In fondo cos’è l’amore se non il massimo e supremo atto
d’egoismo?
Desiderare qualcuno per sé così ardentemente da non
potersene separare, vedere nella sua presenza e in un certo senso nella sua
proprietà il soddisfacimento di se stessi, la realizzazione della propria
esistenza.
O è forse vero il contrario, cioè che si tratta del mettersi
totalmente a disposizione dell’altro, sacrificarsi per lui e vedere nella sua
felicità la propria e pensarla come indivisibile?
In medio stat virtus et in questo caso etiam veritas.
È la quasi impossibile compenetrazione di questi due
sentimenti, così difficile da provare perché si compie solo quando è
corrisposta. C’è gente che passa l’intera vita inseguendola come una chimera e
tutto quello che raccoglie son solo enormi delusioni, poi c’è chi dice di
volerne stare alla larga e ci casca ingenuo come charlie brown quando lucy gli
dice di calciare il pallone da football.
C’è chi potrà dire di averlo provato e chi ci scriverà sopra
libri solo per sentito dire, forse perché se ne fosse stato davvero pervaso non
sarebbe riuscito a metterlo in parole. A volte quando ci pervade un sentimento
tanto grande e tracimante ci sembra la cosa più naturale del mondo raccontarlo,
quasi fosse un film che consigliamo agli amici, anziché aver rispetto
dell’immensa fortuna e tenerlo ben stretto per condividerlo con l’unica persona
meritevole.
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