo e andai ad aspettarlo sotto casa. un maledetto freddo polare, proprio di gennaio doveva comparire? in ogni caso, quando arrivò gli andai incontro spiegando con chiarezza la situazione: "ho decine di persone pronte a giurare che in quel momento ero nel mio letto a dormire come un angioletto", anche se lui parve non capire sulle prime: "quale momento?". senza aggiungere altro gli afferrai il bavero della giacca e gli piantai una testata in mezzo agli occhi, secco.-
-papà!-
-quando è troppo è troppo. quest'episodio però mi fece capire che con tua madre dovevamo ritrovare l'intesa dei primi tempi, qualcosa si stava inceppando. lei per tre giorni stette lontana, poi ci demmo appuntamento al bar dove tutto iniziò. questa volta avrei dovuto approcciarla io facendo finta di non conoscerla: la nostra seconda prima volta. e andò alla grande, mai me lo sarei immaginato. probabilmente sei stata concepita quella sera, poi sul resto invece sei aggiornata perchè riguarda già te.
questa pappardella vuole dirti solo una cosa: poichè io ho conosciuto la parola amore, vista prima da lontano poi abbracciata, tenuta stretta a me come se fosse l'unica cosa che avevo, apprezzato ogni sua sfumatura e ricciolo, ecco, voglio che anche tu abbia questa possibilità. non fermarti, non smettere di cercare finchè non sentirai più nulla: la pace dei sensi, il totale appagamento di ogni membra del tuo corpo e del tuo spirito ti trasmetterà la sensazione di essere la persona che sta meglio al mondo. ora tra quelli che ti ronzano intorno c'è qualcuno che ti piaccia?-
-è quello il problema, nessuno di loro va male. hanno pregi e difetti, ma passo serate gradevoli e nulla più.-
-tua madre era un maledetto ricettacolo di difetti e così apparivo io a lei. però, a distanza di vent'anni, quando la nostalgia mi assale riesco a consolarmi col ricordo del tempo passato insieme. punta a questo, punta al massimo e non accettare niente di meno.-
-e come faccio a capire quando ci arrivo?-
-te lo dirò io, quando vedrò nei tuoi occhi la stessa luce che aveva lei rispondendo con un sorriso alla mia domanda: "hai da fare per i prossimi cinquant'anni?"-

giovedì 25 ottobre 2012

pensierino del giorno-25/10/2012

ormai qualunque quotidiano ha una sua edizione online, com'è normale che sia. siamo abituati, in italia, a poter leggere gratuitamente qualsiasi contenuto, ma ho da poco scoperto che non è così dappertutto.
interessandomi alle imminenti elezioni americane ho scoperto infatti che sul sito del new york times si possono leggere massimo dieci articoli gratis al mese. il wall street journal, così come il boston globe, ti fanno leggere le prime tre righe, come le ragazze che te la fanno annusare.
in questo caso farebbe comodo dire che son stronzi, io credo invece siano alla canna del gas. non basta più vendere spazi pubblicitari perfino sulla poltrona del direttore per tirare avanti, fan pagare la lettura di qualunque parola scritta dai loro giornalisti.
in tutto questo, è incredibile notare l'attenzione che i media e i blogger danno ai sondaggi e ai voti nelle singole contee, cose che qui non ho mai visto: un livello di analisi molto più approfondito, dove entrano in gioco centomila variabili, strategie, candidati che mollano questo o quest'altro stato per investire tutto in un altro, perchè mi sembra che qua siamo cialtroni? sicuramente è un'impressione sbagliata in quanto i partiti politici e i loro strateghi sanno il fatto loro, tuttavia quello che trapela ai nostri occhi è completamente diverso.
in ogni caso sul nyt dicono che il momento favorevole al mormone è già in stallo.
speriamo.

