non è la prima volta che mi trovo a prendere le parti di un napoletano finito nell'occhio del ciclone.
anche se proprio napoletano non è, ma si limita a lavorare per il napoli, maurizio sarri ha il mio incondizionato sostegno.
la vicenda, per chi se la fosse persa, è molto semplice: si gioca inter napoli, mancini è l'allenatore dell'inter, sarri quello del napoli. nei minuti finali, col napoli in svantaggio, sarri si lascia prendere dalla tensione e spara al suo dirimpettaio alcuni epiteti non propriamente eleganti: nella fattispecie, gli dà del finocchio e del frocio.
a fine partita, mancini va a raccontare l'accaduto ai giornalisti e parte il coro di condanna verso sarri.
di seguito, ci tengo a esporre una serie di personali considerazioni di vario carattere sul punto:
- nei campi da calcio ci si dice di tutto, non esistono limiti alla scorrettezza verbale. non è certamente un aspetto da incoraggiare, però è sempre stato così, e i campioni sono quelli in grado di non farsi travolgere dagli insulti; banalmente, l'italia ha vinto una coppa del mondo grazie a un episodio simile, dovremmo forse restituirla per una qualche sorta di indegnità morale?
- mancini è una spia, perchè non racconta l'episodio ai propri giocatori chiedendo di fare un culo a capanna agli avversari appena si ritroveranno per vendicare il suo onore, no. mancini va dai giornalisti, che sono sempre orientati al politically correct (ringrazio il cielo che non ci fosse gramellini in studio) e insorgono dinanzi alle sue parole, come una suora che sente la parola cazzo seguita da figa e preservativo. mancini, insomma, va proprio dalla maestra anziché cavarsela autonomamente, peccato che sia più verso i cinquanta anni che i sei.
- i giornalisti sportivi italiani, tolte poche eccezioni, sono disgustosi. dubito francamente che qualcuno di loro abbia mai anche solo lontanamente pensato di votare un partito che si batte per i diritti degli omosessuali, però sono i primi a partire lancia in resta per una caccia alle streghe nei confronti del sarri di turno. l'ipocrisia in diretta nazionale.
- sarri ha fatto bene a dirglielo? argomento spinoso. come dicevo sopra, la provocazione verbale c'è in tutti gli sport di contatto, negli usa si chiama trash talking ed è qualcosa con cui devi saper fare i conti, anche per il modo in cui ti comporti in certe situazioni guadagni o meno il rispetto degli avversari. sarri ha esagerato, e se volessimo fare le educande dovremmo condannare il suo gesto. eppure io non riesco a farlo del tutto, non riesco ad affermare con convinzione che lui abbia sbagliato. chi traccia la linea tra l'insulto che va bene e quello che non è accettabile? la categoria delle mamme non ha diritto d'indignazione perchè sono effettivamente troie? i calciatori sono tutti coglioni (questa forse sì)? le loro mogli/fidanzate son tutte zoccole?
- si giunge così al punto cruciale. indignarsi perchè una persona ti ha dato dell'omosessuale significa, di fatto, che l'unico vero omofobo sei tu, altrimenti ti sarebbe scivolato addosso. invece ti ha proprio colpito un nervo scoperto, è un oltraggio intollerabile questionare la virilità. quando una nostra caratteristica della quale non proviamo vergogna viene usata da altri per offenderci, normalmente questo gesto non sortisce l'effetto desiderato, poiché non prendiamo fuoco così facilmente. mancini invece è andato su tutte le furie.
- bonus track: mancini ha pure vinto quella partita. e non ha pensato di andare ai microfoni per godersi la vittoria, ma ha concentrato tutta l'attenzione su quel misero frangente.
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