mercoledì 30 aprile 2014

pensierino del giorno-30/04/2014

il mondo è diviso da scuole di pensiero o di gusti più o meno su qualunque cosa. mi pare di aver recentemente citato la teoria delle olive di lily aldrin, ma più banalmente ci son quelli che soffrono di mal di testa e quelli che manco sanno cosa sia, chi fuma e chi no, chi beve e chi, negli ultimi tempi c'è grande fermento intorno al dibattito sul mangiar carne, si è già discusso della preparazione della carbonara, mare o montagna, pene o vagina, cioccolato fondente o al latte, pan-razionalisti critici e razionalisti pan-critici, insomma ce n'è per tutti i gusti. se uno vuole lanciarsi all'interno di una diatriba non ha che l'imbarazzo della scelta.
ce n'è una però che squarcia l'umanità come se fosse una lama di miracle blade in mano allo chef tony ed è una ferita dalla quale zampilla sangue a fiotti, pare destinata a non rimarginarsi mai.
come molte altre è figlia del suo tempo, della modernità, di questo consumismo sfrenato e della caduta del muro di berlino. i nostri nonni mai avrebbero pensato a qualcosa di così futile, loro almeno facevano le guerre per i soldi abilmente camuffati da ideali, ma noi no. abbiamo deciso che a un certo punto l'uomo deve fermarsi quando incontra qualcosa di più grande di sè e riconoscerlo come tale, in ossequioso rispetto della sua maestosità.
mai ci ritrovammo di fronte a un manicheismo dai confini tanto netti e rigorosi, che non ammette terra di nessuno, dove o sei acqua o sei fuoco, o sei giorno o sei notte, o sei bianco o sei nero, o sei vita o sei morte.
il gusto dell'estathè.
pesca o limone.
da qualunque punto di vista lo si voglia guardare, il bene contro il male, l'eterna sfida dell'uomo alla natura ma senza tralasciare l'orso di peluche (feat. guastardo).
secondo un recente rapporto ocse, è la prima causa di mortalità infantile nel mondo, non perchè non ne abbiano a sufficienza ma perchè porta a tragici e mortali litigi già i bambini sotto i cinque anni, che non esistano a sbranare il rivale per affermare la supremazia della propria razza.
matrimoni in apparenza solidissimi si sono sciolti come neve al sole quando il problema è emerso in tutta la sua dirompente e inarrestabile potenza, come un tornado che sradica alberi e abbatte interi palazzi, quarant'anni di felice sodalizio sventrati fin dalle fondamenta, anche se tanto solido evidentemente non doveva essere il matrimonio ma poi mi chiedo ok che non sono un esperto ma così a naso prima di fare un passo del genere e correre il rischio di mettere al mondo nuovi possibili serial killer con una tizia le farei qualche domandina tipo chessò ti piace l'uovo nella minestra insomma qualcosa che possa farmi capire che quella è la persona giusta per me e voi mannaggiasantissima manco vi premurate di scoprire a che gusto preferiscono l'estathè cioè ma stiamo scherzando dai l'ufficiale di stato civile manco dovrebbe trascrivere il matrimonio.
io ho ucciso.
ho dovuto.
non è che volessi farlo, semplicemente è capitato. quando la discussione genera si perdono di vista tante cose tipo il fatto che la vittima fosse legata a te da un rapporto di consanguineità.
e pazienza se magari stava scherzando, non è che uno possa farsi stirare dalla metro e poi prendere di tornare in vita perchè tanto era una burla.
la vita è roba seria.

pensierino del giorno-29/04/2014

non è zoccola tutto quel che lucciola.

pensierino del giorno-28/04/2014

nell'ultimo intervento ho scritto la parola restiosità.
mentre la digitavo pensavo fra me e me "ma esisterà? suona davvero male. me la sarò mica inventata io? perchè di sicuro esiste l'aggettivo restio, ma quale potrebbe essere il sostantivo che viene dalla stessa radice?"
in questi casi esiste una sola e unica soluzione: l'amico gugol. egli, che tutto vede e tutto sa, è diventato un portento grazie alla funzione di completamento automatico che quando non sappiamo come finiscano delle parole ci fornisce la risposta senza dover neppure premere invio.
(non a caso gugol è uno dei main sponsor della lobby dei comodisti, comodini e del comune di como).
mi accingo dunque a scrivere la parola nella barra di ricerca e scopro che effettivamente esiste: in alcune pagine web è stata utilizzata. bravi, bene, bis, suppongo sia del dizionario online treccani piuttosto che dell'accademia della crusca o un passaggio della divina commedia. in realtà andrebbe bene anche una porcata qualunque come repubblica.it, mica ci sarebbe niente di male.
invece no.
primo risultato: pensierino del giorno dell'undici agosto duemilatredici.
auguri a chi ha compiuto gli anni in quel giorno, appena quarantott'ore dopo di me.
è una parola coniata dal nulla dalla mia mente bacata e son talmente scemo che pure internet si fa beffe di me.

pensierino del giorno-27/04/2014

volevo avvisare il cortese pubblico di una decisione che ho preso: per la prima volta da quando scrivo sui vari blog e quindi più di otto (per voi lunghissimi) anni, mi ripeterò.
una delle regole d'oro del pensierino è sempre stata quella di trovare un argomento nuovo di discussione, uno spunto che fosse diverso da quelli precedenti, non tornare mai sui vecchi interventi. insomma cambiare continuamente.
ora è diverso. è diverso perchè ho scritto un post al quale tenevo parecchio e che ha riscosso un discreto successo, ma sono anche stato spinto a migliorarlo. ben fatto, hanno osservato, ma puoi fare di meglio.
sono uno che a stento rilegge, figuratevi se mi metto lì a modificare l'ossatura. gira e rigira invece mi son lasciato convincere, seguirò delle indicazioni e proverò a renderlo più scorrevole e accattivante per chi legge.
giustamente sembra una scemenza dedicare un intervento a un annuncio, ma data la mia ormai celebre restiosità a qualunque forma di innovazione ho ritenuto opportuno divulgare questa grande apertura al progresso.
un po' come se il papa iniziasse a lanciare preservativi su piazza san pietro urlando "chi non li abbia faccia il salto della quaglia per l'amor del cielo!".
tuttavia, voglio aspettare qualche giorno prima di riproporlo, un po' come acuta scelta editoriale per far salire l'hype, un po' perchè voglio vedere in quanti lo riconosceranno se buttato lì tempo dopo e confuso in mezzo ad altri senza tanti squilli di tromba.


