martedì 23 dicembre 2014

pensierino del giorno-23/12/2014

mentre lei passava in rassegna la gioielleria di famiglia, uno stormo di pensieri confliggenti annuvolava i suoi pensieri.
quid facere?
questo è il dilemma: se sia più nobile sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli?
tradotto: appendere un nuovo scalpo alla cintura e quindi poter finalmente segnare una nuova tacca sul calcio del fucile, quantunque non di prima qualità, oppure comportarsi rettamente fino in fondo, portando a termine un'azione chiaramente ispirata dalla dike, dalla giustizia divina, e quindi riportare a casa l'alcolica ninfomane senza approfittare delle sue profferte, a guisa di un cavaliere della tavola rotonda?
seguendo invece l'esempio di quinto fabio massimo prende tempo e fornisce risposte evasive, iniziando con il proliferare dei negozi cinesi, la crisi che attanaglia gli imprenditori, le difficoltà della burocrazia e persino la ricetta per l'insalata di riso. la vaghezza delle risposte evidentemente infastidisce la passeggera che cerca di cambiare posizione sulla sella, compromettendo gravemente l'equilibrio dinamico del mezzo. è solo grazie a un secco e deciso 'no' del conducente, paragonabile alla perentorietà con la quale il pd imponeva ai propri parlamentari il candidato presidente della repubblica, che si evita un tragico incidente.
la distanza dal traguardo si riduce, così come il tempo a disposizione del nostro sfigato eroe per decidere in merito alla proposta di coito avanzata dalla tavoletta del water.
una volta fermata la vespa sotto casa, incrocia fieramente il di lei sguardo e con fare risoluto prende in mano la situazione: salirà, sì, ma per un bicchier d'acqua. si giustificherà più tardi in conferenza stampa adducendo un'effettiva sete e allegando numerose perizie mediche secondo le quali vi era un forte tasso di probabilità che la sua idratazione fosse sotto i livelli minimi per far scattare l'impellente bisogno di bere.
è nel giro di pochi istanti che si consuma il dramma, nella forma del suo epilogo più imprevedibile. dopo averla sorretta per le scale portandole giacca e zainetto, il nostro si arrende di fronte alla serratura della porta d'ingresso all'appartamento: nessuno dei due, infatti, è in grado di aprirla con la chiave. al netto delle bestemmie e delle imprecazioni contro la progenie di chi ha costruito con tanta imperizia tale porta, è ormai pronto ad arrendersi. a un passo dal traguardo, qualunque fosse, sia che si trattasse di conservare la propria onorabilità sia che significasse infilzare un'altra preda.
la ragazza invece, dato che son solo le tre del mattino, suona. squilla a lungo finchè non si sentono i passi della coinquilina e in quel momento gli dice di nascondersi?
1) dove?
2) perchè?
3) chi prende l'inter?
4) di nuovo, perchè?
perchè la coinquilina che sta aprendo la porta, a quanto pare, non è una giovine e fresca ventenne, dalle gote ancora spruzzate di puerili efelidi e arrossate dalla viva emozione di una corsa sul prato in fiore con i suoi amichetti per raccogliere le margherite baciati dal sole primaverile e accarezzati dal tiepido zeffiro.
no.
è una vecchia.
nemmeno il tempo di sbaccalirsi ed ecco che apre la porta la strega di hansel e gretel.
l'ubriaca barcolla dentro, così restano loro due a fronteggiarsi.
lui ha in mano giacca e zainetto di lei.
questa volta sono gli articoli del codice penale a sfilargli velocissimo davanti, in una danza che ricorda quelle delle carte in alice nel paese delle meraviglie. le figure di reato ipotizzabili sono tantissime, dalla violenza sessuale alla circonvenzione d'incapace passando per la violazione di domicilio.
la più lesta a far fuoco, tanto per cambiare, è la megera: "Lei chi è?" chiede, legittimamente sorpresa di trovarsi uno sconosciuto sul pianerottolo in piena notte con in mano oggetti appartenenti a una ragazza in stato palesemente confusionario. mentre a studio aperto si sfregano le mani per il prossimo servizio sensazionalistico, sulla scena del crimine uno degli attori opta per una ritirata strategica.
"sono quello che l'ha recuperata dalla strada", risponde con un'aria da supereroe incompreso, porgendo giacca e zaino. dopodichè batte in ritirata. fuga al nero di seppia.
cala il sipario.
pochi applausi in platea, qualche fischio, alcuni ortaggi, nemmeno tutti commestibili.
un altro fiasco e questa volta peggiore, perchè lì almeno rimase impregiudicata la possibilità di trombare.
questa volta invece bisognava predisporre le carte per un bel solitario.

