dato che come pensiero è stato sdoganato, tanto vale disquisirne.
il diritto di voto è stato una conquista, indubbio. talmente voluto e desiderato da estenderlo subito a tutti coloro che avessero superato i diciotto anni di età. dopo sessant'anni, possiamo dire che forse non è stata l'idea più brillante di tutti i tempi; certamente giusta e comprensibile per l'epoca in cui si viveva e anzi ogni altra decisione sarebbe stata anti-storica, tuttavia con la serenità e il senno di poi mi sbilancio e dico che siamo polarizzati verso il basso dal voto ignorante. ignorante nel senso di inconsapevole, perchè come avevo scritto in un altro post la democrazia pone sulle spalle del cittadino il fardello dell'informazione, della partecipazione alla vita politica dello stato.
quando non lo si segue e ci si rimette nelle mani di timonieri e faccendieri, la deriva è dietro l'angolo.
ad ogni modo cambiare è quanto di più complicato si possa immaginare: non solo il diritto al voto si trova in una parte intoccabile della costituzione, ma addirittura è contenuto in alcune dichiarazioni firmate anche dall'italia. l'ipotesi derubricazione è impercorribile, per cui l'unica cosa da fare è aumentare la propria partecipazione e cercare di colmare le lacune altrui.
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