per la ricerca dell'esame di terza media avevo letto centomila gavette di ghiaccio di bedeschi, testimonianza atroce della spedizione italiana in russia.
a casa di mia nonna ho trovato un volume dello stesso autore, si chiama "nikolajewka, c'ero anch'io" e contiene i ricordi di vari sventurati che si trovarono nell'armir. devo ancora leggerlo, però ho già dato un'occhiata a delle foto dell'epoca originali che sono in mezzo al libro.
sarò patetico, retorico, banale, ma son convinto che sia il simbolo della tragedia vissuta dall'italia. più di molte altre immagini, esperienze, racconti vari. anche perchè a livello di numeri non siamo inferiori a niente: centomila persone prese e mandate a morire al freddo, neanche la decenza di un trapasso rapido e indolore. la sofferenza provata dagli alpini al cospetto del generale inverno è lo specchio di un paese lacerato e finito in qualcosa di più grande di lui, dove era sballottato qua e là in preda a forze incontrollabili.
mi domando se il loro sacrificio sia servito a qualcosa.
mi rispondo di no.
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