venerdì 20 novembre 2015

pensierino del giorno-20/11/2015

qualche mese fa, son tornato dall'indonesia con una grande certezza: sono la popolazione più stupida che abbia mai conosciuto.
per rendere a chi non ci fosse mai stato il concetto, ho trovato quest'esempio: se si mostrassero due banconote di diverso valore a un indonesiano, dicendogli di prendere una delle due, sarebbe capacissimo di prendere quella che vale di meno.
quest'immagine dovrebbe essere sufficiente per spiegare il quoziente intellettivo medio di quel popolo; l'aggettivo medio, tuttavia, postula l'esistenza di casi che superino o siano al di sotto, dunque non in linea. viene da aspettarsi che le (poche) menti brillanti si trovino nelle posizioni che comportano maggiori responsabilità, o perlomeno che in quelle posizioni non ci siano proprio dei minus habens.
e invece.
lanciando una campagna di informazione e prevenzione contro l'aids, il governo ha pensato bene di far affiggere a Giakarta, la capitale, una serie di manifesti che si pongono il lodevole intento di sfatare alcune dicerie e leggende popolari circa le modalità di trasmissione del virus. l'iniziativa è meritevole di plauso, non c'è il minimo dubbio al riguardo. peccato che qualche luminare abbia dimenticato di inserire la negazione 'non', per cui chiunque abbia letto quei cartelloni è ora convinto che zanzare, saliva e acqua possano essere infetti.
grazie di esistere

mercoledì 18 novembre 2015

pensierino del giorno-17/11/2015

una parola che fa rima sia con benaltrismo che con tempismo è moralismo.
non è mia intenzione, per ora, attaccare un pippotto sui luttuosi eventi che segnano questi giorni (regola aurea del pensierino è parlare il meno possibile dell'attualità), bensì attaccarne uno altrettanto palloso, partendo però dall'altro episodio occorso, ovverosia lo sventato furto del sellino della bicicletta.
si tratta di un gesto che, considerato singolarmente, non è punibile: dalla primavera di quest'anno, infatti, è stata introdotta all'interno del nostro ordinamento penale la figura della particolare tenuità del fatto, che ne esclude la punibilità. sperare di trovare giustizia presso le forze dell'ordine, dunque, è quanto mai utopistico, non per colpa loro ma per via, appunto, della legge oggigiorno vigente.
tuttavia, resta un atto odioso, che causa un pregiudizio ben più grande del valore dell'oggetto. scartata l'ipotesi di pagare una guardia giurata che vigili sull'integrità della nostra bicicletta quando è parcheggiata all'aperto, qual è una soluzione praticabile per disincentivare questi furtarelli?
per quanto possa sembrar banale, smetterla di fare il gioco di questi ladruncoli, andando cioè a comprare merce rubata e finanziando questo mercato. la mattina dopo, quando con calma mi sono alzato e c'ho riflettuto, mi son reso conto che, se me l'avesse rubato, sarei probabilmente andato in uno di questi mercati dell'illegalità a cercarne uno simile.
la dose quotidiana di moralismo consiste in un piccolo monito: comprare merce che sappiamo essere stata rubata è un gesto che prima o poi si ritorcerà contro di noi.

lunedì 16 novembre 2015

pensierino del giorno-16/11/2015


qualche tempo fa, come ho in altre circostanze segnalato (here and there), dei loschi figuri hanno pensato bene di dare immeritata eco a certi miei elaborati. la speranza era che tutto ciò fosse destinato a finire, nel nome del decoro della letteratura e della cultura italiana.
purtroppo, come spesso accade, è proprio quando si tocca il fondo che si inizia a raschiare, senza che s'intraveda la possibilità di risalire. se prima, perlomeno, si trattava di produzione propria, questa volta si è consumato il vile e atroce delitto di stupro di capolavoro: a partire dal cantico delle creature di san francesco, infatti, ho pensato bene di scrivere il cantico delle verdure.
sappiate che non mi opporrò a un eventuale tso.