martedì 29 aprile 2014

pensierino del giorno-26/04/2014

nel quarto del cammin di mia vita
mi ritrovai con un dilemma oscuro
ché la diritta via era smarrita
sarà vero che chi riesce a copulare con un certo numero di ragazze con i capelli rosse acquista poi l'immortalità? siamo evidentemente di fronte al sacro graal versione 2.0 e questa volta è interamente nelle nostre mani. non si tratta più di vagare errabondi per l'inghilterra a dorso di un cavallo sperando di incappare nella coppa costruita da un falegname oltre mille anni prima, bensì partire alla conquista del mondo, o meglio, delle rosse.
aleggiano tre diverse versioni di questa leggenda: secondo una prima teoria sarebbe sufficiente arrivare al numero di tre, un'interpretazione più stringente vorrebbe invece conquistare quota sette, mentre alcuni highlander ritengono necessarie ben dieci pollastre.
ho cercato di documentarmi su internet, ma l'unica cosa che ho trovato è stata questo piccolo capolavoro di squallore post-moderno sul quale vi invito caldamente a cliccare in caso foste in cerca di una clamorosa iniezione di autostima.
mentre il dubbio resta, mi faccio carico di formare una commissione paritetica che vigilerà sul raggiungimento del traguardo da parte  di chi vorrà cimentarsi nell'impresa. per partecipare basterà inviarmi un bonificio di ottocento euri alle coordinate che invierò per posta elettronica a chi dovesse farne richiesta.

pensierino del giorno-25/04/2014

avere due indirizzi di posta elettronica è una mossa apparentemente saggia, ma che presta il fianco a pericolosissimi errori.
da un lato va bene perchè ci consente di averne uno non ufficiale dal quale poter fare scemenze che magari non vogliamo vengano a conoscenza delle altre persone e quindi aiuta a mantenere l'anonimato, dall'altro però c'è il rischio di non effettuare la giusta sincronizzazione delle varie attività. può infatti capitare che si effettuino registrazioni a siti o forum con l'indirizzo che poi cade in disuso e non si provveda a modificarlo, così arriviamo con notevole ritardo a delle informazioni che ci sarebbero potute interessare.
questo preambolo per fare un uso personalissimo e bieco del blog come valvola di sfogo: dopo un periodo nel quale avevo un po' lasciato perdere il blog di spinoza.it, ho scoperto che volevano citarmi nel libro per alcune delle mie (in realtà disgustose) battute.
e io ho letto la mail un mese dopo la data ultima per inviare i miei dati.
no dico ma si può?
c'è ingiustizia in questo mondo.
ne soffro.

lunedì 28 aprile 2014

pensierino del giorno-24/04/2014

in principio fu il comodino.
è l'emblema delle mollezze occidentali e della decadenza dei costumi dell'età contemporanea, dove il fine ultimo è la ricerca del benessere. non abbiamo più aspirazioni spirituali, non c'interessa il perfezionamento dell'anima o del corpo, vogliamo solo benessere.
aspetto fondamentale del benessere è la comodità, il non doversi sbattere troppo.
comodino-comodità, fateci caso.
quindi cosa meglio del comodino rappresenta la comodità? il suo luogo naturale è a fianco al letto, più precisamente alla testiera,  in modo che non sia lontano dalle nostre braccia. tutto meticolosamente studiato.
non solo ci troviamo in posizione orizzontale adagiati sopra un comodo materasso, ma abbiamo perfino l'ardire di possedere un oggetto che ci permetta di non dover allungare le mani fino al pavimento per posare gli oggetti. uno schiaffo ai dietologi e ai nutrizionisti d'ogni tempo, razza, sesso e religione.
dal comodino è nata la dottrina del comodismo, che fino ad allora era probabilmente presente nelle nostre menti in forma embrionale (sì, in questo caso sposiamo un innatismo duro e puro) e poi il comodino ne ha favorito la maieutica.
il comodismo, radicalmente contrapposto al comunismo, alla coca cola, alle ztl e alla riforma del senato, si propone di raggiungere la massima comodità col minimo sforzo. si fonda sul sistema lettocentrico, nel quale il letto è al centro non solo della stanza ma proprio dell'intera esistenza. rifiuta lo sforzo muscolare e ambisce alle piaghe da decubito, segno distintivo di bellezza e nobiltà (anche d'animo). il letto, ça va sans dire, dev'essere matrimoniale non per l'eventuale presenza di un'altra persona (si ricorda a tal proposito che scopare non è mai comodo, nemmeno se si sta sotto perchè comunque è sbatta e ci si sporca), bensì perchè deve fungere da appoggio per la televisione e il computer, nonchè per il vassoio sul quale di volta in volta portare a letto il cibo.
molti studiosi affermano che il comodismo abbia portato a un impigrimento della popolazione, tuttavia recenti studi hanno dimostrato la falsità di tale posizione: al fine di raggiungere un'efficientamento (parola che son quasi sicuro non esista) della propria esistenza, è necessario spremere le meningi e quindi l'attività cerebrale aumenta. in effetti pensare troppo è stancante e poco comodo, quindi hanno ragione i primi.
però chissenefrega, uno che sta a letto mica ambisce a ricevere visite. non che schifi la compagnia, ma semplicemente zero sbatta di alzarsi.

pensierino del giorno-23/04/2014

improvvisamente una folgorazione: da grande voglio fare la tartaruga ninja.
sul ninja non vedo molti problemi, sarà sufficiente allenarsi. già più complicata la trasformazione in tartaruga ipermuscolosa e che riesce a stare eretta sulle due zampe posteriori, ma io parto avvantaggiato perchè già lo faccio, dunque la metà del lavoro è completata. tra l'altro, che figata spaziale essere già a metà di qualcosa ancora prima di averlo iniziato, come se uno volesse andare da torino a trieste e nel momento in cui accende la macchina si trovasse a brescia.
tartaruga ninja si diceva.
ora come ora mi sfuggono possibili applicazioni pratiche, anche perchè dovessi esser sincero non credo che mi dedicherei alla lotta contro il crimine. intendiamoci, nessuno negherebbe il proprio aiuto a una donzella in difficoltà o si tirerebbe indietro di fronte alla possibilità di evitare la commissione di un reato, ma di sicuro non me le andrei a cercare.
nè punterei a farmi assumere in istituti di vigilanza privata o altri lavori comunque rischiosi dove è un attimo e provano a impallinarti. so figo, so bello, so fotomodello e sarebbe un peccato farsi crivellare come una forma di groviera senza la possibilità di sfruttare le doti che ho acquisito a seguito del mutamento genetico. piuttosto andrei a fare il surfista in giro per il mondo seguendo le stagioni assolate nel'emisfero australe; in quanto tartaruga potrei anche scegliere di essere una di quelle marine e quindi possedere un'innata attitudine all'acqua e al nuoto.
quando il fisico non reggerà più i ritmi baldanzosi e festaioli che tale attività impone, sarà il momento di andare a occupare i salotti della tv come opinionista, falsamente intellettuale ma in realtà anelante a una qualunque partecipazione in un reality dove acquisterò fama immortale grazie a un flirt con una strappona. da quel momento in poi la strada è tutta in discesa: ospite fisso delle trasmissioni domenicali per raccontare come lei, meschina e malvagia, mi abbia strappato il cuore al punto da costringermi a provarci con tutte le altre e in virtù di questa spiccata propensione al baccaglio otterrei nuove chiamate in altri reality per risollevare l'audience.
tutto questo, in realtà, alla ricerca dell'unico vero sacro graal: farsi tre rosse, in modo da ottenere l'immortalità.

