da qualche giorno racconto a chiunque incontri il seguente aneddoto, lo metto qua cosicchè ognuno possa preventivamente dirmi di conoscerlo già.
nel periodo del liceale ero uno studente mediocre, svogliato oltrechè scemo. almeno se avessi mostrato un briciolo di cura e interesse per le varie materie avrei fatto la figura di quello che poverino non c'arriva però s'impegna tanto e allora premiamo la determinazione, invece manco quello, asino e menefreghista, il connubio preferito di ogni professore.
eccellevo nelle materie scientifiche, dove collezionavo più tre da solo che tutta la classe nelle versioni di greco. una volta in un compito di biologia mi resi conto dopo pochi secondi che il mio destino era segnato e il votaccio stava girando sopra la mia testa come un avvoltoio in attesa che i predatori lasciassero la carcassa alla sua crudeltà. non potendo per ovvi motivi buttarla sul fascino, decisi di ricorrere allo strumento di persuasione più in voga presso il nostro paese: in calce alla pagina del compito, rigorosamente vergine di sudicio e peccaminoso inchiostro, vergai un "pagherò" che non suscitò l'effetto desiderato, visto che con un'alzata d'ingegno di notevole livello decisi anche di non mettere il nome, come se non si potesse mai capire l'autore.
alla riconsegna dei compiti ce n'era dunque uno anonimo con una promessa di corruzione.
inspiegabilmente la prof non la prese bene.
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