venerdì 31 marzo 2017

Colpi di genio

I colpi di genio devono rispettare i canoni ben delineati dal Perozzi: fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione.
Nella storiella che vi racconterò non c'è traccia di nemmeno uno di questi, ma neppure per sbaglio.
Dal momento che i fatti sono ormai prescritti, non ho particolare timore nell'esporli nella loro interezza, anche perché sono alquanto esemplificativi di come si possa essere imbecilli durante la fase più cupa del nostro periodo terreno, l'adolescenza.
Capitò che, per qualche recondito motivo che il mio senso del pudore ha col tempo provveduto a rimuovere, non avessi alcuna voglia di prepararmi per una verifica di storia dell'arte. Pagine totali da studiare penso una trentina, in larga parte occupate da figure. Saltata con qualche scusa la verifica, si rese necessario recuperarla; non presi neanche in considerazione l'idea di approfittare del maggior tempo concesso e studiare, bensì, in totale coerenza ed adesione con quanto da sempre propugnato, di fronte al problema mi misi alla ricerca dell'unica soluzione plausibile: procrastinare.
Da piccolo soffrivo di perdite di sangue dal naso, che spesso non erano causate da traumi, ma erano legate a qualche mia debolezza capillare. Quale scusa migliore per saltare la verifica?
Così, nel cambio d'ora, andai a nascondermi in bagno. Cellulare in tasca per ricevere aggiornamenti e complici in classe che reggevano il gioco con la professoressa. Dopo mezzoretta, l'insegnante pressava per un mio rientro: a nulla servono i tentativi di far sanguinare davvero il naso, non venne fuori (per una volta, pensa la beffa!) neanche una stilla.
Entrai in classe fingendo di esser sopravvissuto a chissà quale emorragia e, con un fazzoletto immacolato premuto sul naso, mi accinsi a fare la verifica in mezz'ora. Senza aver aperto libro.
Trenta pagine.
Di storia dell'arte, non di fisica quantistica.
Tre e mezzo.
Rischiai il debito a fine anno.
Il senso d'imbecillità che provai quella volta quasi mi sotterrò.
Però ho imparato una lezione da quell'episodio: se vuoi saltare una verifica, non inventarti improbabili scuse. Stai a casa.


giovedì 30 marzo 2017

Esisterà?

Pur inseguita per secoli anche dalle varie case reali, che hanno all'uopo scomodato i più rinomati botanici ed alchimisti, non è mai stata ottenuta.

mercoledì 29 marzo 2017

L'arte del non fare

Eppur si cresce.
Lentamente, ognuno coi propri ritmi, però finiamo tutti col rotolare pigramente e pinguemente verso il centro.
Nessuno è democristiano da adolescente, e chi lo è già dovrebbe porsi dei serissimi interrogativi sulla (scarsa) forza delle proprie pulsioni.
Col passare degli anni, tuttavia, le tempie s'ingrigiscono, i pensieri si smussano, le idee cercano il consenso, la focosità dell'animo è soppiantata dalla bonaccia della ragione. Anzi è chi resta su posizioni estreme in età adulta ad essere visto come una crisalide mai evolutasi. Così chi è nell'età adatta a generare sufficiente fiducia negli altri, anche grazie alla propria moderazione, ricopre incarichi decisionali quando non ha più la forza per scegliere neppure i calzini da abbinare alle scarpe, figurarsi una politica monetaria o una svolta sui diritti civili.
Nessuno ha mai il coraggio o anche solo l'azzardo di sterzare bruscamente, di segnare una profonda rottura e una discontinuità col passato. Si decide di non decidere, perpetrando all'infinito lo status quo, quello che abbiamo conosciuto e nel quale ci si trova tanto a proprio agio perché fonte di infinite certezze: paradossalmente è lo stesso che una volta, da un lato o da un altro, si avversava con ferocia invocandone profondi ed incisivi cambiamenti.
Del resto, benché sia una prospettiva allettante, sarebbe inutile lasciare il potere nelle mani di chi avrebbe la forza di mutare, poiché sarebbero visti come pericolosi da tutti e privati di qualsiasi legittimazione.
Quindi, l'amara verità è che scegliamo sempre di non cambiare.

martedì 28 marzo 2017

Terrore

La più grande paura che alberga nell'animo dei francesi, da duemila anni abbondanti a questa parte.

