alla domanda "ma sei scemo o cosa?" bisogna rispondere "cosa".
possibilmente con assoluta convinzione e naturalezza, come se uno stesse dicendo la propria età.
è da qualche tempo che mi sento ingabbiato nelle conversazioni, è sempre più difficile uscire da certi schemi che mostrano un'insospettata rigidità. pochi argomenti, frasi fatte e luoghi comuni come se piovessero. mi ricorda quando la mia profia d'inglese, istruendomi su come affrontare la produzione scritta agli esami, insisteva in maniera particolare su espressioni tipiche e, appunto, frasi fatte, che a suo dire mostravano una valida conoscenza della lingua e delle sue strutture. aveva sicuramente ragione, peccato che qua non si tratti di far vedere la nostra abilità nel padroneggiare l'idioma straniero. attraverso la parola dobbiamo dar vita a quello che c'è dentro di noi e renderlo palese agli altri.
sento il bisogno di stupire e anche di essere stupito: ormai mi approccio alle conversazioni non solo sapendo già la metà delle cose che dirà l'interlocutore, ma proprio con un testo pronto all'uso. specie con chi non conosco, tiro fuori le mie solite quattro boiate che perfeziono di volta in volta per migliorare il linguaggio o inserire una battuta a effetto, poi mentre parlo vivo la scena al rallenty e mi deprimo.
diamine, bisogna scuotersi di dosso questa caligine linguistica.
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