lunedì 6 marzo 2017

Impreparazione

Il mondo si è da sempre diviso in due macro-categorie: coloro che arrivano agli esami sereni e rilassati, consapevoli di aver studiato nei giorni precedenti, e chi invece si affanna ad appiccicarsi in fretta e furia nella memoria gli ultimi concetti prima del patibolo.
Ho sempre fatto parte della seconda, anche quando ero effettivamente preparato. Questo per quanto concerne gli esami universitari e altre interrogazioni di vario genere e tipo, ma soprattutto per i concerti. Immancabilmente, mi manca l'ultimo album. Come se fosse la parte nuova del programma, quella che il professore ha aggiunto rispetto alle dispense dell'anno prima sulle quali lo studente discolo (il sottoscritto) ha studiato.
Così, dato che spesso i concerti sono funzionali alla promozione dell'ultimo lavoro, passo le prime canzoni a biascicare qualcosa, cercando di andare a tempo e ad orecchio, con risultati ovviamente goffi ed imbarazzanti, in attesa che attacchino i vecchi successi, a guisa d'uno studentello colto allo sprovvisto che cerca di arrabattarsi fino alla domanda successiva.
Ancorato al passato, in ritardo sul presente.
Ho lo spirito da revival.

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