lunedì 27 marzo 2017

venerdì 24 marzo 2017

Broooom

Motore dell'Universo; mobile, se valutato globalmente; immobile, se considerato atomisticamente.

giovedì 23 marzo 2017

Antesignano

Precursore della sconfitta in Europa pur avendo la squadra più forte, concetto poi ripreso e sviluppato dal più raffinato esegeta moderno della derrota, Massimo Moratti.

mercoledì 22 marzo 2017

L'odore del nazismo al mattino

Svegliarsi e avere un motivo per odiare il mondo è tratto comune a molte persone. Per la maggior parte di loro, si tratta proprio di una normale reazione al mero fatto di aprire gli occhi e dover assumere una posizione verticale nonché una sorta di coscienza di ciò che li circonda; per altri, invece, è legata a motivi più esogeni che a loro volta sono variabili ed incostanti. Può capitare, dunque, che non sorga alcuna ragione di nazismo e che la giornata inizi in maniera tutto sommato positiva, oppure può accadere un fatto che sconvolga il precario equilibrio karmico di ciascuno di noi.
Nello specifico, svegliarsi con un lieve ma persistente pizzichìo al naso, grattarlo in maniera brutale per cercare di eliminarlo e realizzare che non se n'è affatto andato. Potrebbe essere un indovinello, ma penso che la soluzione sarebbe troppo semplice; benché le fanciulle (o meglio, quasi tutte le fanciulle) non possano provare tale sensazione, sappiano che il baffo che si arriccia e sfiora la narice è una delle torture che nessuna convenzione internazionale ha mai specificatamente vietato. È tanto più beffarda se consideriamo che viene rilevata solamente grazie all'ausilio di uno specchio e per rimuoverla è opportuno dotarsi di apposite forbicine, a meno che uno non sia assalito da un improvviso raptus e decida di estirpare tutta la popolazione pilifera presente sovrastante le sue labbra.
Finché tale problematica colpisce il ragionier Filini, possiamo tutti stare abbastanza sereni: male che vada risponderà male ai familiari, sarà imbronciato sul posto di lavoro e poco altro. Mi preoccupa molto di più pensare che ciò possa accadere a qualche spietato dittatore che ha il potere di armare ordigni nucleari, ma per fortuna sono tutti ben sbarbati.

martedì 21 marzo 2017

Insopportabile fastidio

Affinché si produca sono necessarie almeno due persone.
Una delle due (la vittima) non necessariamente pistina e pignola, ma è sufficiente che abbia questa particolare fissazione.
L'altro (il carnefice) semplicemente non dà peso a quella singola cosa e non ci fa caso.
I carnefici possono essere più di uno.
Non è detto che il carnefice agisca intenzionalmente.
Situazione domestica, che si verifica in una stanza in particolare. Difficile che accada altrove.
È indispensabile un oggetto materiale, un bene di consumo. Composto di più elementi, non commestibile.
Il fastidio può essere provocato un numero potenzialmente illimitato di volte, anche perchè la vittima può sempre provare a porvi rimedio: di solito con esito felice, ma il successivo intervento del carnefice rende vano ogni sforzo.
Sheldon Cooper sarebbe perfetto nel ruolo della vittima? Con ogni probabilità sì.



