a sette anni si osserva il mondo dall'alto di non molti centimetri. questo però non impedisce una certa fluidità nel ragionamento: a domanda corrisponde risposta, punto di partenza che nessuno si sogna di mettere in discussione. se la risposta è quello che conta, allora tanto vale inserire nella domanda elementi che possano aiutare l'interlocutore nella scelta.
il modo migliore è la domanda chiusa, due alternative consentite tra le quali indicare la preferita.
ne consegue che, sotto la domanda "ti vuoi mettere con me?" (cosa volesse dire di preciso non lo sapeva nemmeno lui), appose due caselle con le prevedibili opzioni sì e no. in quel momento un dubbio sopraggiunse: e se non avesse avuto la risposta pronta? capperi, del resto anche lui magari avrebbe avuto delle difficoltà, chi se l'aspetta di trovarsi con le spalle al muro da un momento all'altro? gli sarebbe servito un briciolo di tempo per pensarci su, in modo da non compiere scelte affrettate.
bisognava rimediare e per fortuna nel foglietto c'era dello spazio rimasto. sotto il sì e il no aggiunse una terza casella "forse". ecco, ora era perfetto.
semplice, chiaro, elegante. aveva perfino usato i suoi fogli preferiti, quelli a quadretti grandi dove ogni lettera toccava sia il bordo superiore che quello inferiore della riga, panciuta alla perfezione. le sue preferite eran le o, sembravano dei tortellini. per una sfortunata coincidenza in questo bigliettino non ce n'erano.
lo piegò meticolosamente e lo consegnò al corriere, la sua vicina di banco. indiscreta e fidata, nonchè in confidenza con il destinatario della missiva. sotto sotto sperava che avrebbe fatto da cupido, anche se non lo pensava ad alta voce per paura che non si avverasse.
lei nell'intervallo quatta quatta lo diede a marco.
a fine giornata fu grande la gioia quando tornò indietro col sì barrato.
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