una volta mi hanno chiesto quale sia stata la più grande pazzia che abbia mai commesso.
dovessi essere sincero, niente di eccezionale.
probabilmente ho dato una risposta del cavolo, la verità è che siamo ben lontani dall'aggettivo eclatante.
è anche vero che ognuno ha limiti diversi, per cui fare un tuffo da tot metri per alcuni è una passeggiata, per altri rasenta il trattamento sanitario obbligatorio. altrettanto vero è che lo stesso concetto di pazzia può assumere sfumature diverse, bisognerebbe dargli più colore in modo da indirizzare la ricerca nella nostra memoria. per esempio, è necessario aver rischiato la vita? o basta l'incolumità fisica? serve avere la fedina penale non più immacolata? bisogna essersi spinti al di là dei prori limiti fisici? e via discorrendo.
a proposito di memoria: ci sono momenti insignificanti che si stampano per sempre nel nostro hard disk, perchè? nozioni davvero inutili. anche qua, esempio: ero a far vela in irlanda e un tizio di milano chiese al suo amico come si dicesse tappo di bottiglia in francese. bouchon. ho dimenticato metà del francese che sapevo all'epoca, non bouchon.
altra scemenza: nello sgalfissimo corso di diritto penale due, il prof ci ha chiarificato il significato di concetto. assunzione metafisica che si pone alla base dell'albero della conoscenza.
potessimo controllare di più la memoria saremmo micidiali sotto rete.
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