lunedì 22 dicembre 2014

pensierino del giorno-22/12/2014

girare in vespa può esporre a gravissimi pericoli sui quali sono già stati ricamati numerosi spettacoli teatrali e perfino alcuni adattamenti cinematografici. tuttavia, da queste lezioni non s'impara mai abbastanza; anzichè muoversi a piedi o coi mezzi pubblici, dunque, il protagonista della storia di cui sopra ha continuato a utilizzare il proprio motorino, grazie al quale ha compiuto anche alcune cagate non di poco conto, ma delle quali si narrerà in separata sede.
il pericolo, si diceva, è dietro l'angolo. è divertente notare la più totale aleatorietà degli eventi avversi, il loro presentarsi seguendo il moto caotico e confusionario delle particelle di polvere. si potrebbe agevolmente attraversare incolumi l'amazzonia in infradito e morire investiti sotto casa, giusto per fare un esempio del quale nessuno si stupirebbe.
ma non divaghiamo.
riprendiamo quel famoso protagonista e ricollochiamolo sul suo potente destriero, mentre galoppa intrepido liberando al vento la folta chioma bionda.
ah no, questo è robin hood.
quindi non biondo, ma castano. il resto è uguale.
sfrecciando a notte fonda per una celebre via di torino, assonnato e con la prospettiva di doversi alzare in capo a poche ore, ha nella mente l'unico obiettivo di raggiungere le coperte il prima possibile; qualcosa però lo attende al varco, precisamente nel dehors di un locale. a quell'ora il locale è ormai chiuso, per cui non vi sono luci accese, ciononostante scorge una sagoma sul pavimento.
il cervello elabora l'immagine solo alcuni metri dopo, quando ormai potrebbe fare spallucce. invece no. zeus egìoco consuma la sua vendetta sghignazzando, ben protetto sulla sommità del monte Olimpo (ma tanto dovete votare di nuovo, MERDE!).
lacerato dall'eterno conflitto ben denunziato da maccio capatonda nell'italiano medio ("il tuo problema è conseguenza del tuo menefreghismo" vs "e a me che cazzo me ne frega ammè, c'ho il diesel!"), il minchione opta per la prima scelta, fermando il bolide e tornando indietro per vedere cosa fosse quella figura che aveva attirato la sua attenzione.
l'olimpo è tutta una risata, sanno già come andrà a finire.
si avvicina quatto quatto e scorge una ragazza dalla corporatura minuta buttata per terra come se fosse un sacco dell'immondizia, racimolata lì da diversi minuti ormai, visto che il mozzicone di sigaretta ancora tra le sue dita è spento.
scappa prima che ti accusino di essere l'assassino, penserebbe un qualunque essere razionale. e poi lo farebbe. invece qui manca il sufficiente istinto di sopravvivenza, per cui si avvicina in modo da accertarsi che non sia cadavere. c'è respiro, sta solo dormendo.
e lasciala dormire, prosegue imperterrita la coscienza che è già in pigiama coi bigodini e vorrebbe spegner la luce.
stranamente fa il contrario, cioè tenta di svegliarla delicatamente bisbigliando e dandole lievi colpetti sulla spalla. nulla di fatto, permane lo stato di morte apparente.
quando zeus si accorge che ha perso le speranze e sta per andarsene, d'altronde non è medico e il suo l'ha fatto quindi nulla gli si potrebbe rimproverare, manda in soccorso una giovine coppia in automobile. i due notano la scena, accostano e scendono, visibilmente preoccupati e carichi di buone intenzioni. le sacre scritture li definiscono samaritani, più prosaicamente detti coglioni. molla a loro la patata bollente e scappa senza voltarti, fiumi poi campi poi l'alba era viola, bianche le torri che infine toccò. niente di tutto questo.
spiega che anche lui passava di lì per caso, si è fermato per sincerarsi delle condizioni della ragazza. dopo vari tentativi, finalmente il piccolo zombie riacquista sembianze umane e inizia a biascicare confusamente qualcosa: dagli spezzoni di parole che farfuglia si evince che i suoi amici l'hanno bellamente cacata lì (dimostrandosi in questo molto più furbi di qualcun altro di nostra conoscenza), è una fuori sede al primo anno, vive non lontano, vorrebbe una sigaretta ma soprattutto essere lasciata in pace. perchè non accontentarla, viene da chiedersi, specie sull'ultimo punto. già, perchè?
fatto sta che ora si gioca un duello alla texana per chi riporta a casa il vermiciattolo, che nel frattempo si è mostrato nella sua pregevole bruttura. un simpatico cesso. il secondo arrivato è lestissimo nel tirare fuori l'arma e far fuoco, dicendo che sfortunatamente deve andare proprio dall'altra parte e si stringe nelle spalle come per dire mi spiace stronzo, ma questa terra non è abbastanza grande per tutti e due. colpito e affondato.
si cerca allora un metodo per assicurarla alla vespa senza che possa arrecare eccessivi danni; dato che il metodo ovviamente non esiste, ci si rimette nelle mani della divina provvidenza, incarnata dal padre degli dei, che tra una risata e l'altra completa l'affresco con qualche altra pennellata di merda qua e là. se non altro, pensa l'ignaro guidatore, lo scorfano che mi porto appresso ha una presa salda e si stringe forte a me, quindi non dovrebbero esserci pericoli per la nostra incolumità.
ammappala che presa salda, pare quasi che mi stia palpando il petto.
beh, non occorre che si tenga alla pancia.
pensa che ridere se seguisse il suggerimento spesso lanciato alle fanciulle di aggrapparsi al...
cristo, l'ha fatto.
un ubriacona, raccattata semi-svenuta dal dehors di una rhumeria chiusa, gli sta palpando i genitali e chiede di fermarsi a dormire da lei.
ed è qui, sul secondo e ancor più lacerante conflitto del protagonista, uomo di spiccata moralità e onestà intellettuale, che si rimanda al prossimo episodio per la conclusione.

