seconda lettera a mio figlio.
caro figlio,
questa missiva fa seguito alla prima che già dovresti aver letto. ti chiederai perché sono morto a migliaia di km di casa, io che nella vita non avevo mai preso in mano un'arma. devi sapere che quando ero bambino i nostri nonni ci raccontavano della guerra, della resistenza, di un conflitto che a volte era casa per casa; la realtà cui ero stato abituato però era diversa: vivevamo i conflitti attraverso la televisione e ti garantisco che me ne ricordo tanti, a partire dall'intervento della nato nei balcani, poi l'afghanistan, l'iraq e chissà quanti altri non ricordo. era una guerra tecnologica, al massimo morivano i militari di professione, non certo noi civili. poi cambiò tutto quando ci si rese conto che stavamo distruggendo il pianeta e ci toccò bussare da cina e india chiedendo di ridurre la loro crescita, spiegando come sarebbe stata inutile e poco lungimirante senza una terra sulla quale vivere. furono sordi ai nostri appelli e l'unica strada percorribile fu la terza guerra mondiale, ma dato che i nemici da soli facevano circa metà della popolazione mondiale ci fu un'enorme coscrizione. arruolarono chiunque tra i 18 e i 55 anni, pensa quante vedove hanno lasciato. ci insegnarono a imbracciare il fucile, come sparare e tecniche base di sopravvivenza; le persone più istruite diventarono ufficiali, a me diedero i gradi di tenente. renditi conto.
mi rendo conto di quante cose non ti ho mai raccontato, purtroppo dovrai sapere tutto dalla carta o dai racconti di tua madre. fatti dire come ci conoscemmo, quella è una storia che val la pena sentire. la definisco, con un certo orgoglio, il mio capolavoro.
sarò carne da macello, consapevole che ogni istante è un istante in meno alla mia morte. qualcuno ha provato a nascondersi, a falsificare i documenti, io invece ho deciso che avrei affrontato il mio destino. lo faccio nella speranza che il nostro sacrificio spinga le generazioni future a comportarsi con maggior saggezza, memori del nostro esempio. giustamente osserverai che da quel punto di vista c'è poco da stare allegri, visti i precedenti.
comunque sia, questo è quanto.
uscii di casa sgattaiolando come un ladro alle quattro del mattino, per non dover salutare i miei figli e mia moglie. forse volevo solo fingere che fosse un giorno come un altro.
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