è un peccato condensare quest'idea in poche righe perchè meriterebbe maggior spazio, però.
da una parte gli uomini.
dall'altra le idee.
a cosa bisogna votare la propria esistenza? il perseguimento della compagnia, quando questa va a scapito di quello in cui crediamo e magari ci porta a rinnegare ideali sbandierati con tanto orgoglio e forza in precedenza, oppure l'arroccarsi a difesa del giusto assoluto del quale siamo depositari?
qui parto da un assunto: nessuno ha ragione o torto, tutti quanti agiscono nel bene e per il bene perchè considero il loro punto di vista.
dunque, una volta appurato che in certe situazioni non è possibile raggiungere un equilibrio, è meglio fare un passo indietro sulle proprie convinzioni o preferire la coerenza interna all'approvazione altrui?
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