domenica 27 aprile 2014

pensierino del giorno-22/04/2014

scrivere aiuta a vivere. meglio, possibilmente.
ci son quelle giornate delle balle dove le prospettive sono meno di zero e l'unica speranza è rappresentata dal domani, per il quale bisogna comunque aspettare. i pensieri grosso modo seguono un andamento da elettroencefalogramma piatto, nessun picco nell'attività cerebrale, pochi sprazzi di luce che partano da noi.
a questo punto ci troviamo di fronte a un bivio.
possiamo sprofondare in questa melma e attendere pazientemente che la notte ci porti un altro giorno oppure fare qualcosa in prima persona per migliorarlo.
tipo scrivere.
uno si mette lì, apre il pc, nuovo file, in questo caso post, si cominciano a buttare giù due righe a caso. normalmente ci si rende conto di essere privi di idee, non si sa come svilupparle, non ci sono appigli logici, passaggi facili, manca brillantezza nell'eloquio, la prosa è farraginosa e ingolfata.
è in questo preciso istante, quando prendiamo consapevolezza di ciò che abbiamo risolto a metà il nostro cruccio: bisogna uscire dai binari, pensare fuori dagli schemi.
si prende una frase, si fa una battuta stupida, si segue a caso di idiozia in cretinata passando per qualche demenzialità fino a perdersi completamente in un videogioco tipo supermario, dove perdiamo contatto con la realtà svalvolando su voli pindarici comprensibili all'apparenza solo a noi stessi. una volta finito, ci ritroviamo col sorriso e la capacità di trovare spunti divertenti in ogni banale aspetto della nostra routine.
grande poi è la gioia quando qualcuno ci fa sapere di galleggiare dalle nostre parti e condivide la nostra ilarità.

pensierino del giorno-21/04/2014

spinoff dal pensierino di ieri, per chi se lo fosse perso rintracciabile qui: pensierino di ieri
scrivendo mi son reso conto che in italiano si utilizza una lunga e costosa locuzione: lavare i piatti, cioè tre distinti vocaboli. in questo molto simili agli spagnoli, che dicono fregar los platos. invece in francese e inglese quest'azione viene indicata da un sostantivo, rispettivamente vaisselle e washing-up. tutto sommato meglio.
anghe pecchè ci costringe ad utilizzarlo in maniera piuttosto sgradevole quando vogliamo intenderlo come un sostantivo, il lavare i piatti.
trovo ignobile che si preoccupino della riforma del senato senza dedicare neanche un minuto a questi che sono i veri problemi.

pensierino del giorno-20/04/2014

la lavapiatti è stata inventata da un uomo.
questo è fuori discussione. pensateci bene: chi altri avrebbe potuto sviluppare un tale rifiuto verso il lavare i piatti da portarlo a industriarsi pur di non doverlo più rifare?
immaginatevi la scena. cucina di casa, ora di cena. appena finito di mangiare la moglie è già lì che ha adocchiato i piatti sporchi nell'acquaio ed è pronta ad aggredirli con innata ferocia in modo che l'ordine torni a regnare sovrano il più presto possibile. non dev'esserci traccia di sporco nella sua cucina, non lo permetterà mai. piuttosto si farà torturare, rinuncerà allo shopping, smetterà (temporaneamente) di fumare, ma i fornelli e il piano cottura splenderanno come non mai, mentre i piatti ancora caldi ma perfettamente asciutti riposeranno sull'apposito scaffale. fantastico.
il marito invece ha allungato le gambe sotto il tavolo inclinando la schiena e mentre dirige un'esplorazione digitale all'interno delle sue mutande, con la lingua combatte coraggiosamente gli ultimi rimasugli di cibo fra i denti. maledetti molari, quando s'incastrano là sotto non vogliono saperne di venir via. gli resta tuttavia qualche neurone libero per domandarsi con fare pomposo e amletico se di lì a un paio d'ore quell'essere che si aggira frenetico dalla tavola all'acquaio gliela darà o se sarà costretto a provvedere da sé ai propri bisogni.
dipendesse da lui, si potrebbe già agire sul tavolo della cucina con tanto di macchie di sugo che fanno il tifo, invece sa già che perlomeno bisognerà attendere il periodo della pulitura della cucina, sorbirsi le lamentele circa la sua inattività e dulcis in fundo almeno un'oretta di riposo sul divano a fronte di venti minuti scarsi di lavoro.
ed è quindi per fottere che un giorno le rotelline dell'uomo cominciarono a girare vorticosamente con l'intenzione ovviare a questo problema: decise che avrebbe dovuto trovare il modo di lavare i piatti mentre lui poteva comodamente ciulare. esclusa l'ipotesi domestica per motivi economici e quella dell'ubiquità per livello scientifico-tecnico non adeguato, non restava che escogitare una macchina che svolgesse il suo lavoro. o meglio, quello della moglie. allora si mise d'ingegno e creò questo portento della natura, la lavapiatti.
così finalmente la moglie può andare a riposare sul divano per venti minuti in più e continuare a non dargliela senza dover tirare fuori la scusa dei piatti da lavare.

venerdì 25 aprile 2014

pensierino del giorno-19/04/2014

i buchi neri.
il triangolo delle bermuda.
il volo della malaysian airlines del mese scorso.
l'omicidio di jfk.
l'origine dell'universo.
le statue dell'isola di pasqua.
gli inglesi che guidano a sinistra.
la ricetta del tamango.
la complessità del cervello umano.
sono in fin dei conti misteri di poco conto se paragonati ai buchi sulle mie magliette.
succede questo: da un paio d'anni a questa parte ho notato che molte delle magliette che sono nel mio armadio hanno un piccolo buco, più o meno della stessa forma e dimensione, ed esattamente nello stesso punto. è ubicato tra l'ombelico e la cintura, sembra un quadrato di due-tre millimetri di lato e non riesco a chiarirne l'origine. escluderei tarme varie poichè ho potuto constatare come questi si siano palesati anche durante la giacenza in diverso armadio di diversa casa di diversa città di diverso stato.
escluderei l'ipotesi sfregamento, contro cosa potrebbero essersi mai consumati a tal punto? e poi non sarebbe compatibile con la sagoma del buchetto, dai contorni troppo netti. se così fosse sarebbero sfilacciati.
insomma il mistero s'infittisce e non riesco a darmi pace.
resta in piedi la pista sabotatore misterioso, magari proprio la scimmia cattiva che dall'armadio di chris griffin si è spostata nel mio. a quel punto sarebbe davvero un'emozione, lo riterrei un onore e un privilegio.
però no.
che sia colpa di un problema della lavatrice? dovrei però ipotizzare che ci sia dietro un sabotatore misterioso e iniziare a vivere nel terrore protetto ventiquattr'ore su ventiquattro dalla scorta.
il domani mi fa paura.
potrei trovare un altro buco.



