lunedì 3 ottobre 2016

Gli sfigati

Dicesi sfigata quella persona che ci appare irrimediabilmente fuori posto nel mondo. Per com'è strutturato fisicamente, per come si atteggia, per quello che dice, per i vestiti che indossa, questa persona suscita in chi la osserva uno straniamento, come se ci fosse qualcosa di sbagliato; ovvio che, invece, non v'è nulla di davvero erroneo, eppure la maggioranza percepisce quel vago sentore di disagio esistenziale, di scarsa aderenza col mondo, insomma di sfiga.
Ai fini dell'apparire sfigato, una costituzione gracilina, magari accompagnata da una carnagione lattiginosa, di sicuro aiuta; recentemente, tuttavia, ho notato che v'è un altro fondamentale dettaglio dello sfigato: lo sfigato veste male. Lungi da me assurgere ad arbiter elegantiarum, però è ormai diventata una componente imprescindibile dello sfigato. Pantalone a vita altissima, polo del mercato lisa e più grande di un paio di taglia rigorosamente infilata nelle braghe, calzatura da crucco ad agosto sull'Adriatico e, per finire, taglio di capelli da uno che è scappato da un centro di igiene mentale.
Non so quanto un abbigliamento del genere sia condizione sufficiente per essere considerati sfigati, ma di sicuro aiuta tantissimo.

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