venerdì 17 marzo 2017

Ridere non è mai stato così facile

Un signore chiama il proprio medico: "Dottore, è da un paio di giorni che avverto una fortissima emicrania e non accenna a diminuire. Il dolore è insopportabile". Il medico allora gli prescrive dei farmaci, dicendogli di ricontattarlo se nel giro di quarantott'ore il dolore fosse rimasto uguale.
Due giorni dopo il signore lo richiama lamentando lo stesso problema, anzi aggiungendo che è come se non avesse preso niente. Un po' spiazzato, il medico gli ordina degli esami; quando vede i risultati, tuttavia, è ancora più interdetto: nessuna apparente anomalia in grado di spiegare tanto patimento nel paziente. A quel punto decide di mandarlo da uno specialista suo amico, in modo che possa essere valutato da un professionista del settore.
Lo specialista, dopo aver valutato il caso, prescrive dei potenti farmaci. Ciononostante, il mal di testa non accenna a scomparire e il signore si reca nuovamente dallo specialista, il quale non sa che pesci pigliare: "Guardi, il suo è veramente un caso che va oltre le mie capacità. Le abbiamo prescritto farmaci generici e specifici che però non hanno sortito alcun effetto, in più da tutti gli esami risulta che lei è perfettamente in salute. Contatto un mio collega che è sicuramente il più grande esperto a livello mondiale, l'unica persona che può aiutarla".
Il signore va da questo guru che, dopo averlo attentamente esaminato, emette il proprio verdetto: "Caro signore, il suo caso è estremamente complesso. Tuttavia, in scienza e coscienza, ritengo che l'unica via praticabile per alleviarle il dolore sia l'evirazione. Dovremo reciderle il pene". Comprensibilmente scosso, il paziente chiede se per caso non ci siano altre possibilità. "Nossignore, ma del resto vedo che lei per questa emicrania non riesce neanche a dormire, quindi presumo che sia pronto a seguire anche le vie più tortuose pur di liberarsene". Dovendo scegliere tra una vita insostenibile e una vita senza pisello, il povero signore sceglie quest'ultima.
Una volta svegliatosi dall'anestesia, finalmente, riprova la libertà e il piacere di essere al mondo.
Felice per la prima volta dopo mesi, si dirige in merceria per il momento più umiliante: comprare mutande adatte.
"Buongiorno, vorrei sei mutande di quelle bianche di cotone".
"Certamente, che taglia?" chiede la commessa.
"Prima" bofonchia quello.
"Come scusi?"
"Prima, per favore"
"Ma no, cosa prende la prima, dia retta a me, si prenda una bella quinta" gli dice la signora.
"Lei non capisce, per favore, la prima"
"Si fidi: se prende delle mutande troppo strette poi le viene un mal di testa..."

giovedì 16 marzo 2017

Cuffie

Le piscine pubbliche sono ambienti ove è necessario garantire il massimo grado di igiene. Per questo motivo nelle vasche è costantemente presente il cloro, proprio col fine di sterilizzarle ed uccidere i batteri che l'acqua veicolerebbe tra le varie persone.
Esistono tuttavia altri accorgimenti: per esempio, è obbligatorio indossare le ciabatte e soprattutto bisogna tenere la cuffia mentre si nuota.
La ratio, specie di quest'ultima prescrizione, pare piuttosto evidente: non si vuole che le persone perdano capelli e che questi vaghino nell'acqua.
Giovine riottoso dalla lunga capigliatura, figlio ribelle dell'unico grande dio del rock, posto che sono molto felice che tu possa ancora permetterti di acconciare in cotal guisa la tua chioma, saresti così cortese da spiegare a noi poveri sciocchi quale senso possa mai avere ficcarsi la cuffia sulla capoccia senza raccogliervi dentro i capelli?
Non ti sei per caso avveduto del fatto che le utenti femminili, le quali hanno mediamente capelli più lunghi dei maschi, si premurino sempre di mantenerli all'interno delle suddette cuffie attraverso il sapiente utilizzo di pinze, pinzette, fermagli e forcine?
Pensi forse che sia soltanto un vezzo?
Mostraci il tuo lato intelligente, finora celato e custodito con così tanta gelosia da far persino dubitare della sua esistenza.

