concludo questo excursus metaforico con una delle più importanti leggi che regolano le dinamiche della cosmogonia intera. cosa sia la cosmogonia lo ignoro, ma volevo dare l'idea dell'ordine dell'universo intero, come se avesse una struttura rigida che poggia su questo assioma.
temo di averne già parlato in precedenza, ma sticazzi dopo otto anni di blog e quasi ottocento interventi solo qua sopra son sicuro che mi perdonerete. nel dubbio lo dirò con parole diverse, quindi fate finta sia una roba nuovissima e sconvolgente.
i più attenti avran già capito dove sto andando a parare: si tratta della legge di nereo rocco, più precisa di una tac, più algida di una radiografia, più infallibile della gravità.
nereo rocco, sul quale vi risparmio la retorica circa il fatto che fosse uomo d'altri tempi, fu allenatore di calcio molto famoso negli anni cinquanta e sessanta. la sua legge recita lapidaria: in campo come nella vita.
chiunque può riempirla e colorarla come meglio crede, tratteggiandone i contorni e aggiungendovi sfumature varie, ma il messaggio è chiaro e diretto per tutti.
il calcio, come già ricordato metafora per eccellenza della vita, ci mette a nudo. è come se fossimo fatti di vetro mentre inseguiamo la palla, calciamo, corriamo, ci spintoniamo. i nostri movimenti riflettono quello che c'è dentro di noi e ogni singolo gesto ha un preciso significato circa la nostra personalità, dal modo col quale ci relazioniamo coi compagni a quello con cui lottiamo con gli avversari e come trattiamo la palla.
e lo si capisce dall'esterno, anche chi è poco pratico di questo sport lo nota subito.
gli stronzi li sgami sul campo.
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