scrivere è mettersi a nudo, senza uno straccio di vestito. l'istinto è quello di coprirsi le parti intime, poi il freddo fa rabbrividire tutto il corpo e le braccia non bastano più per dare calore alle membra.
allora ci si abbandona come sotto la doccia fredda, lasciando che l'acqua fluisca senza badare ai tremiti, concentrandosi solo sul piacere, il piacere sublime di instillare qualcosa di sè nelle righe nascondendolo nei giri di parole, nelle perifrasi e nei personaggi che servono a vederci da fuori.
si finisce col mettersi in pubblica mostra senza alcun pudore, pensando che sia la cosa più naturale del mondo; siamo di vetro, non esistono più segreti.
il rischio è che ci si concentri troppo su se stessi e si trascuri il lettore, non lo si prenda più come riferimento e anzi si pensi solamente ai nostri problemi, che pur essendo magari importanti non possono diventare predominanti. ecco, in quel caso bisogna rendersene conto e non divulgare certe cose, non perchè siano affari propri, ma perchè chiaramente non è destinato al pubblico.
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