inconfondibile.
non era in grado di distinguere l'odore di due calzini usati da un mazzo di margherite, ma quel profumo era unico e poteva significare una sola cosa.
anticipava di un battito di ciglia il rumore dei tacchi.
tum-tum.
arresto a due tempi sulla soglia, come da copione.
aveva la testa immersa nelle scartoffie, eppure non aveva alcun dubbio su chi si fosse materializzata sull'uscio. il lento cigolio della porta sui cardini e poi il rumore della serratura, doppia mandata.
- posso? -
- sei già dentro -
- disturbo? -
che domanda del cazzo. ore otto meno dieci del mattino, lui era già in ufficio da almeno un quarto d'ora e in quel preciso istante si trovava assorto nella lettura delle memorie difensive, senza aver ancora alzato la testa china e in apparenza senza aver neppure perso il segno di quanto leggeva.
- figurati, quando mai. oggi pomeriggio ho solo l'udienza più importante della mia vita, prego, mettiti a tuo agio. fa' come se fossi a casa tua. -
è una pessima idea stuzzicare con un bastone un alveare, non riesci mai a scappare abbastanza velocemente.
si avvicinò lentamente, un passo dopo l'altro.
ormai il segno era perso, lo sforzo era concentrato nel non alzare la testa. tieni giù quella testa, idiota, si diceva, magari senza apparire un demente.
sai perfettamente cosa prevede il teatrino: tirerà fuori la sua voce melliflua e suadente, tu inizierai a non capirci un accidente e infine ti darai del cretino per l'ennesima volta.
- qualcuno ha messo il broncio? -
il discorso proseguì, ma ormai i suoi pensieri vagavano su altri binari. doveva dirlo e subito, senza perdere altro tempo.
- basta. finisce qui. ora esci per favore. -
d'improvviso assunse un'espressione adulta, lo guardò stranita e poi saltò fuori il peggior nemico di ogni maschio, l'intuito femminile.
- ami ancora tua moglie, vero? -
lo sai qual è la risposta esatta, hai passato l'intero tragitto casa lavoro a preparare questa frase, sputala fuori santiddio.
- sì -
bravissimo.
- lo dicevi anche ieri mattina. e la mattina prima. e tutte le mattine della settimana prima, nonchè quelle di questo mese, di quello precedente e...vuoi che risalga fino alle origini? -
duro colpo questo. quella donna era un camaleonte: entrata come una gatta, si era trasformata in cerbiatta e ora pareva una leonessa.
- ascolta bene, è ora di finirla. sul serio. questa discussione non andrà avanti, esci da questa porta e mettiti al lavoro. -
la leonessa tacque perchè l'istinto le suggerì che questa volta lui faceva sul serio.
per un paio di volte fu sul punto di aprir bocca, ma la richiuse. infine balbettò qualcosa.
- io... -
- ieri sera son tornato a casa, ero pronto a dirle tutto quanto. di noi due, intendo. avrei fatto la valigia, pronto a citofonarti mezzora dopo. oltretutto dopo quindici anni tra fidanzamento e matrimonio non è proprio così semplice, ma sentivo che ce l'avrei fatta. come spiegazione avrei usato nient'altro che la verità, cioè che sono un imbecille incapace di resistere alle avances di una che potrebbe essere mia figlia. tutta colpa mia, sia chiaro, lei non ne aveva alcuna colpa. negli ultimi tempi mi era parso avesse avuto qualche sentore di crisi, ma si era mantenuta discreta e io avevo tirato fuori la classica scusa del lavoro stressante. invece sai com'è andata? che lei effettivamente si era accorta di qualcosa, perciò ha spedito i figli dai suoi genitori; quando son tornato a casa non ho fatto in tempo a sfilarmi il cappotto che lei mi aveva già svestito di tutto il resto. quando siamo riemersi e, barcollando, ho raggiunto la cucina, c'era la tavola imbandita con una selezione dei miei piatti preferiti. ho provato a dire qualcosa, ma lei mi ha spinto sotto la doccia. ci siam seduti a tavola che ormai eran quasi le undici, dopo un'oretta ci siam trasferiti sul divano a raccontarci scemenze da ventenni. insomma, per fartela breve ho chiuso gli occhi alle tre e stamattina la sveglia era alle sei e trenta.-
silenzio.
proseguì.
- vedi, io ti auguro di provare un giorno la stessa cosa. l'ho sposata perchè ero convinto che fosse la donna della mia vita e ne ho avuto la conferma. sei giovane, bella, troverai qualcuno che un giorno faccia altrettanto per te.-
- cagasotto -
- no, non sono un cagasotto. lo sarei stato piantandola lì, distruggendo con uno schiocco di dita tutto quello che avevamo messo su insieme. -
- vaffanculo -
- chiudi la porta quando esci -
dopo alcune ore, arrivò un curioso sms dalla moglie. un tale, a quanto pare compagno del liceo, si era presentato a casa chiedendole di fuggire con lui. l'episodio l'aveva divertita a quanto pare. e lui per poco non se n'era andato davvero. di sfuggita vide sul sito di un quotidiano che era bloccata la metropolitana perchè, a quanto pareva, qualcuno si era buttato sui binari.
pensa che buffo se fosse stato quel tizio.
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