pensierino del giorno-18/04/2014

- ciao, sono di nuovo io -
- oh no, ancora tu?-
- dal tono della tua voce deduco una grande felicità nel ritrovarmi -
- non ti dico. preferirei essere un'odalisca nelle mani di gheddafi -
- abbiamo una notevole verve comica fin dal primo mattino, bene bene. quindi non sei contento di rivedere la tua coscienza? a proposito, posso sedermi? -
- fa' come se fossi a casa tua -
- ti ringrazio. a dir la verità non ho nemmeno fatto colazione, non è che potresti gentilmente... -
- vaffanculo -
- mi sembrava di aver letto sulla porta 'ampio parcheggio e cortesia' e in tutta onestà non vedo né l'uno né l'altra -
- dimmi cosa vuoi e poi vattene -
- mah, insomma, sai com'è...è da un bel pezzo che non ci si vede, dico bene? saranno un paio di annetti pieni? -
- ti chiedo scusa se non ho tenuto un calendario sul muro come i carcerati -
- non c'è bisogno di fare del sarcasmo, ricordati che io sono dalla tua parte. solo che a volte il mio ruolo mi impone delle posizioni che a te possono apparire scomode alla maggioranza delle persone, figurati a una testa dura come te che piuttosto che aprirsi si farebbe scorticare vivo -
- se sei qui per una paternale infarcita di buon senso e luoghi comuni con una spruzzatina di qualunquismo puoi andartene. anzi, puoi andartene in ogni caso, in qualsiasi istante. giuro che non mi offendo, non ti serberò alcun rancore. anzi -
- c'è qualcosa di cui mi vuoi parlare? senti il bisogno di raccontare delle esperienze, condividere dei sentimenti, insomma quelle cose che fanno tutti e che a te sembrano così banali e futili? e non grugnire! -
- quando arriverà il momento sarai la prima a saperlo, giuro su vasco rossi. che sia fulminato se non lo farò -
- molto spiritoso, davvero maturo come atteggiamento. allora dovrò fare come quando eri ragazzino e leggerti dentro, forse è l'unico modo per sbatterti di fronte la realtà delle cose, anche se se francamente preferirei che ci arrivassi da solo. da cosa scappi? -
- non sto scappando -
- renditi conto: stai mentendo alla tua coscienza. si può essere più deficienti? faccio fatica a crederlo. ogni tanto penso che se potessi tornare indietro chiederei di essere accoppiata con un futuro serial killer, almeno mi darebbe delle soddisfazioni. te invece niente, una barriera architettonica. pensi sul serio che riuscirai per sempre a evitare i dolori, le sofferenze, le angosce, tutto quello che ci fa star male, che ci tiene svegli la notte, che ci caccia un pugno gelido dentro lo stomaco e azzanna la felicità solo scappando? no, non funzionerà -
- apprezzo il tuo sforzo e i tuoi tentativi, davvero, ma non ne ho voglia -
- non esiste 'non ne ho voglia'. non si tratta mica di lasciare dei piatti sporchi nell'acquaio per poi lavarli la mattina dopo. qua hai accumulato le stoviglie di anni, non hai più niente di pulito in cui mangiare nè spazio per muoverti. devi sistemare tutto questo casino -
- e se non lo volessi fare? se mi piacesse vivere in mezzo alla sporcizia? -
- ma tu non lo vuoi -
- e se allora non si potesse fare? se fosse così e basta, ormai è successo, posso solo aspettare che il tempo levighi anche questo -
- è vero, non si riscrive il passato. ma devi prendere consapevolezza di quello che ti causa. tanto prima o poi ti raggiungerà, non riuscirai a scappare per sempre. riconosco che finora sei stato bravino, sembra proprio che tu non voglia cedere, ma il rischio più grande è che tu molli di testa prima ancora che di gambe e ti lasci sopraffare, fagocitare. girati e combatti, prenditi i cazzotti e vai per terra, rompiti il naso, fatti male per dio, ma affrontalo, sentiti vivo. il rimedio sta nel difendere la propria posizione, non nell'abbandonarla in favore di qualche sensazione corporale o di un trip mentale -
- aiuta -
- sul momento, ma quanto dura? è una stella cometa nel tempo, passa veloce e poi non la vedi più. e ti ritrovi di nuovo da solo, sotto lo stesso cielo, scoprendo che niente è cambiato, che ogni stella ha mantenuto il suo posto e che tu non ti sei spostato di un centimetro -
- cosa suggerisci dunque, o savio narratore onnisciente della mia vita? -
- assolutamente nulla. non posso, mica sono un taumaturgo o uno sciamano che fa la danza per allontanare gli spiriti maligni. ma era impensabile che tu continuassi a correre così a lungo, avevi bisogno che qualcuno ti facesse uno sgambetto -
- più che uno sgambetto la definirei un'entrata a piedi uniti sul ginocchio -
- chiamala come vuoi. la tassonomia non m'interessa. ricordati solo che ogni giorno nel quale scegli di non combattere allontana di un po' la felicità. non esiste un arco temporale predeterminato al termine del quale ti verrà riconsegnato tutto, come se ti avessero sequestrato la macchina. no, sei tu che devi andarlo a prendere e più posticipi meno giorni lieti ti restano. dum differtur vita trascurrit -
- fottiti, te e quel vecchio di merda di seneca. e passami il cucchiaino -

giovedì 24 aprile 2014

pensierino del giorno-17/04/2014

nuovo fantastico giochino per perdigiorno annoiati.
ancora una volta l'illuminazione giunge dal trono del sapere, il luogo nel quale in molti ritengono che lo spirito santo sia sceso sugli apostoli e dove l'uomo ha senza dubbio ricevuto l'ispirazione per le grandi conquiste e i progressi in ambito tecnologico-scientifico: il cesso.
ordunque, per quanto sia leggermente passato di moda, non era e non è tuttora infrequente imbattersi in scritte fatte a pennarello sui muri del suddetto locus amoenus: si tratta perlopiù di esametri giambici che denunziano un chiaro omaggio alla civiltà ellenica, retaggio dell'influenza che ha avuto sullo sviluppo della nostra cultura, nei quali si invita a comporre un numero di telefono col non troppo celato fine di ricavarne un profitto o altra utilità. è una consuetudo che sfugge al rigido schema del sinallagma solitamente alla base dei rapporti privatistici, meglio rientrando nel quadro della liberalità che soggiace alle donazioni.
pompe, pompini, gay, negro, trans, cazzo in culo, sono i topoi ricorrenti di quelli che qualcuno, in relazione alla brevitas della quale era maestro giovenale, ha voluto ribattezzare epigrammi del cazzo. noti appunto per la loro sinteticità e capacità di colpire subito il centro nevralgico della comunicazione senza perdersi in inutili fronzoli od orpelli stilistici, si compongono di uno stringato messaggio recante profferte di varia natura e dimensione, per poi culminare nell'ipostatizzazione di quello che prima era solo un concetto vago e dai contorni sfumati attraverso l'ostensione del numero di telefono, quasi a sfidare l'avventore a tastarne con mano la veridicità.
ed è qui che arriviamo al nucleo forte del nostro gioco: a che pro, cui prodest, lasciare che le sabbie del tempo sfuggano tra le nostre dita senza sfruttare le occasioni che il destino appronta lungo il nostro sentiero (o autostrada che dir si voglia)?
se ne conclude quindi l'assoluta necessità di chiamare tali numeri al fine di trarne benefizio e poter così placare la sete di chi incise per i posteri un disperato grido d'aiuto.