domenica 15 novembre 2015

pensierino del giorno-15/11/2015

una parola che fa rima con benaltrismo è tempismo.
il tempismo ha due facce: da un lato è un'arte che va imparata, dall'altro è un'involontaria, ma felice, convergenza di eventi.
col passare del tempo (per l'appunto), ho cercato di sfruttare le pieghe dello scorrere dei secondi; anche quando le nostre parole sono quelle giuste da pronunciare in determinate circostanze, l'effetto che sortiranno dipende molto dalla scelta del momento. non sempre, per esempio, rispondere d'istinto è un'idea vincente, anzi, quasi mai lo è. riflettere su quello che avremmo voluto dire permette, se non altro, di poter eventualmente meglio formulare il pensiero e, se non riteniamo di doverlo cambiare, perlomeno di essere davvero certi di quanto affermeremo. è il motivo per cui quando succede qualcosa che ci scuote dovremmo imporci un silenzio stampa di alcune ore, una sorta di cordone sanitario comunicativo.
il secondo aspetto, invece, è quello che incuriosisce di più, perchè è in larga parte fuori dal nostro controllo. pensate infatti a quanto tempo occorre per svitare il sellino di una bicicletta e filarsela a gambe levate, si parla di un minuto scarso. cogliere il ladruncolo di turno che ti sfila il sellino dalla bici è senza dubbio una botta di fortuna, poiché si può intervenire, insultarlo e mandarlo via. nel frattempo, lui ha anche criticato l'intervento, sostenendo che la bici appartenesse a un'altra persona. idolo.

sabato 14 novembre 2015

pensierino del giorno-14/11/2015

ripartirei da qui
stando alla garzanti linguistica, il benaltrismo è la "tendenza a spostare l'attenzione dal problema in discussione ad altro che si addita come più importante o più urgente".
per quanto poco mi si addica il ruolo del censore (sebbene lo desideri!), è evidente che questo costume sia largamente diffuso in italia, dove credo se ne detenga il record mondiale di abuso. tuttavia, non nasce a caso: siamo il paese dove, nonostante la profonda tradizione cattolica (o forse proprio per sua causa), l'atto che riesce più difficile è l'assunzione di responsabilità.
io non ho mai sbagliato.
se ho sbagliato (ma non è vero), guardate che sbagliano tutti (quindi io non ho sbagliato).
per chiudere il sillogismo: io non ho mai sbagliato.
la quintessenza del benaltrismo è rappresentata dall'ormai celebre "e i marò?!", figlio naturale del precursore "e le foibe?!", ma la declinazione che più mi affascina è quella che viene sfruttata in ambito, appunto, di responsabilità.
ne deriva che non è importante che io sia colpevole o meno, ma neanche che provi a discolparmi, l'importante è trovare qualcuno da trascinare negli inferi, forse per via dell'errata interpretazione dell'adagio per cui mal comune mezzo gaudio.
non perdiamoci in quisquilie.
il corollario essenziale, si diceva, del benaltrismo, è quello che postula l'equazione tutti colpevoli uguale nessun colpevole. non è ovviamente mai vero, perchè la colpevolezza presuppone, logicamente, la violazione di una legge: una legge che non è rispettata da nessuno dev'essere perlomeno adeguata, quindi se resiste significa che è ancora valida e vigente. non è neanche vero che i colpevoli sono tutti, ci basta reperire un compagno di sventura con cui addentrarci nei meandri dell'arrampicata su vetro, sport estremo per vittime certificate.

venerdì 13 novembre 2015

pensierino del giorno-13/11/2015

io non ho mai sbagliato.
se ho sbagliato (ma non è vero), guardate che sbagliano tutti (quindi io non ho sbagliato).
per chiudere il sillogismo: io non ho mai sbagliato.