mercoledì 3 dicembre 2014

pensierino del giorno-03/12/2014

panta loni, che poi sarebbe l'evoluzione di panta rei.
tutto scorre, si diceva, quindi tutto è in mutamento. noi stessi cambiamo e più passano gli anni più ci rendiamo conto delle varie fasi che abbiamo vissuto con relative trasformazioni. passaggi indolori e forse neppure del tutto percepiti in quel momento, ma che visti con distacco sembrano i salti mortali di kierkegaard. cimitero della chiesa significa, intendo kierkegaard. pensa te che nome di merda.
severino cimiterodellachiesa. roba che in confronto piton sprizzava allegria da tutti i pori.
l'immagine di sé, dunque, è un eterno e immutabile batolite, per rappresentare il nocciolo, l'essenza, ciò che non cambia mai, oppure deve adattarsi e seguire i vari mutamenti?
valgono entrambe le risposte, non ce n'è una sbagliata.
per questo, dopo aver tenuto per anni la stessa foto su facebook, ho deciso di cambiarla. e non escludo di farlo di nuovo, per poi magari tornare alla prima.
siamo esseri multiformi, dare conto solo di una parte di noi sarebbe riduttivo.
lascio all'annosa questione dell'apparenza contrapposta all'essenza un altro e apposito pensierino.