mercoledì 24 ottobre 2012

pensierino del giorno-24/10/2012

seguite alla lettera le mie istruzioni. non fate di testa vostra, tanto sbagliate.
è essenziale fare le cose con metodo quando si cucina e soprattutto non bisogna mai trovarsi impreparati quando il cibo è sui fornelli perchè il tempo non torna indietro e quel che è scotto resterà molliccio e appiccicoso per sempre.
allora, piazzate nell'acquaio uno scolapasta a maglie abbastanza fitte da trattenere il riso, nell'altra vasca tenete un colino più piccolo.
cominciate col prendere pomodorini ciliegina o san marzano, van bene entrambi: tagliateli abbastanza piccoli, nel caso dei ciliegina in quattro parti e gli altri a occhio, all'incirca grossi come un ciliegina diviso in due. conditeli in una zuppiera molto grande con sale e olio, pure pepe se volete e girate bene, dopodichè lasciateli a fare il sughetto. zuppiera da parte, tornerà utile dopo.
mettete sul fuoco una pentola piena d'acqua, ovviamente in base a quante persone saranno a tavola. calcolando che poi andranno circa cento grammi di riso a persona fate le dovute proporzioni.
su altri due fornelli disponete un pentolino pieno d'acqua dove poi buttare i piselli surgelati e un padellino dove far saltare leggermente i wurstel tagliati a rotelline, suggerisco quelli piccolini.
non l'ho detto perchè mi pareva banale ai limiti dell'offensivo, ma dovete pure preparare delle uova sode. siete in grado di farcela senza il tutor del cepu? bene, agite dunque.
importante: l'acqua dei piselli quando giunge a ebollizione va salata ed è consigliabile, una volta scagliati con violenza i verdi pallottini direttamente dal freezer, aggiungere perfino un pelo di dado di carne. per la serie non si sa mai. chiudere con coperchio in modo da garantire una rapida ripresa del calore sufficiente per l'ebollizione dell'accadueo.
ora, se state pensando di potervi girare i pollici, è il momento buono per alcune operazioni più semplici: tagliate l'emmenthal a dadini e mettetelo in una coppetta insieme al fondo del prosciutto che spero bene vogliate prendere non già tagliato, sarebbe veramente blasfemia. dato che i vostri fornelli fan cacare e l'acqua ancora non bolle, usate pure il colino piccolo per il mais ma non buttatelo via. segue tonno.
potete cominciare a mettere nella stessa coppa prosciutto, emmenthal, tonno e mais. avete il permesso. i pomodori mi raccomando separati mannaggia la pupazza.
ecco, sta bollendo l'acqua per il riso: solo ed esclusivamente flora oppure smetto di scrivere seduta stante.
il riso lasciatelo pure stare, tanto va per i fatti suoi. ogni tanto controllate che sia giusto di sale e che non attacchi, per il resto non è che abbia bisogno di particolari attenzioni.
a questo punto i piselli dovrebbero essere pronti: scolateli e passateli bene sotto l'acqua fredda. magari prima accertatevi che sappiano di qualcosa neh e se la risposta dovesse essere negativa andateci pesanti di sale e/o dado. aggiungeteli alla coppa con la maggior parte degli ingredienti. pomodori a parte, porco demonio.
fate 'sto sforzo e cacciateci dentro le uova sode, su. se vi sembrano troppo calde lasciatele sotto l'acqua fredda, so che può sembrare incredibile ma dopo risulteranno più fredde! pazzesco eh?
siamo alle ultime curve.
quando il riso è pronto scolatelo e passatelo bene sotto l'acqua fredda, deve perdere l'amido e soprattutto ghiacciarsi. passo successivo versarlo nella zuppiera dei pomodori e girarlo con essi: una volta che appare già buono da mangiare così com'è, schiaffateci dentro tutto il resto e girate con mascolino vigore. tocco finale, anzi tocchi: un'ideina, una goccia, di aceto rosso, io lo detesto ma se avete fatto bene tutto darà quel sapore stronzetto che altrimenti non riuscireste a rendere e poi due foglie di basilico per abbellire il tutto.
servire, magnare e abbuffarsi.
buono fino a una settimana dopo se adeguatamente conservato, tipo non lasciatelo in garage.

martedì 23 ottobre 2012

pensierino del giorno-23/10/2012

appena trovo del tempo libero brevetterò:
pinne da trekking
cellulare a vapore
frigo a legna
portafoglio senza tasche
gonnellino di eta beta
idee/proposte/opinioni?

