il discorso è questo: al parlamento spetta l'ultima parola sulle elezioni. so che sembra strano, eppure è così. è la maggioranza appena formatasi che ratifica il risultato delle urne. abbastanza curioso. ha delle radici storiche, ma non è questo che voglio indagare.
piuttosto, sapevate che esistono delle cosiddette cause di incompatibilità per l'elezione a parlamentare? cioè se io rivesto una determinata carica e poi vengo eletto dovrò scegliere l'una o l'altra. per esempio, essere titolari di concessioni statali, come potrebbe succedere per chi possiede delle televisioni.
nel novantaquattro accadò che il leader del partito che aveva guadagnato la maggioranza relativa versava proprio in questo stato, così la giunta per le elezioni interpretò la regola sovraesposta nel senso che versava nello stato di incompatibilità non il proprietario delle concessioni, bensì il legale rappresentante. il parlamento votò a favore.
ecco, io mi domando: sapendo questo, com'è possibile che solo due anni dopo, dopo che nel frattempo il suo alleato se n'era andato sbattendo la porta e dandogli del mafioso, in milioni siano tornati a votarlo?
ci sono due soluzioni plausibili: o erano fessi e sono stati turlupinati, oppure erano in malafede come lui e speravano che eleggendo un proprio simile l'avrebbero fatta franca.
la storia ci ha insegnato che è stata franca a farsi loro.
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