ho sempre saputo che non avrei mai potuto intraprendere la strada che porta a diventare un dio del rock.
la mia voce si è sempre opposta con fermezza e decisione. altolà, ragazzino! sei stonato, dove pensi di andare? allora mesto mesto tappavo la bocca e sentivo gli altri cantare.
pensavo, illuso, di aver trovato un'isola felice nello stadio: lì quel che conta è sgolarsi, urlare, mica c'è il maestro di canto che ti bacchetta se sbagli nota. si richiede tutt'al più di andare a tempo.
alcuni anni fa mi fecero notare che anche in quel contesto risultavo sgradevole all'udito. glissai.
però diamine, nelle ultime due partite me l'han fatto notare due persone diverse.
non è un paese per stonati.
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