lunedì 22 ottobre 2012

pensierino del giorno-22/10/2012

ma a te che ti cambia?
è la domanda che mi son sentito rivolgere quando ho detto che stasera avrei visto in diretta il terzo dibattito obama-romney.
mi cambia tutto senza che cambi nulla. a parte questa gattopardesca uscita, non è più tempo di nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi; non parlo di prendere picconi e vanghe e scendere in piazza, mi limito a far riferimento al dovere d'informazione che grava su ogni cittadino. è la fregatura della democrazia, mentre te pensi di fare il biglietto per un rilassante centro termale non hai letto la clausola in piccolo che ti obbliga a contribuire nel tuo piccolo alla sua manutenzione, pena il collasso del centro stesso. non serve che sia tu stesso a ripararlo o a occuparti della sua gestione, è già molto segnalare un problema e accertarsi che quel problema venga risolto dalle persone preposte.
altrimenti puoi continuare a sollazzarti tra bagno turco e massaggi ai fanghi, finchè lentamente non capiterà che siano tutti inservibili e la gente cachi ovunque, dalla sauna all'idromassaggio.
quindi voglio sapere che cosa succede nella più popolosa e potente in termini militari democrazia occidentale, voglio sapere che vento investirà l'europa fra meno di un mese, all'alba tra l'altro delle elezioni pure in italia.
a colpi di sono tutti uguali non si fa altro che il gioco di quelli in teoria denigrati da questi discorsi. solo che è più difficile, bisogna sbattersi e sotto sotto siamo così pigri che non abbiamo neppure voglia di riconoscerlo, troppa fatica.

domenica 21 ottobre 2012

pensierino del giorno-21/10/2012

mentre fendevo la folla mi sono soffermato a pensare a quando lo avrei raccontato a terzi.
dato che la storia sarebbe stata necessariamente al passato, si rendeva obbligatorio l'uso del participio passato del verbo fendere.
feso?
fenduto?
fento?
ho fento la folla.
finto?
no dai finto non può essere. farebbe troppo ridere. ho finto la folla. hai visto che il coltello ha finto il burro quantunque fosse congelato?
fanto lo escluderei. i fanti sono altri.
è talmente curioso e per me inarrivabile che vorrei restare vergine di questo grande mistero. so che esiste una soluzione, così come so che babbo natale non esiste, però continuo a crederci con grande fiducia e a lasciargli uno spuntino sul tavolo che il vecchio grassone si divora. visto quanto ha portato di recente a 'sto giro si ritrova della cicuta di socratica memoria.
feso?
ho feso la folla.
ora sono preda della voglia opposta, quella di venire a capo dell'arcano, come quando mancano poche pagine alla fine di un giallo e per nessuna cosa al mondo lo si può abbandonare; due motivi principali: innanzitutto si muore dal desiderio di scoprire come si sono svolti realmente i fatti e collegato a questo c'è la curiosità di vedere se la propria ricostruzione coincide con la verità letteraria, soddisfazione suprema. tsk, l'avevo sempre detto che era quello lì. fin da pagina uno, quando si grattava la testa con la mano sinistra perchè nella destra aveva un bicchier d'acqua.
comunque si può dire sia fenduto che fesso.
ommioddio non sono più vergine.
pensavo che avrei perso del sangue, invece apparentemente sto bene.
quindi dopo imbecille come colui che imbelle abbiamo fesso come colui che è stato fenduto.
lingua meravigliosa, non finirà mai di stupirmi.
ehi, sei fesso (da un coltello, già proprio tra le scapole, non riesco a sentirti se rantoli puoi andare a morire altrove grazie che qua ho appena passato la cera e mi tocca rifare il lavoro da capo gentilissimo apprezzo la sensibilità mi mancherai certo che potevi chiamare un'ambulanza).