pensierino del giorno-16/04/2014

il mondo è progredito grazie ai visionari.
non so quanto questa sia un'ovvietà, però m'è venuta in mente durante una seduta di meditazione sul pensatoio e nella sua semplicità mi è apparsa quasi illuminante. stavo utilizzando la carta per la sua funzione principe, cioè detergerci le natiche una volta smaltiti i rifiuti tossici, quando mi son reso conto dell'importanza di quest'invenzione nella storia dell'uomo. straordinaria, quasi impareggiabile.
soprattutto mi affascina la sua scoperta: com'è noto, non è una materia che si trova in natura come l'oro o il ferro, ma si produce attraverso un complesso procedimento. di cose complesse negli ultimi anni ne son venute fuori parecchie, eppure credo che rispetto allo stato della tecnica la carta abbia segnato lo scarto maggiore. forse tesla potrebbe giocarsela, però più che altro sotto un profilo dell'utilità futura: qua invece mi riferisco più alla difficoltà di concepire l'invenzione in quel dato momento.
prendiamo la ruota.
figata eh la ruota, bravo chi l'ha inventata. applausi per lui e anche per fibra.
però la ruota si rifà a un fenomeno che in natura può manifestarsi, è sotto i nostri occhi fin dal primo momento; basta vedere un sasso che rotola giù da una collina per avere l'intuizione vincente, mentre la carta a livello immaginifico è lontanissima dalla realtà. ci va dal genio per concepirla partendo da un albero.
tutto questo per dire che senza la carta igienica la società contemporanea andrebbe a rotoli (e scusate la finezza della battuta).

mercoledì 16 aprile 2014

pensierino del giorno-15/04/2014

esistono persone chiaramente più furbe di tutte quelle altre.
gente che, senza arte nè parte, è riuscita a fare fortuna senza muovere un dito.
è il caso, tra gli altri, di uccio.
uccio, il cui vero nome ignoro, è il miglior amico di valentino rossi. ora, lungi da me pensare che quest'amicizia non sia autentica e non abbia un profondo valore per entrambi, ci mancherebbe, però diciamo che a naso quello che ci guadagna di più è l'amico del campione e non il campione stesso. il soggetto in questione infatti, oltre a essere stato pure intervistato da sfide che per qualunque persona che si rispetti è il più grande sogno dopo una cosa a tre con la d'urso e la minetti, segue rossi in tutte le tappe del motomondiale. ogni tanto capita che lo intervistino mentre esce distrutto dal camion dopo una nottata evidentemente impegnativa che suppongo abbia speso leggendo la versione originale della critica della ragion pura; se non sbaglio rossi gli corrisponde proprio uno stipendio da migliore amico o qualcosa del genere. ma anche non gli desse una lira, questo non deve mai tirare fuori il portafogli. esci con un pilota di motogp, offrirà ben lui o no?
grande uccio.

lunedì 14 aprile 2014

pensierino del giorno-14/04/2014

qualche tempo fa rivolsi dolce parole astiose nei confronti di coloro che per darsi un tono tengono gli occhiali da sole sulla fronte, evidentemente preoccupati da possibili bruciature.
bene, abbiamo finalmente trovato i loro degni eredi. con l'appropinquarsi della bella stagione, ecco che arriva la versione 2.0 di questi minus habens: quelli che tengono gli occhiali attorno al collo. esatto, attorno. li comprano apposta con le stanghette strette così che restino attaccati.
qualche esemplare è già stato segnalato in giro, infatti i cecchini sui tetti sono in stato di massima allerta, così come la protezione civile e la guardia nazionale che ha richiamato i riservisti.
anche se dall'apparenza innocua e al massimo un po' truzzo/fighetta, questi esemplari sono particolarmente idioti e pericolosi per sé e per chi sta loro intorno: il rischio del contagio per osmosi è molto alto, siamo nell'ordine di grandezza di de jong su xabi alonso. purtroppo non vi è possibilità di redenzione alcuna, questi soggetti vanno individuati ed eliminati uno a uno. oddio, nulla vieta che ciò accada mentre sono in gruppo, anzi sarebbe un bel risparmio di tempo e risorse.

sabato 12 aprile 2014

pensierino del giorno-13/04/2014

la linea telefonica fissa ormai serve davvero a poco. personalmente ne fruisco solo per chiamare la nonna a pisa, fine basta stop.
e invece ci sono questi maledetti call center che ti contattano di continuo per sottoporre inutili offerte, tanto son gli unici che chiamano, cosa vuoi che mi cambi se ricevo le tue telefonate su un operatore piuttosto che su di un altro?
ad ogni buon conto, alle volte ci si sente perfino stronzi a trattarli male; di sicuro non lo fanno perchè si divertono, quindi tocca perderci una trentina di secondi per archiviare la pratica. orbene, qualche giorno fa una di loro m ha improvvisamente regalato la più bella ed elegante via di fuga, domandandomi se per caso fossi minorenne. quasi offeso, stavo per dirle di venire a controllare di persona le mie parti intime quando ho capito il clamoroso autogol che aveva fatto.
ovviamente sì, io piccolo e ingenuo diciassettenne sono a casa senza i genitori e per il mondo del diritto quasi non esisto. fantastico.
quindi ormai quando attaccano con le loro offerte spiattello subito un scusi sono minorenne che ricorda molto peter griffin quando scopre di essere il ritardato e ciò mi gonfia il petto d'orgoglio.per intenderci, peter fa questo
l'obiettivo è potersi comportare così anche in casa: https://www.youtube.com/watch?v=ksUXTtEYghQ

