domenica 7 giugno 2020

Ricominciare

L'errore è stato smettere di scrivere.
Ho sempre sostenuto che lo facessi per me e per nessun altro, cosa peraltro vera per molti anni. Aveva semplicemente effetti benefici, al pari del cucinare. La differenza che passa tra nutrirsi di qualche piatto pronto e cucinare - foss'anche una semplice pasta in bianco - è la stessa che intercorre tra lasciare i propri pensieri sciolti e penzolanti e fissarli su qualsivoglia supporto, che obbliga a rivederne la forma e il contenuto.
Prender cura di se stessi è cruciale e si esteriorizza in tanti piccoli gesti, dalla doccia agli oggetti di uso quotidiano che semplicemente ci piacciono e ci appagano. Smettiamo mai di lavarci? Smettiamo mai di comprare capi di abbigliamento di nostro gusto? E allora perché dovremmo mai smettere di scrivere? O meglio, perché dovrei.
Il declino è iniziato quando quello che doveva essere uno scherzetto e un passatempo, nulla più, ha preso troppo piede e si è trasformato nella quotidianità visto il suo straripante successo. Al pari di un'enoteca che scopre di poter triplicare i guadagni servendo shottini di vodka direttamente dalle procaci tette della barista, ho ceduto alla troppo facile tentazione della notorietà. Effimera gloria. Di lì in poi è stato facile annoiarsi, cambiare completamente, salvo rendersi conto ad anni di distanza che si è perso tanto, forse troppo. Già non faccio foto. Almeno, una volta lasciavo delle parole che potevo consultare affinché riportassero a galla i ricordi che sfuggono alla prima linea di difesa della memoria. Non avrebbe senso mettersi ora a fare una retrospettiva (sperando sia la parola giusta, non ne ho idea), preferisco puntare a un lento recupero.
Visto da qua, da qua sotto, dall'inizio, ricorda quando per la prima volta mi allacciai le scarpe puntando a una maratona. Quel momento non l'ho cristallizzato, mi rendo conto solo mentre scrivo che è esistito, ma per forza a un certo punto devo aver maturato quella decisione e di conseguenza la corsa successiva è stata la prima pietruzza verso una massacrante impresa. Non corro da mesi. Coincidenze? Non credo.
Son tutti capaci a farsi una sgambata o a scrivere un post, ma a parte l'ovvia considerazione per cui dipende anche da come lo fai e da come lo termini, è la lunga distanza a far la selezione. All'orizzonte non compaiono maratone di scrittura né niente di simile, ma sarebbe già qualcosa ritrovare fluidità nello stile e, soprattutto, il piacere nel farlo, il piacere nel gesto. A chi volesse obiettare che è la quintessenza dell'autocompiacimento, una sorta di masturbazione del proprio encefalo, si potrebbe solo rispondere che ha trovato le parole perfette per incorniciare questo impegno.

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