martedì 14 marzo 2017

Dolori d'Oltralpe

Per chi è stato bambino negli anni ottanta in Italia, i calci di rigore hanno sempre rappresentato un trauma. Quando arrivarono finalmente i mondiali a casa nostra, ci presentammo come favoriti, però perdemmo in semifinale contro l'Argentina. Ai rigori.
Quattro anni dopo, mondiali oltre oceano, negli Stati Uniti: finale persa ai rigori, con errore del simbolo della squadra, Roberto Baggio.
Quelli come me che sono nati sul finire degli anni ottanta hanno scarsa memoria di quest'ultimo episodio e nessuna del primo, per cui il loro primo grande appuntamento fu il mondiale di Francia nel '98. Come al solito l'Italia si presentava con discrete ambizioni di successo finale, pur non essendo la favorita; ai quarti peschiamo i padroni di casa e, per la terza volta consecutiva, ci giochiamo la permanenza nel torneo dal dischetto. I nostri sogni, come ahimé ricordiamo, si infransero contro la traversa centrata in pieno da Di Biagio.
Lacrime, calde lacrime, prima grande delusione e desideri di profonda vendetta.
Manco a farlo apposta, l'occasione buona si presenta al giro di giostra successivo: finale degli Europei del 2000. Questa volta, se possibile, l'epilogo è ancora più doloroso. La Francia acciuffa il pareggio negli ultimi trenta secondi dei regolamentari e si aggiudica il trofeo al Golden Gol (regola che verrà poi eliminata nel giro di pochi anni).
Questa doppietta per me è stata letale, mi ha segnato in maniera indelebile, al punto che la celebre vittoria del 2006 non è bastata a rimuovere del tutto il trauma. Forse è legato al disincanto col quale da fanciulli viviamo qualunque esperienza, però il mondiale tedesco è stato una sorta di contentino, o meglio, ci ha permesso di pareggiare i conti, non di passare in vantaggio.
Più vado avanti negli anni e più sento che quella sfida l'ho persa. Non intravedo all'orizzonte la concreta possibilità di chiudere per sempre quelle ferite, è più forte di me.
Tuttora, nonostante siano passati quasi diciassette anni, soffro come un cane a vedere le immagini della finale europea. Distolgo lo sguardo, cambio canale, faccio altro.
Forse ero troppo fragile all'epoca e di conseguenza esposto in maniera eccessiva alle negatività della vita.
O forse, crescendo, una vittoria non mi dà più quell'autentica gioia che avrei provato da bambino.

domenica 12 marzo 2017

Schifezze

Il sesso è una cosa che nella vita hanno praticato quasi tutti almeno una volta. Ognuno poi lo intende in maniera differente, c'è chi non osa e resta nell'ordinario e chi invece cerca ogni volta di esplorare nuove possibilità. Ma chissenefrega. Era solo lo spunto per dire che le persone si scambiano liquami, sudori, saliva e pezzi di corpo con maggior disinvoltura di quanto non possa sembrare. Se guardassimo due persone fare sesso ci verrebbe da pensare che in fin dei conti non siamo così schifiltosi, perché ci lecchiamo, ci strusciamo, insomma tutte quelle cose che capitano in occasioni del genere.
Non le rinnego, anzi.
Mi ci diverto abbastanza.
Purtuttavia, non esiste nulla al mondo che faccia più schifo di scambiarsi lo spazzolino da denti. È un'idea più perversa dell'incesto, una devianza mentale pericolosissima e che spero sia presto inserita nei reati contro la persona.
Toccatemi tutto ma non lo spazzolino.

venerdì 10 marzo 2017

Momento terribile

Questa è difficile.
Occorre premettere che non si tratta di qualcosa esprimibile con una parola sola, bensì è necessaria una locuzione anche abbastanza articolata e complessa.
Può farlo chiunque, ma è necessario fare una certa cosa prima per essere posti nella condizione di farlo. Va beh, non proprio chiunque chiunque, ma se restringo troppo il campo va a finire che si azzecca troppo presto. Diciamo che lo compiono le persone dai dodici anni in avanti, anche se, in linea del tutto teorica, potrebbero anche farlo bambini più piccoli. Ma non è qui la chiave dell'odierno indovinello.
Si tratta di un errore, di un gesto maldestro che causa sudori freddi a causa dell'irreversibilità dei suoi effetti. Ci fa sentire nudi, esposti, è saltata la nostra copertura.
Cos'è?

giovedì 9 marzo 2017

Cosa sarà mai?

Ce l'hanno quasi tutti.
Si restringe e si allarga.
Si può perdere.
Non si usa per fare sesso, ma c'è un evidente collegamento.

mercoledì 8 marzo 2017

Amarezze

Quasi nessun cantante sopravvive a se stesso.
Prima o poi la stragrande maggioranza esaurisce le idee, ma torchiati dalle case discografiche son costretti ad incidere nuovi lavori che spesso fanno storcere il naso a chi li aveva apprezzati dall'inizio fino all'apice della carriera. Qualche irriducibile si sorbisce pure gli ultimi stornelli, probabilmente accecato da un amore più simile all'idolatria che ad un sentimento; per il resto, ai concerti si assiste alla triste scena di giubilo quando l'artista smette di pubblicizzare - non me la sento neanche di dire 'eseguire' - i nuovi pezzi del repertorio per passare ai vecchi.
Il messaggio di fondo è proprio: ti prego smettila.
Smettila perché hai esaurito le idee, non hai più la brillantezza per la quale ti abbiamo apprezzato. Veder appassire così i propri idoli è molto peggio che doverne piangere la prematura scomparsa, quando almeno la loro immagine resta sacra ed immacolata.
Fermatevi, abbiate rispetto verso la vostra storia.