sabato 20 ottobre 2012

pensierino del giorno-20/10/2012

-sono incinta-
-sei scema?-
-che risposta è?!-
-non so, ti sembra una bella idea? cinque secondi fa ero a leggere topolino in bagno e tu sei rimasta incinta-
-hai venduto il cervello alla ricerca scientifica? temo che possano cavarne ben poco, forse lo reindirizzeranno a chi studia i primati-
-scaccialo, fa' qualcosa. dai non possiamo avere un marmocchio-
-no, sono io che non posso avere un figlio con un cretino come te-
-ecco, partiamo con le esagerazioni. brava, brava, ti applaudo. bella dimostrazione di maturità. clap clap.-
-cambieranno delle cose-
-basta che non mangi i miei stessi cereali a colazione. lo faccio nero.-
-ho nove mesi per trovare un padre a questo figlio-
-dovresti mettere un annuncio: cercasi zerbino di sembianze umane, possibilmente superdotato, con addominale a tartaruga e plurilaureato. astenersi perditempo e stempiati.-
-sei...-
-dimenticavo: per crescere insieme il figlio di un altro. con questa li attiri come mosche sulla cacca-
-credo che il tuo omicidio sia depenalizzato-
-puoi sempre provare. forse è rimasto dell'acido per liberarti del mio cadavere.-
-non hai ancora detto una cosa non dico seria, sarebbe troppo, ma sensata. sensata.-
-colpa sicuramente mia che non posso essere all'altezza dei dialoghi di dacia maraini. che poi, chi cazzo l'ha mai letto un libro della maraini?!-
-non di sicuro te, o lo infilo in mezzo ai topolini che tieni in bagno o non leggi mango un quotidiano-
-provaci-
-sarebbe l'unica cosa in grado di farti avere una reazione da essere umano-
-intendi una erezione? naaaa, non penso. oddio, si può provare. era figa 'sta maraini?-
-ma io sono una deficiente, dovrei essere fuori di qua da almeno venti minuti-
-l'hai detto tu eh-
-l'ho detto e lo faccio-
-ancora qua?-
-tira la corda, tirala. prima o poi si spezza.-
-ha cominciato lei signora maestra-
-dici che tua madre sarebbe disposta a riprenderti in casa?-
-i soldi possono tutto-
-finalmente hai risposto a una mia domanda. oddio, non era molto brillante nè particolarmente arguta e di sicuro non ha aiutato il progresso scientifico, ma sei riuscito a inserirti nei canali della normale comunicazione tra esseri umani. quasi quasi ti dico bravo.-
-io credo che sgraffi poi calli-
-eh?-
-puppa-
-vado col primo che passa-
-aspetta che avviso il vicino settantenne di farsi trovare sul pianerottolo-
-chiacchierare con lui mi darebbe certamente più soddisfazioni-
-prego. vi preparo un the? così mi libera da questo ingrato compito-
-se mi prendo a colpi di mattarello sul ventre riesco a uccidere i tuoi spermatozoi?-
-solo se prima ti colpisci molto forte sulla tempia sinistra-
-e se colpissi la tua?-
-suppongo che ti defenestrerei-
-e in quel caso riuscirei a liberarmi in un colpo solo di te e di questo ingombro che porto dentro. vado in cucina-
-terzo cassetto-
-lo so, sono io quella che cucina in questa casa, ti ricordo-
-minchia oh respect-
-stasera mangi la tovaglia-
-purchè possa farlo in mutande e davanti alla playstation-
-provaci solo e...-
-e senza la tua petulante voce che mi fa notare come la mia dieta sia povera di fibre-
-ti odio-
-ma se faccio scassare-
-stanotte dormo da mia madre-
-cerca di non tornare incinta-
-dipende dalla vitalità di colui che mi tromberà stanotte-
-va bene. quando esci non chiudere a chiave che faccio venire i miei amici. abbiamo birra a sufficienza?-
-abbiamo più birra che carne in questa casa-
-com'è giusto che sia-
-oh sì, il sogno di ogni donna che ha scoperto da sei ore che diventerà madre-
-andrà avanti ancora a lungo questa conversazione? devo fare di nuovo la cacca-
-un'altra volta?-
-è l'effetto della coca cola-
-fai schifo-
-se solo 'sto pirla che scrive la facesse finita io potrei andare a intasare il cesso-
-quando ti ho conosciuto mi piaceva il fatto che dicessi solo scemenze perchè eri originale, ora sei noioso-
-perchè non hai sentito la potenza di questa scorreggia!-
-ammazzati-
-il mondo non me lo perdonerebbe mai. poi devo finire il campionato alla play-
-quanto godo se lo perdi-
-non accadrà. ho costruito una squadra invincibile.-
-guarda come sei serio sulla playstation, roba da pazzi-
-anch'io alzo le tre dita come i serbi: solo che al posto di dio patria famiglia dico birra stadio playstation-
-sempre bello sentirsi considerate, amate, coccolate, protette, al centro dei pensieri altrui-
-con quello che rompi, cara, ti sei comunque guadagnata il centro del bersaglio delle freccette-
-quand'è che 'sto imbecille farà terminare la mia agonia? perchè non esce?-
-sarà preso bene, a volte gli capita. non farci caso, passerà presto-
-han suonato alla porta-
-sarà il vicino-
-quello di settant'anni zoppo con un principio di demenza senile?-
-gli ho mandato un sms dicendogli che era la volta buona per darti una sculacciata. secondo me gli tira ancora da paura-
-fuggo alle hawaii con lui-
-assicurati prima di aver svuotato il tuo armadio così ci faccio una porta per giocare a calcio-
-non rimarrà niente di me-
-non illudermi. il mio debole cuore potrebbe non resistere a una delusione così grande-
-a mai più rivederci-
-vado a fare la cacca. cosa prepari per cena?-
-un po' di nulla senza pane. aggrada a vostra signoria?-
-non mi lamento. se ci riesci buttaci insieme due spaghi alla carbonara-
-ho già tirato fuori uova e pancetta-
-così ti voglio: aggressiva sul portatore di palla. a noi degli ultrà...?-
-...nessuno ci può fermare...-
-per questo tutti in coro...?-
-...canteremo così...-
-beh? finiscila!-
-eohohoho-
-poi? dai che mi scappa-
-forza magico toro.-
-volo. ti amo. se è maschio lo chiamiamo paolo come pulici.-

