la pioggia.
doveva cercare la pioggia.
farne il suo obiettivo, tornare a sentirsela scorrere addosso come una doccia gelida e sporca che gli inzacchera i capelli, i vestiti, lo bagna nell'anima.
colpevole
l'esistenza è fatta
colpevole
di tre fasi: vita, amore e morte
colpevole
cristo per quanto ancora gli sarebbe echeggiata nelle orecchie questa parola, colpevole
colpevole
gli restava la morte
colpevole
aveva sacrificato la vita per l'amore e ora gli restava la morte, l'unica cosa alla quale dedicare il tempo restante. non si sarebbe più lamentato di non avere tempo da dedicare a sè, alle sue letture, all'informazione, alla forma fisica.
colpevole
lo presero delicatamente sotto il braccio, è forse un'ironia voluta questa gentilezza di chi vuole privarti per sempre del cielo?
la voce del giudice era sicura, ferma, non tradiva alcun tipo di emozione nè di incertezza.
si erano tutti alzati in piedi.
dicono si chiami lettura del dispositivo.
colpevole
in nome del popolo italiano.
in nome del popolo italiano non potevano giudicarlo colpevole. era colpevole di amare, forse sì, ma nessun giudice avrà mai giurisdizione su questo. non potevano indagare i suoi sentimenti nè le sue intenzioni, con quali strumenti la legge avrebbe potuto conoscere i pensieri che gli stavano scombussolando la mente?
colpevole
l'aveva vista in pericolo, lei che non aveva mai ricambiato il suo amore. può un uomo rifiutarsi di correre in soccorso, di farle capire quanto gli stia scoppiando il cuore mettendo a rischio la propria incolumità fisica?
pensava di sì e si lanciò in avanti.
quando l'altro fu a terra, inoffensivo, la pioggia iniziò a scendere copiosa. gli sembrava di stare in un film. anche fuori dall'aula di tribunale scrosciava forte, tamburellando contro le finestre.
le si avvicinò lentamente, misurando ogni movimento, e senza rendersene conto la stava stringendo forte tra le braccia e non capiva se sulle sue guance sentiva la pioggia o le sue lacrime.
quando le sirene della polizia smisero di suonare e gli agenti scesero non fece una piega, continuò a tenerla stretta, col corpo senza vita alcuni metri dietro. non aveva notato lo spunzone sul quale l'altro era atterrato e che gli si era conficcato nel collo.
quella volta furono bruschi e non capì, era il buono lui, si stavano sbagliando, lo urlò pure lei.
colpevole
quando il giudice pronunciò quelle nove lettere non gli interessò il carcere, l'ergastolo, il cibo pessimo, gli amici, il gruppo di musica folk, la palestra, guardò solo i suoi occhi un'altra volta pieni di lacrime.
colpevole
forse non tutto era finito, mancava una cosa per poter affrontare la morte e chiudere la vita e l'amore.
mentre chiudevano le manette sui polsi prese la decisione definitiva: scostò bruscamente le mani cogliendo di sorpresa il poliziotto e prima che potesse reagire lo mandò per terra con una spallata e facendosi largo tra la gente corse da lei col furore negli occhi e la baciò più forte che potè, così forte che non sentì la pallottola conficcarsi nella schiena finchè lei non riuscì più a reggerlo tra le braccia.
colpevole
adesso poteva pagare anche per l'unico vero reato, quello di amare.
questa giuria dichiara l'imputato colpevole del reato di omicidio e lo condanna alla pena dell'ergastolo.
colpevole.
(1999-2012
in loving memory of)
Nessun commento:
Posta un commento