forse è un discorso trito e ritrito, forse no, però a me va lo stesso di affrontarlo.
i miei genitori hanno sempre portato avanti la linea dura del perbenismo e del luogo comune circa lo stadio, ritenuto luogo di aggregazione per gruppi eversivi e con evidenti finalità terroristiche. possibilmente fascisti, anche quando sventolavano il che guevara. per questo mi è stato proibito fino ai quindici anni di andare allo stadio da solo a torino.
a pisa invece potevo, giacchè mi ci portava il cugino. udite udite, mi portava in curva. in una città di novantamila abitanti c'erano sempre cinquemila persone in quel settore, nonostante si giocasse in serie C1. era il paese dei balocchi, bestemmie, parolacce, tifo, urla, imprecazioni, il meglio che potessi sognare. poi arrivò la repressione, anche se sarebbe più corretto dire che peggiorò. ora guardo le foto di quella curva, dove non metto piede da due anni (mai successo prima), semivuota e con pochi fedelissimi a seguire la squadra. sono l'unico a vederci qualcosa di sbagliato? era questa la strada da seguire? è un pezzo di pisa che non mi appartiene più, grazie a qualche signore con la divisa blu.
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