giovedì 5 novembre 2015

pensierino del giorno-05/11/2015

ha molto senso urlare contro la tv.
quasi quanto tifare l'aspirapolvere perchè elimini quanti più acari possibili o contestare la lavapiatti se lascia qualche traccia di sporco sui piatti.
è il medium che più di tutti ci ha fregato: s'è introdotto nelle nostre case, strisciando come un vermilinguo, è presente in più esemplari e ci permette di vivere tutto all'interno delle quattro mura domestiche. assorbe tutto di noi, gioie, dolori, amarezze, frustrazioni, speranze, attese, illusioni, sogni, assorbe tutto, lo mastica un po' e infine sputa un verdetto proveniente da un autorità che lei stessa finge solo di mostrarci, ma in realtà tiene ben al sicuro da noi.
oh, sapessi quante gliene ho detto a quel politico ieri sera mentre blaterava alla trasmissione. se solo mi avesse sentito.
immagino lo sgomento del politico nell'apprendere la notizia.
o la costernazione dell'arbitro che non ha visto il fuorigioco, del difensore che ha sbagliato il tempo dell'intervento.
cuciniamo, viaggiamo, leggiamo libri, ci immergiamo, vediamo opere, matrimoni, funerali, eventi sportivi, tutto in via mediata. viviamo per mezzo di altri.
persino la figa, ormai, è diventata un prodotto dell'etere. tanto che ci frega, possiamo pur sempre votare chi è la più gnocca e aspettare che la tv a pagamento mandi qualche pornazzo per scarnificare il pistolino con la chimera di una bellezza che ci viene propinata e non scegliamo.
per somma beffa, tutto questo avviene quando siamo rilassati, sdraiati sul divano, magari dopo una lunga e faticosa giornata di lavoro - quello sì, vero - e le difese immunitarie sono completamente abbassate, figurati se andiamo a pensare che il nemico ci stia aspettando dentro casa.

mercoledì 4 novembre 2015

pensierino del giorno-04/11/2015

c'aveva fatto pure una striscia zerocalcare, però non è che questo basti per conferirgli l'esclusiva assoluta sul tema, peraltro lui disegna e scrive, io scrivo soltanto (ci manca solo mi metta a disegnare). il tema è patrimonio di tutti noi, lo diventa in un momento ben preciso e definito della vita: quando ti annunciano per la prima volta che un tuo conoscente si sposa.
rettifico: non conoscente, bensì persona con cui sei legato da un rapporto di amicizia.
amico o amica che sia, poco cambia.
ti metti a ripensare a tutti i più o meno coetanei che sai che si sono sposati e c'è magari la vecchia compagna del liceo che ti fa venire le rughe e le piaghe da decubito dalla tristezza, quella matta come un cavallo che magari ti eri sifonato una volta, ma essendo appunto matta è capace che lo sgozza dopo due giorni, qualche conoscenza de relato e infine...infine quella persona. qualcuno con cui sei passato per l'adolescenza, la giovinezza, le porte dell'età adulta, ma infine lei la ha varcate, tu no.
come se si dovesse salire sull'arca di noè, ci vediamo dentro appena trovo una coppia. sai che potrebbe succedere, però nessuno ti garantisce che su quell'arca salirai, o che ci voglia salire.
sarà quella persona con cui si parlerà utilizzando due vocaboli finora riferiti a delle sovrastrutture del nostro mondo (i genitori), e cioè marito e moglie. lui, marito di lei, lei, moglie di lui.
è la prima volta che un matrimonio non ti provoca un attacco di risate, anzi, fa riflettere.
non viene da pensare che ce n'è di gente strana al mondo, quasi avessero deciso di adottare un elefante e crescerlo a tarvisio, no, provoca la repentina caduta della mascella verso il basso.
silenzio.
minchia.
e poi?
e poi un cazzo, non è che muore, solo che diventa adulta sul serio. sarà, molto probabilmente, l'adulto di riferimento per i propri figli.
cazzo, i figli. quelli vengono ancora dopo, non fanno parte dell'equazione.
ogni evento che sia all'apparenza sconcertante, porta in sé quel vago sentore di fine del mondo. s'è aperto il buco nell'ozono, che ne sarà di noi?
nulla, il giorno dopo ci siamo svegliati tutti quanti come se nulla fosse e le nostre vite sono proseguite indifferenti. così è successo quando sono caduti governi, iniziate crisi, scaduti ultimatum.
tutto continua a procedere, impercettibilmente, placidamente inarrestabile.
cosa cambierà?
nella migliore delle ipotesi, nulla.
nella peggiore, neanche.