venerdì 11 aprile 2014

pensierino del giorno-11/04/2014

sono ben note agli aficionados del pensierino la superficialità e grettezza con la quale mi accosto più o meno a qualunque argomento, che spesso mi portano ad avere idee completamente sbagliate.
però pensavo questa cosa.
sento di parecchie persone negli ultimi tempi che ricorrono all'aiuto di psicologhi (che, ricordiamolo, segue una regola diversa da chirurgi, ma la stessa di grechi) per superare un periodo difficile o un episodio particolarmente brutto. questo è abbastanza scontato, visto che non penso che la gente vada da uno psicologo per dire ehi bomber la mia vita va una meraviglia, quanto sono un grande? per poi sentirsi rispondere wei zione ma sei troppo un figo, schiaccia sto five poi molla cinquanta euri e vattene affanculo.
di sicuro in certi casi è necessario affidarsi a una persona qualificata, non lo metto in dubbio. mi auguro di non averne mai bisogno, ma ne comprendo l'importanza.
credo che si combinino due fattori: da un lato, la forte voglia di uscire dal tunnel nel quale ci sentiamo costretti, il bisogno di respirare ottimismo e di non essere assaliti dalla tristezza fin da quando apriamo gli occhi al mattino; dall'altro la speranza che questa persona possa effettivamente aiutarci, speranza che non possiamo riporre in chi ci sta intorno. è un po' come se ci fossimo procurati un taglio: l'amico ti può dare un cerotto, una benda, un aiuto transitorio e magari pure efficace sul momento, ma poi bisogna andare in ospedale a farselo sistemare.
il dubbio che sorge è: a fronte di queste situazioni, quante invece sono quelle nelle quali si vuole solo andare da una persona che ti stia ad ascoltare? pensiamo magari di avere chissà quali problemi sconvolgenti, invece abbiamo solo difficoltà a tirare fuori quello che ci affligge. condividere il dolore.
può essere che abbiam perso la capacità di ascoltarci e sostenerci l'uno con l'altro?
magari la risposta si può rintracciare in un'altra grandissima verità assoluta che regola la nostra vita, e cioè che è molto più facile parlare con gli estranei perchè non ci giudicheranno, non avendo mai voluto che noi facessimo una determinata cosa quando invece ne abbiam fatta un'altra. potremmo tranquillamente ammorbarli con le nostre turbe e paturnie per l'intera durata di un volo intercontinentale, parlando del dolore per la scomparsa di una persona cara, la delusione per la fine di una relazione, le ansie sul futuro, mentre liquideremmo questi argomenti con frasi smozzicate di fronte agli amici.

pensierino del giorno-12/04/2014

il gioco di carte hearts, presente di default in ogni computer con windows, ha delle regole piuttosto semplici: consiste nel far prendere agli avversari determinate carte che assegnano un tot di punti. quando un giocatore raggiunge un determinato punteggio la partita termina e vince chi ha totalizzato meno punti.
si son viste cose più complicate al mondo.
tuttavia, mi è venuto in mente che da bambino, insieme ad altri luminari del mio livello, tutti futuri soci m.e.n.s.a. e già vincitori di diversi premi nobel, oltre a non riuscire a giocare a free cell perchè non riuscivamo ad avviare la partita, avevamo altresì stabilito che l'obiettivo di hearts fosse quello di realizzare il maggior numero possibile di punti, per cui ci stupivamo da un lato della semplicità del gioco, poichè risultavamo sempre vincitori, dall'altro per il fatto che nella tabella segnapunti fossimo qualificati ultimi nonostante il punteggio più alto. nel dubbio, davamo dello stupido al computer. si capisce, d'altronde mica potevamo essere in errore noi futura classe dirigente. bisogna tenere oltretutto presente che non avevamo mai avuto sbatta di leggere le regole, tempo previsto dai quaranta ai quarantacinque secondi.
lo sgomento massimo però si raggiungeva quando, all'interno di una singola mano, riuscivamo a prendere tutti i punti disponibili: secondo le regole ufficiali del gioco il giocatore fa zero punti, tutti gli altri invece prendono come penalità il massimo. noi invece, tutti tronfi e orgogliosi per l'impresa, restavamo delusi quando scoprivamo di non aver preso neanche un punto mentre gli altri ci distanziavano.
questa gente un domani potrebbe farvi un'operazione a cuore aperto, difendervi in tribunale o costruire un ponte sul quale dovrete passare quotidianamente per andare al lavoro.
scappate finchè siete in tempo.

giovedì 10 aprile 2014

pensierino del giorno-10/04/2014

nella vita la colpa non è dei misantropi, ma di chi si fa odiare.
stai nel tuo e vedi che non ti succederà niente di male, anche perchè odiare comporta un certo sbattimento, quindi è necessario odiare due volte: la prima perchè è intrinsecamente giusto, la seconda perchè siamo costretti a farlo. notare: l'odio è doveroso, non già facoltativo.
astio.
rancore.
maledizioni.
cosa porti a fare i pantaloni in quel modo?
ti odio.
chi pensi di essere con quel taglio di capelli?
ti odio.
cazzo ti ridi?
ti odio.
leva la camicia dai pantaloni.
ti odio.
perchè indossi gli occhiali?
ti odio.
non rivolgermi la parola.
ti odio.
vestiti scollata.
ti odio.
a cosa serve masticare la gomma?
ti odio.
quanto scrivi male?
ti odio.
quanto son brutti i tuoi braccialetti?
ti odio.
ti credi figo con quel cellulare?
ti odio.
c'è la pioggia, che senso hanno gli occhiali da sole?
ti odio.
e quest'aria da stronzo?
ti odio.
e soprattutto, si odia chi non odia.
madre teresa primo nemico.

mercoledì 9 aprile 2014

pensierino del giorno-09/04/2014

si sa, gli scemi vivono meglio.
spesso la causa di ciò viene riscontrata in una loro minore consapevolezza del mondo e dei relativi problemi, ma non bisogna pensare che sia frutto di qualche deficit mentale. il loro vantaggio è che vivono coi piedi saldamente ancorati al presente e non si fanno tormentare dai fantasmi del passato nè dalle angosce del futuro. hanno un'esistenza puntuativa, sono un ping lungo la linea del tempo.
in fondo, se l'obiettivo della nostra vita non è altro che la felicità, secondo le varie declinazioni che ognuno intende assegnarle, dall'alto di cosa chiamiamo scemi loro che l'hanno raggiunta, mentre i sapienti, i dotti, non hanno altro che crucci, affanni e preoccupazioni, tutti ovviamente derivanti da una spasmodica ricerca della felicità che invece ha trovato chi non si è dato troppo da fare per cercarla.

martedì 8 aprile 2014

pensierino del giorno-08/04/2014

mi ero già espresso, illo tempore, sull'importanza del patronus, cioè di un pensiero felice nel quale rifugiarci.
ultimamente ho pensato che più che un pensiero felice serve un episodio che ci faccia rotolare dalle risate, quello capace di tramutare un funerale in una puntata di zelig dei tempi d'oro.
i bei ricordi purtroppo possono essere cancellati da episodi successivi, le scene epiche invece sono incastonate nell'eternità, immutabili nella loro geniale comicità, sprizzanti buon umore da qualunque angolo le si voglia guardare.
si ricollega tutto a uno dei punti chiave della vita, l'importanza di pensare positivo, di avere a portata di mano qualcosa che faccia sbucare il sole anche se fuori stan piovendo cani e gatti. e soprattutto, aver la voglia di tirarsi fuori dal pantano nel quale si è finiti, qualunque sia il motivo. depressione per il tempo, per la noia, per un episodio negativo, un litigio, la fine di una relazione, la spia della riserva che implacabile si è accesa sul motorino, una sconfitta rimediata sul campo, una truffa scoperta dai carabinieri, un'esecuzione non andata a buon fine, una storta alla caviglia mentre si giocava alla cavallina in tangenziale, insomma possono esserci parecchi motivi per incupirsi nel corso di una giornata.
la grande forza consiste nell'andare a ripescare il patronus, riviverlo, sguazzarci dentro per un po' e ricominciare a sorridere.