martedì 7 marzo 2017

D'un tratto

Un'incredibile ed immotivata nostempìa di quando la politica si viveva nei circoli di partito.
Chissà quanto impegno, quanta dedizione e quanto coinvolgimento ci volevano per farne parte.
Altro che girare svogliatamente su internet.

lunedì 6 marzo 2017

Impreparazione

Il mondo si è da sempre diviso in due macro-categorie: coloro che arrivano agli esami sereni e rilassati, consapevoli di aver studiato nei giorni precedenti, e chi invece si affanna ad appiccicarsi in fretta e furia nella memoria gli ultimi concetti prima del patibolo.
Ho sempre fatto parte della seconda, anche quando ero effettivamente preparato. Questo per quanto concerne gli esami universitari e altre interrogazioni di vario genere e tipo, ma soprattutto per i concerti. Immancabilmente, mi manca l'ultimo album. Come se fosse la parte nuova del programma, quella che il professore ha aggiunto rispetto alle dispense dell'anno prima sulle quali lo studente discolo (il sottoscritto) ha studiato.
Così, dato che spesso i concerti sono funzionali alla promozione dell'ultimo lavoro, passo le prime canzoni a biascicare qualcosa, cercando di andare a tempo e ad orecchio, con risultati ovviamente goffi ed imbarazzanti, in attesa che attacchino i vecchi successi, a guisa d'uno studentello colto allo sprovvisto che cerca di arrabattarsi fino alla domanda successiva.
Ancorato al passato, in ritardo sul presente.
Ho lo spirito da revival.

venerdì 3 marzo 2017

giovedì 2 marzo 2017

Richiamo morale

Esistono cose che in realtà non esistono.
Tipo l'anima di sinistra del PD.
Più prosaicamente, e più vicino alla nostra pancia, è giunto il momento di sfatare uno dei più grandi falsi miti della storia dell'umanità, propagandato in maniera vile e subdola sulla scorta di quella che non è niente di più che una semplice unità di misura: l'etto di pastasciutta.
L'etto di pasta, semplicemente, non esiste.
La sua esistenza è ontologicamente indimostrabile, se non come frazione, ma come entità a sé stante ha le stessa fondamenta del mostro di Loch Ness.
Partiamo da due assunti: il primo è che qualsiasi rimasuglio di pasta che sia uguale od inferiore ai cinquanta grammi non si lascia nel pacchetto, ma si accorpa alla restante dose; il secondo è che la porzione singola si aggira intorno a grammi centocinquanta.
Orbene, appare di tutta evidenza come un pacchetto da mezzo chilo contenga al suo interno tre dosi singole: due da centocinquanta grammi abbondanti più una col rimanente. In caso ci fosse un ospite a cena? Nessun problema, se ne faranno fuori tre etti e qualcosa, lasciandone un po' meno di due etti, che andranno a costituire una dose singola. Tre persone? Beh, tre persone fanno un pacchetto.
Tutto molto semplice, alla portata di chiunque.
Eppure, nonostante ciò, nelle dispense italiane si trovano ancora questi insignificanti avanzi di tren/quaran/cinquanta grammi coi quali cosa dovremmo fare?
Uniamoci contro i veri problemi che affliggono l'Italia, consumiamo la pasta in modo più consapevole ma soprattutto eliminando quella fastidiosa sensazione di voglia mista a fame. La sazietà viene prima di tutto.

mercoledì 1 marzo 2017

Undici anni

Mi rendo conto che forse possa passare in secondo piano rispetto ad alcune questioni come il dibattito sul fine vita, la questione siriana, le prossime elezioni politiche o il riarmo della prima potenza bellica mondiale (oltretutto, se si 'riarma' quello che è già il più equipaggiato, cosa succede? Costruisce la Morte Nera?), però quest'oggi ricorre l'undicesimo anniversario del pensierino.
Se fosse una persona, andrebbe in prima media.
Siccome non è che mi vengano in mente frasi particolarmente argute da pronunziare, preferisco lasciar spazio a uno dei miei pensierini preferiti: i pirati.