giovedì 27 febbraio 2014

pensierino del giorno-27/02/2014

credo che nessuno si sia mai cimentato nell'opera di tracciare un confine tra sesso e amore. probabilmente perchè avevano di meglio da fare, tipo trombare.
rectius, tra fare sesso e fare l'amore. fare all'amore lasciamolo dire a chi legge moccia.
da dove cominciare per rintracciare lo scarto, lo iato esistente tra i due atti?
non è questione di pura meccanica, ma non per questo ne è del tutto esclusa.
il sesso dovrebbe essere più brutale, primitivo, ancestrale, vien da dire ignorante. prende le mosse da impulsi fisici e disattiva tutte le sinapsi neuronali tranne quelle deputate a far arrivare flusso sanguigno alle parti intime, per poi riattivarle improvvisamente quando tutto è finito. son dieci, venti, trenta (a quaranta non c'arrivate, non banfate) minuti vissuti col cervello scollegato, nei quali si osserva da spettatori il proprio corpo riuscendone a condividere le sensazioni tattili e goderecce. al termine si fa come di caprio in inception o neo in matrix, scuotendo la testa dovecazzosonomaèsuccessodavverocertocheèsuccesso e si segna un'altra tacca sul calcio del fucile.
fare l'amore è più complicato: intanto, perchè si usa quest'espressione? non avendo risposta, ipotizzo che stia per una locuzione più articolata, come fare l'amore a guisa degl'innamorati, dando dunque per scontato che il rapporto tra persone che si amano sia più intenso. a pensarci bene non è per forza vero, ma loro lo vivono così e quindi ci tocca prenderli a modello sulla fiducia. visti da fuori sesso e amore potrebbero anche sembrare molto simili: infatti la differenza giace in quello che non vediamo, nei neuroni che non si spengono e in quanto d'invisibile passa tra i corpi attraverso ogni bacio, ogni respiro, ogni carezza, ogni gemito, ogni goccia di sudore. il sesso è impermeabile, l'amore è osmotico.
quindi quand'è che il sesso si trasforma nel fare l'amore?
quando è particolarmente bello o intenso no. diventa solo sesso più figo, ma resta sempre sesso.
sono invece propenso a credere che succeda quando faccia emergere qualcosa di latente che si annidava nelle carni, come un parassita silenzioso e in perenne letargo che si risveglia all'improvviso solo nel momento in cui riconosce se stesso in qualcun altro. sono loro che organizzano tutto, all'insaputa di chi fino a quel momento li ha ospitati, del tutto ignaro di questa scomoda presenza. ed è qui che cambia la meccanica: spirato il coito, il sesso allontana i corpi, mentre quei qualcosa si sono ormai trovati e avvinghiati, rendendo impossibile la separazione.

per inciso, faccio notare come dopo un post del genere possa definitivamente dare addio al mondo dell'eterosessualità, col quale ho avuto un rapporto sempre abbastanza complicato, per quanto in fondo qualche effimera soddisfazione me l'abbia regalata. che degrado.

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