un'elegantissima espressione, probabilmente già in uso presso la corte di luigi XIV, esprime una grande fregatura, uno smacco, evocando la tutt'altro che aulica immagine del rapporto anale: per enfatizzare ulteriormente tale la brutalità del messaggio veicolato da detta metafora, si fa ricorso all'aggiunta di materiale di vario tipo, che nel nostro immaginario rende ancor più dolorosa l'esperienza.
ecco allora che la penetrazione anale si avvale dell'ausilio della sabbia, della ghiaia, del peperoncino, financo del sale, oppure viene praticata a balzelli, sino a far sanguinare, con l'ausilio dei pugni e cattiveria.
tutto ciò, purtroppo, è sbagliato.
inculare una persona normalmente, in effetti, dovrebbe causare più dolore a chi riceve che a chi dà; molto bene, fin qui è lapalissiano. tuttavia, l'utilizzo dei sopracitati elementi causerebbe somme afflizioni a entrambe le parti, dunque che senso ha far del male anche a se stessi quando se ne vuole soltanto infliggere all'altra persona? sembra il marito che si taglia l'uccello per fare un dispetto alla moglie.
la morale, miei cari aficionados, è che chi minaccia di volervi inculare con la sabbia sta probabilmente bluffando; oppure è proprio un sado-masochista, con tanto di strap-on, e in questo caso sarebbe solo l'antipasto di un menu molto più speziato.
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