la tragedia di restare indietro coi pensierini è che non si può assolutamente scrivere alcunchè di vagamente allusivo alla situazione attuale, giacchè apparirebbe anacronistico al di là di ogni tollerabile limite.
resta quindi la possibilità di vagare qua e là, trasportati da lettere e parole scomposte fino a perdere di vista il loro significato, come quando si schiaccia il naso contro la parete dell'acquario e non capiamo più se il pesce sia quello che ci sta davanti o noi stessi, ritrovandoci a desiderare un paio di branchie solo per potergli nuotare accanto senza la necessità di riemergere per prendere aria, facendoci trascinare negli abissi e attraversando il portale del mondo animale.
fastidiosa rima interna.
rifare da capo.
poca voglia.
strappare il foglio dalla macchina da scrivere, olivetti lettera ventidue, e appallottolarlo con fare teatrale prima di scagliarlo nel cestino insieme a tutti quelli che l'hanno preceduto.
spostare il rullo o come diamine si chiama e ricominciare, non prima di essersi sistemati gli occhiali e sgranchiti le dita con fare da grande scrittore.
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