lunedì 7 aprile 2014

pensierino del giorno-07/04/2014

anni addietro mi cimentai, assieme ad altri nobili e valorosi cavalieri della rotonda, nell'impresa di trovare almeno venti sinonimi del termine prostituta. prostituta comunque vale uno.
lasciando perdere il fatto che secondo alcuni non esistano sinonimi nella nostra lingua, e in effetti sull'elenco che segue ci sarebbe da ridire per via delle diverse sfumature che assumono, proverò a portare a termine quella missione. è piuttosto difficile, anche perchè ho deciso di tenere fuori i termini di uso più regionale, altrimenti non si finirebbe più.
mentre scrivo non so se c'arriverò, vedremo.
prostituta, dunque.
troia
zoccola
mignotta
puttana
androcchia
battona
meretrice
peripatetica
bagascia
baldracca
lucciola
sgualdrina
escort
niente, mi son fermato a quattordici. che comunque sembra essere un numero di tutto rispetto.
per i maschi invece? oltre a gigolò non me ne vengono in mente altri.
viviamo dunque in una società profondamente maschilista?

domenica 6 aprile 2014

pensierino del giorno-06/04/2014

salvato nel cellulare ho un appunto di oltre sei mesi fa.
recita testuale: diritto inalienabile di pisciare quando ti chiedono soldi.
ricchi premi e cotillons per chi riuscirà a capire quali siano le connessioni (ammesso e non concesso che ne esistano).

venerdì 4 aprile 2014

pensierino del giorno-05/04/2014

ritorniamo alla regola aurea, della quale si è già parlato: niente di buono arriva dopo le due del mattino.
questa regola crea posti di lavoro!
bisognerebbe farsi pagare dai propri amici per diventare garanti di questo livello di tutela minimo. prima mossa, sequestrare il cellulare. o perlomeno la scheda sim, ma credo che sia più comodo il cellulare intero. niente messaggi, niente chiamate.
secondo passaggio: sequestrare le chiavi del mezzo. se invece l'amico in questione fosse venuto a piedi, ecco si creerebbe qualche problemino; toccherà stargli al fianco finchè non sarà sicuro nel suo lettino, placidamente addormentato come un dolcissimo putto.
terzo step: dissuaderlo con argomentazioni razionali da stupide e avventate idee quando il soggetto è sobrio, intervenire con la forza quando invece il tasso etilico sia sopra il livello di guardia.
quarta fondamentale cosa: mai uscire di casa senza una cerbottana caricata a curaro o perlomeno del cloroformio. potrebbe infatti rendersi necessario neutralizzare l'amico in un modo che non gli renda possibile l'autolesionismo. dato che, come già evidenziato nel punto due, il fine ultimo è quello di metterlo a dormire senza che abbia arrecato danni a sè o ad altri, non si vede cosa ci sia di male nell'anticipare sulla linea del tempo questo momento.
quinto e ultimo livello: filmare gli istanti più patetici e/o imbarazzanti, cosicchè si abbia materiale per deriderlo a lungo ed eventualmente ricattarlo.

pensierino del giorno-04/04/2014

ricollegandomi al pensierino di ieri (chi se lo fosse perso provveda subito, non sono previste sanzioni per chi regolarizza la propria posizione entro 36 ore, anzi si vince una splendida compilation di mino reitano, the very best of) ecco mi sono perso, vedi a dir cavolate poi uno si lascia trascinare in questa corrente e smarrisce la diritta via, speriamo solo di non far la fine di dante che si dovette sorbire novantanove cantiche di se stesso più quella nella quale già si trovava per visitare personaggi di una noia mortale che frignavano per il loro destino e basta tanto ormai sei morto non è che dante abbia tutto questo potere, bene che vada scriverà qualcosa su di te ma di sicuro non ti riporta in vita e in tutto questo non ho la benchè minima idea di dove volessi andare a parare quando ho iniziato, dovrò pensare che fosse una mega supercazzola nella quale temo di cadere solo io, vittima di me stesso e delle mie burle, un destino veramente da sfigato.

pensierino del giorno-03/04/2014

una delle regole d'oro della società contemporanea è stata delineata in maniera lapidaria e sempiterna dalla mamma di ted mosby: nothing good comes after 2 a.m.
giusto, giustissimo, sacrosanto, bravi tutti!
spieghiamola bene: significa non solo che quando si è sbronzi, cioè tipicamente a tarda notte, si rischiano di fare cose sbagliate, ma proprio in generale è un orario di cui diffidare perchè le nostre difese, che già ci hanno protetto per tutto il giorno, abbassano la guardia e rischiamo di ritrovarci a tu per tu col nostro cervello e le cazzate che può partorire. immaginatevi la tipica scena da stadio: un bestione di centoventisei chili, peloso e tatuatissimo vi sta minacciando brandendo una cinghia dal settore ospiti. voi, col sorrisetto sornione, andate a pochi centimetri dalla sua irsuta faccia e iniziate a sfotterlo su sua madre e la sua professione di peripatetica finchè questo non sbrocca. tanto c'è il plexiglass. dormite tra due guanciali.
ecco, pensate se improvvisamente il plexiglass scomparisse lasciandovi a tu per tu col suddetto orso, che ormai sta sbavando e non vede l'ora di spalancare le sue fauci per poi serrarle intorno alla vostra gola.
così ci troviamo di fronte alle scemenze che la nostra mente bacata secerne copiosamente, siano esse dovute ai fumi dell'alcool o meno. dato che il combattimento è impari, poichè vincerebbero senza il minimo sforzo, l'unica soluzione possibile è il commodus discessus, in parole povere la fuga, darsela a gambe. evitiamo lo scontro e impediamoci di nuocere a noi stessi e al mondo circostante.
occorre in realtà fare una distinzione: alcune idiozie non fanno male a nessuno, quindi ben vengano. sono fini a se stesse, anzi garantiscono divertimento sul breve periodo e racconti sul lungo, zero controindicazioni. ottimo e abbondante.
altre invece son totalmente evitabili e anzi bisogna diffidarne.
come direbbe la guardia di robin hood, è l'una di notte e tutto va bene. invece dalle due non più.