venerdì 19 ottobre 2012

pensierino del giorno-19/10/2012

la scrittura è capacità di astrazione, si tratta di seguire un filo che si snoda lungo nessun percorso perchè il percorso viene scelto da chi scrive in ogni momento, lettera dopo lettera mentre esce dalla tastiera. l'estasi è raggiunta quando si guarda il monitor o il foglio come uno spettatore guarda un film e si legge quanto si sta scrivendo con la stessa trepidazione con la quale un lettore divora le pagine di un romanzo del quale ignora gli sviluppi. fuori dal proprio corpo, fuori dal tempo e dallo spazio, come un fantasma che curioso si aggira e sbircia pensando di dare solo un'occhiatina ma finisce col restare intrappolato e prende posto per sapere come andrà a finire.
già, come finirà?
impossibile dirlo. la scrittura non è altro che l'ipostatizzazione del concetto di pensiero e chi può conoscere la sua velocità o la sua profondità? parte da qualcosa di vicino e saltando più lontano di supermario approda a lande sconosciute.
la cosa più vicina che c'è è un divano. quando l'ispirazione fa capolino tutti gli oggetti si trasformano in un essere amorfo, incolore e insapore: non c'è differenza tra l'uno o l'altro perchè quello che conta è il processo ormai innescatosi nella testa che pompa come un motore, dentro il pistone il cilindro stantuffa azionando la biella che fa girare l'albero motore, con la differenza che l'omeostasi non è garantita da una centralina, bensì da un qualcosa di superiore che garantisce il perfetto equilibrio e ogni tasto schiacciato è come una nota uscita dal pianoforte quando il pianista è tutt'uno con lo strumento e tiene gli occhi chiusi perchè vuole godersi da fuori la propria musica, tanto sa che andrà da sola e non c'è alcun bisogno che lui la tenga sotto controllo sprecando le immagini che la propria mente può produrre sostituendole con una realtà troppo terrena.
è una sonata destinata a funzionare come uno strumento a pile che di punto in bianco cessa di vivere poichè le batterie sono scariche. l'omino di latta si ferma senza l'olio che permetta alle sue giunture di articolarsi e portarlo in giro per il mondo, il pistone si ritira nel cilindro con un ultimo sbuffo di fumo e la biella dà tregua all'albero per fermarsi ad ascoltare il silenzio: anche la fine fa parte del tutto, ma allora quand'è che qualcosa finisce davvero? a furia di spostarla di un pezzettino più in là si finirà come la tartaruga di zenone di elea che batte achille nella gara: ogni micro-passo fatto dall'animale dev'essere eguagliato dall'eroe che non riuscirà mai a raggiungerla e quindi perderà. era di zenone o parmenide?
per me sarà sempre del mio primo allenatore di basket che ce la raccontò quando avrò avuto sette, otto, massimo nove anni, sostituendo i protagonisti originari con una cinquecento e una ferrari. tornato a casa ero convinto che avesse ragione da vendere, poi guardando le macchine il mercoledì mattina andando in piscina col pullman della scuola elementare i dubbi iniziarono a farsi sempre più insistenti finchè non decisi di sposare un'altra scuola di pensiero e la ritenni una solenne cacata.
parecchi anni dopo ebbi anche l'occasione di contestare zenone o parmenide o chi per loro, anche se una nuova prospettiva si affacciò alla mia mente: se loro vengono studiati a distanza di duemila e rotti anni ci sarà pure un motivo, mentre con ogni probabilità il mio pensiero non sarà ricordato manco da chi ne è stato assillato controvoglia, perciò sarebbe il caso di dare ascolto a loro e cercare di comprendere cosa volessero trasmetterci. e se la tartaruga fosse rientrata nel carapace senza più muovere un solo passo? sarebbe andata a finire che achille non si sarebbe mai mosso, non dovendola inseguire.
troppo facile giocare alla guerra con l'immortalità, è come sbloccare i trucchi alla playstation: così son buoni tutti, per di più non aveva nemmeno un'andromaca da salutare e nello scrivere mi son dovuto fermare per il bisogno impellente di rileggere la parte finale del sesto canto dell'iliade, quello appunto dove ettore esce per affrontare la battaglia sapendo che morirà per mano del pelide re dei mirmidoni.
e poi in realtà questo pensierino l'avevo iniziato verso le cinque del mattino al termine del dibattito obama-romney ripromettendomi di proseguirlo dopo, tuttavia avrei solo fatto uno stupro quindi tanto vale chiuderla qua.
p.s.: non ho mai parlato del divano.

