scrivere aiuta a vivere. meglio, possibilmente.
ci son quelle giornate delle balle dove le prospettive sono meno di zero e l'unica speranza è rappresentata dal domani, per il quale bisogna comunque aspettare. i pensieri grosso modo seguono un andamento da elettroencefalogramma piatto, nessun picco nell'attività cerebrale, pochi sprazzi di luce che partano da noi.
a questo punto ci troviamo di fronte a un bivio.
possiamo sprofondare in questa melma e attendere pazientemente che la notte ci porti un altro giorno oppure fare qualcosa in prima persona per migliorarlo.
tipo scrivere.
uno si mette lì, apre il pc, nuovo file, in questo caso post, si cominciano a buttare giù due righe a caso. normalmente ci si rende conto di essere privi di idee, non si sa come svilupparle, non ci sono appigli logici, passaggi facili, manca brillantezza nell'eloquio, la prosa è farraginosa e ingolfata.
è in questo preciso istante, quando prendiamo consapevolezza di ciò che abbiamo risolto a metà il nostro cruccio: bisogna uscire dai binari, pensare fuori dagli schemi.
si prende una frase, si fa una battuta stupida, si segue a caso di idiozia in cretinata passando per qualche demenzialità fino a perdersi completamente in un videogioco tipo supermario, dove perdiamo contatto con la realtà svalvolando su voli pindarici comprensibili all'apparenza solo a noi stessi. una volta finito, ci ritroviamo col sorriso e la capacità di trovare spunti divertenti in ogni banale aspetto della nostra routine.
grande poi è la gioia quando qualcuno ci fa sapere di galleggiare dalle nostre parti e condivide la nostra ilarità.
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