in fondo, spiace.
quando si perde una grossa occasione si rimane col classico amaro in bocca.
sensazione che provo quando arrivo carico a un esame universitario, convinto di poter prendere un bel voto per tirar su la media e finisco col rifiutare un ventitrè. scoramento, scarsa fiducia in se stessi, consapevolezza di dover rifare tutto da capo, di dover ricalendarizzare i mesi a venire.
succede che ci si ritrova con le spalle al muro eppure giunge insperato un aiuto: il migliore nel suo campo, dicono. e mi torna in mente la lamentela dei legionari romani dopo esser stati pestati da asterix e obelix: "arruolatevi, dicevano! girerete il mondo, dicevano!".
dicevano che fosse l'élite e allora è lecito aspettarsi qualcosa che ti faccia star tranquillo.
poi uno va a legger la manovra e scopre che in sostanza han calato le braghe proprio a quelli che ti hanno costretto con le spalle al muro. anzichè metterli in un angolo in castigo con le orecchie d'asino, occupano ancora un ruolo di primo piano.
fa male leggere le parole di visco che commenta amareggiato dalle pagine di repubblica la mancanza di misure concrete contro l'evasione fiscale. vorrei sentirlo parlare durante le conferenze stampa del governo, invece no.
le tasse sui riccastri fanno effetto palliativo e forse qualche allocco si illude che servano davvero a qualcosa. chi invece continua a fregarsi le mani è tutto il ceto medio-alto che continua bellamente a battersene la ciolla del fisco e delle esigenze di uno stato di diritto.
non resta che studiare meglio per il prossimo appello.
chissà, magari stavolta il prof farà domande più facili.
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