me lo ricordo bene, ero a casa e dovevo uscire per andare allo stadio.
fu la prima volta nella quale mi resi davvero conto del pericolo che avevo corso e altre volte avrei corso.
un pazzo furioso prende la pistola e spara totalmente a caso da una parte all'altra della più trafficata autostrada italiana uccidendo un ragazzo. la sua colpa era quella di essere sospettato di aver litigato con dei tifosi di un'altra squadra a un autogrill; era in macchina e stava per ripartire quando il proiettile l'ha colpito nel collo.
è quasi banale una riflessione sulla tragedia che si sarebbe verificata se, al posto di gabriele sandri, la pallottola avesse preso il guidatore o peggio ancora un camionista.
la risposta che il governo diede a questo assurdo gesto fu un giro di vite per stringere ancora di più i controlli agli stadi, un po' come dire: dato che l'evasione fiscale è alta, alziamo le tasse.
mi ricordo anche quando il padre, uscendo dal tribunale dopo il processo in primo grado disse: mi vergogno di essere italiano.
a cinque anni dalla tua morte non possiamo che ricordarti con una stretta al cuore, pensando che sei stato te, ma poteva essere uno chiunque di noi.
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