giovedì 18 ottobre 2012

pensierino del giorno-18/10/2012

cosa significa fare gli hippy a 50 anni?
il trionfo della coerenza? o la coerenza significa essere elastici come monoliti, incapaci di adattarsi ai tempi che cambiano, a modificare i propri punti di vista? sono combattuto su questo.
da un lato viene da inchinarsi a chi se n'è strafregato del resto del mondo, magari anche grazie a qualche aiuto sintetico, ed è rimasto come negli anni settanta, a parte i capelli bianchi; dall'altro sembra di viaggiare con la macchina del tempo ai tempi dei capelloni, peace and love cannoni e occhiali alla john lennon.
c'è sicuramente qualcosa di estremamente romantico nel loro essere, ma non riesco ancora a capire se mi posso schierare al loro fianco o meno.
tutto si riduce alla questione di fondo: il cambiamento è un bene o un male?

mercoledì 17 ottobre 2012

pensierino del giorno-17/10/2012

sono in vena di elenchi, mi piacciono.
stasera schiero la formazione dei personaggi che hanno affossato la seconda repubblica secondo il più classico 4-4-2.
in porta metto il comandante in capo, senatore giulio andreotti.
difesa solida composta dal terzino destro sindona e dal sinistro de pedis, mentre a protezione dall'area ci sono i rocciosi cossiga e bossi.
regista, mente del centrocampo non poteva essere altri che licio gelli, affiancato dall'instancabile mastino provenzano, mentre sulle ali imperversano scajola e grillo.
coppia d'attacco inedita o forse no, berlusconi-dell'utri, col primo a fare da seconda punta che sfrutta le sponde dell'altro, sempre pronto a sacrificarsi e prender botte per la squadra.

martedì 16 ottobre 2012

pensierino del giorno-16/10/2012

per la serie non ho mai:
mangiato un uovo crudo tutto in un sorso
corso la maratona
votato un partito alle elezioni politiche
fatto bungee-jumping
preso un cartellino rosso
completato un salto mortale all'indietro
vinto il fantacalcio
fumato una sigaretta
letto un libro di camus
visto le cascate del niagara
preso un diciotto a un esame
negato aiuto a chi me l'ha chiesto
visto l'opera omnia dei griffin
capito un accidente di musica
messo la cipolla nella pomarola
comprato una camicia per diletto e non per necessità
fatto amicizia con un senzatetto
bevuto succo d'arancia
visto per intero via col vento
pianto per una crisi
dato lo straccio per terra
preferito l'hotel al campeggio
cucinato male un risotto
usato un goldone
lavorato all'estero
fatto il giro di un arcipelago in barca a vela
chiesto scusa credendoci davvero

lunedì 15 ottobre 2012

pensierino del giorno-15/10/2012

il pensierino non morirà. non lo uccideranno le distanze, le condizioni precarie delle connessioni e nè tantomeno la scarsa voglia di chi lo scrive.
è un po' come fare attività fisica: prima di ricominciare si guarda il divano con aria sognante e si spera che una mano divina, un deus ex machina, ci prenda di peso costringendoci a fare qualcosa, temendo che in alternativa si finisca spaparanzati a gozzovigliare cazzeggiando sul computer o zappingando alla televisione.
quando finalmente l'intervento di un'entità suprema porta il nostro corpo a muoversi, a sudare, a faticare, improvvisamente si riscopre che lo sforzo è ripagato e produce bellezza perchè appaga molto di più del divano.
tutto sta nell'avere poi la costanza di proseguire.
intanto il primo passo è fatto, la prima pietra posta.
torneremo grandi ancora.