le questioni terminologiche non debbono mai essere sottovalutate.
in tempi recenti, ne è sorta una che mi ha più volte messo in difficoltà, evidenziando l'inadeguatezza del linguaggio rispetto al mutamento dei tempi.
non mutatis mutandis.
che non è un invito a non cambiare mai la biancheria intima, bensì significa che ciò che doveva cambiare non è cambiato, o meglio, non tutto. se infatti è sdoganata la mancanza di stabilità come caratteristica quasi essenziale delle relazioni sentimentali, occorre notare come vi sia una carenza linguistica per connotare in maniera appropriata dette relazioni.
un vocabolo molto in voga è trombamicizia, per quanto non sempre sia calzante: la trombamicizia infatti postula un sottostante rapporto di amicizia, più o meno profonda, al quale viene aggiunto il sesso come ingrediente opzionale e facoltativo. diversa è invece la situazione quando due persone si frequentano in maniera assidua e continuativa; parlare di trombamicizia sarebbe inappropriato, benché il termine venga spesso utilizzato per apparente analogia, e data, al contempo, l'impossibilità di impiegare il più impegnativo e formale fidanzamento, appunto perché di fidanzamento non si tratta.
è una terra di nessuno che sta tra il sesso disinteressato e la relazione definitiva, anzi di quest'ultima costituisce il vero e proprio preliminare, logico oltreché fisico.
quid iuris quando questo rapporto s'interrompe?
come riferirsi alla persona con cui ci s'intratteneva fino a poco tempo fa e che invece ora occupa il primo posto nella black list dell'album dei ricordi da accantonare?
i nostri genitori ci hanno consegnato in eredità, oltre all'insostenibile costo delle loro pensioni, il termine ex.
ex è l'abbreviazione di ex-fidanzato/a, poiché un tempo, quando questi sessantottini mancati erano giovini, ci si metteva insieme in tempo zero, con la stessa disinvoltura con la quale oggi si presenta ai genitori una escort moldava spacciandola per stagista nel proprio ufficio.
è pertanto rimasto nel nostro parlato l'uso smodato e scellerato della parola ex, che tuttavia non copre, secondo l'originaria funzione, quell'area grigia di cui s'è testé disquisito.
il problema rimane: cosa rappresenta, per il soggetto parlante, la "persona con la quale s'intratteneva una relazione fisica e sentimentale, ancorché in una forma embrionale, e che si è deteriorata prima di poter sbocciare in un sereno fidanzamento"?
la risposta, in realtà, è molto semplice: è giusto utilizzare il termine ex.
sticazzi se non è stato messo nero su bianco un qualche particolare status, ex designa tutto ciò che coniughiamo al passato.
ci trombavi? perfetto, allora è ex. lo diventa nel momento in cui viene notificata l'interruzione del rapporto. lunga vita a un vasto e generico utilizzo di ex, purché lo si faccia consapevolmente e con le adeguate protezioni.
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