devo progettare dei mondi paralleli. purtroppo l'unicità della vita i costringe a delle scelte che per definizione sono escludenti. un esempio banale può esser dato dall'università, che molti scelgono in base alle prospettive di carriera futura sacrificando invece le proprie passioni che vengono relegate al tempo libero, a hobby. quando parlano di questa decisione spesso dicono che a loro sarebbe tanto piaciuto ma poi...blablabla.
per ovviare a questo problema, dovrebbero esistere degli universi sistemati in un'altra dimensione in modo che si possano percorrere entrambe le strade. salta all'occhio il problema: bisogna in qualche modo limitarne la proliferazione, altrimenti non basta la storia del mondo per poter vivere tutte le diverse vite.
non so se sia meglio una sorta di scissione dell'anima e quindi sdoppiare la propria esistenza senza che il tempo s'interrompa, ma senza che vi sia comunicabilità, oppure portarne avanti una, mettere in stand-by l'altra e una volta che la prima sia terminata ripartire da lì. certo, il secondo costituirebbe appunto il nocciolo del problema della lunghezza insostenibile, per contro il primo non darebbe alcuna soddisfazione perchè in fin dei conti non sapremmo mai come sarebbe andata se avessimo scelto la direzione opposta, non essendovi come dicevo comunicabilità tra i mondi.
quindi se l'idea è saziare la propria curiosità saremo costretti a optare per lo stop and go, mentre se invece è sufficiente che si possa sfruttare tutto lo sdoppiamento può andar benone.
c'è il problema dell'interazione con gli altri mondi: ipotizziamo che nel mondo originario due persone scelgano di restare nella loro città d'origine e nella clonazione entrambi partano per destinazioni antitetiche. orbene, in questo sviluppo avranno a che fare con l'altro andato via o rimasto? per semplificazione ce ne sbatteremo le palle.
limitiamo a tre eventi la possibilità di sdoppiarsi. cioè è come un bonus del quale possiamo fruire tre volte.
dovendo dire in quali altre situazioni mi sarei voluto vedere, penso che aprirei una finestra nella quale vado a fare l'università all'estero, una nella quale parto con pochi soldi in tasca alla conquista del mondo e un'ultima nella quale vivo da criminale.
inutile lo sdoppiamento se non ce n'è coscienza, pesante se c'è. bisognerebbe dividere la giornata in tre spezzoni di otto ore, che vivi a turni nei tre mondi, ricordandoti degli altri come fossero sogni, un po' vaghi.
RispondiEliminaquest'idea non è male. bravo umbi.
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