giovedì 3 aprile 2014

pensierino del giorno-02/04/2014

per la serie nuove figure professionali.
credo di aver trovato la professione definitiva, quella che permette di utilizzare al massimo la propria fantasia e ogni tanto perfino di tirare a caso se non addirittura lavorare volutamente male, poichè in ogni caso il risultato finale sarà apprezzato.
anzi, per assurdo, più uno riesce a fare qualcosa di trash e immondo e più possibilità ha di fare carriera, di sfondare.
bisogna estremizzare il concetto di brutto, renderlo quanto più palese e offensivo possibile, finchè non si ribalterà da solo nel suo opposto.
la nuova frontiera è il disegnatore di mutande.
la biancheria intima sta sotto e non si vede. soprattutto per i maschi, ma anche le femmine sul punto hanno i loro scheletri nell'armadio, si tratta di un orpello necessario del quale non si curano più di tanto, nel senso che deve assolvere la propria funzione di contenimento e poco importa quanto costino o cosa vi sia disegnato sopra, tanto non si vedono.
per cui ecco comparire gufi, elefantini, pois, biciclette, righine, fantasie sgargianti e panorami mozzafiato, alieni, koala, grattacieli, automobili, ruspe, castelli di sabbia, streghe, tappeti volanti, lampadine, elettrodomestici, frutta, yogurt, balenottere, delfini, smartphone e via discorrendo.
tutto quello che occorre per diventare ricchi e famosi è un'idea rivoluzionaria e possibilmente di pessimo gusto, qualcuno che creda nel progetto e lo finanzi e una massiccia campagna pubblicitaria che faccia passare il messaggio per cui brutto è bello.
semplice, no?

mercoledì 2 aprile 2014

pensierino del giorno-01/04/2014

altra doverosa premessa: non volevo scrivere qualcosa di zuccheroso, anzi volevo cambiare decisamente.
però di nuovo son stato costretto dagli eventi a restare intrappolato in questo terreno viscido e melmoso; tuttavia non si profilano altri accadimenti di questo genere all'orizzonte, pertanto sono moderatamente fiducioso sul poter trovare nuovi argomenti.
orbene, si dà il caso che sia stata recentemente trasmessa l'ultima puntata di how i met your mother, telefilm che ha accompagnato gli ultimi quattro-cinque anni della nostra vita.
fino alla scorsa primavera era spasmodica l'attesa per vedere chi sarebbe stata questa famosa mamma, che si è rivelata una cessa e nemmeno particolarmente simpatica, dunque l'ultima stagione è apparsa piuttosto priva di senso. poi è arrivato il gran finale.
al netto delle opinioni legittime che ognuno può avere sulle scelte degli autori, dato che questa è la storia di un maschio, lasciate che vi spieghi perchè è giusto che sia finito così.
il momento chiave, come sempre, è quello da cui tutto comincia. non esiste storia, anche nella vita reale, della quale non si possa intravedere il finale già da quando sboccia. è tutto scritto, siamo noi che non riusciamo a leggerlo.
tornate con la mente alla prima puntata, chi non ce l'avesse abbastanza fresca se la riguardi.
barney stinson non esiste, ma tutti noi passiamo dei momenti in cui lo siamo e ci comportiamo esattamente come lui. quando questa fase passa, ridiventiamo ted mosby, in una parola vulnerabili.
ci siamo tutti innamorati di robin la prima volta in cui lui la vede al mclaren's. la voce fuori campo dice "and there she was", bellissima, con poco trucco, dolcevita verde e sguardo distrattamente rivolto a ted.
la tenacia e la caparbietà di ted nel provarci con lei sono quelle dell'innamorato e non lo fermano i rifiuti nè le varie vicissitudini cui successivamente dovrà far fronte; questa forza, perdonate la smielata, gli deriva dall'amore. ma nella vita si ama una volta e lui s'è giocato tutto con lei.
con l'altra non deve fare praticamente niente, si ritrova tutto apparecchiato dal destino, ombrello, coinquilina, lezione e cazzate varie. adora quella ragazza e si vede, perchè non potrebbe fare diversamente, ma non c'è sacrificio nel suo amore, non c'è lotta, non c'è inseguimento dell'altro. manca di tensione. robin invece si pone da subito come irraggiungibile ed è per questo lui ne è così frastornato, ammaliato. prima dice di non volersi mai fermare, dopo invece si sposa col suo migliore amico, ma in ogni caso si pone fuori dalla sua portata.
dopo il matrimonio con barney non è che ted non ami più robin, è semplicemente rassegnato ad averla persa ed è come se, a forza di accantonarlo, si fosse dimenticato di quello che prova per lei. probabilmente lo accantona in buona fede, pensando di provare la stessa cosa per la moglie, ma non è così. e glielo fanno notare pure i suoi figli, che sono convinti che la madre sia stata felice con lui, marito devoto e padre affettuoso, tanto che aspetta ben sei anni prima di superare il lutto. però non è lei la donna della sua vita.
infatti, una volta venuto meno questo diversivo, riesplode quanto lui aveva cercato di rinchiudere nella più recondita parte della sua emotività; per l'altra non avrebbe mai rubato il corno blu francese.
e robin? robin non si rende conto di amare ted finchè i ruoli non si invertono e non è lui a essere irraggiungibile: prima per via del legame di robin, poi per via di quello di ted. lo aveva sempre visto come scontato, messo lì, quasi fosse parte della mobilia. un regalo di natale poco riuscito del quale senti la mancanza solo quando accidentalmente va smarrito in un trasloco.
e quindi quale risulta essere la morale?
dà ragione al poeta.
amor c'ha nullo amato amar perdona.
non si può non ricambiare un sentimento tanto forte e robin si nutre dell'amore di ted.
lui si ripresenta da lei, venticinque anni dopo, con lo stesso sorriso ebete di chi ha visto l'amore per la prima volta.
cala il sipario.
applausi.
lacrime.
e noi diventiamo adulti.

martedì 1 aprile 2014

pensierino del giorno-31/03/2014

premessa doverosa: non volevo assolutamente proseguire su quest'argomento che negli ultimi tempi ho sfruttato a piene mani, anzi volevo cambiare radicalmente e buttarmi su qualcos'altro.
però non posso esimermi dal segnalare quanto accaduto.
leggendo l'amore ai tempi del colera ho trovato una teoria che sostengo da anni proposta pari pari da gabriel garcìa marquez. è come quando, scrivendo la tesi, si cerca tra gli autori chi abbia già sostenuto una certa posizione in modo da poter legittimare la propria; se è pur vero che da un lato questo depotenzia la portata dell'originalità del pensiero e ne sminuisce la dirompenza dell'impatto, dall'altro lo rafforza, dandogli quel sostegno autoritativo che gli mancava.
oltretutto, se a questa teoria siamo approdati in maniera del tutto autonoma, è assai probabile che ne custodiamo una formulazione con parole e locuzioni interamente nostre, che dovrebbe distaccarsi nettamente da quella di altre persone, quantunque poi giungano alle medesime conclusioni.
anche se breve e limitata, la mia esperienza mi aveva portato all'elaborazione di questa legge di vita, che ormai metterei nel firmamento delle grandi verità insieme alle leggi di murphy e a quelle sul calcio (rimando ai precedenti pensierini per chi se le fosse perse).
la chiamerò bis in idem.
detto con parole interamente mie, quindi linguaggio rustico e diretto, franco come scoglio: una volta che una donna apre le gambe a un uomo, gliele apre per sempre.
detto con le parole del poeta: in circostanze meno amare avrebbe insistito nell'assediare sara noriega, sicuro di finire la notte rotolandosi con lei nel letto, perchè era convinto che una donna che se la fa con un uomo una volta continuerà a farsela con lui ogni volta che lui lo voglia, purchè sappia sempre intenerirla.