spoiler alert: il pensierino che segue è, con ogni probabilità, un ricettacolo di ovvietà alle quali poteva senza dubbio giungere chiunque. ciò debitamente premesso, ho proprio sentito l'impellenza di scriverlo. un po' come quando scappa la cacca, vai a farla e basta, non è che stai tanto a ricamarci su.
allora. nel dubbio tra fare e non fare, è sempre da preferire la prima. lascio perdere tutte le questioni sul tempo che sfugge blabla, è da quando studiai seneca al liceo che ne sono ossessionato, ma voglio concentrarmi su un altro lato della vicenda, e cioè i ricordi.
ipotizziamo che la situazione zero, cioè la normalità, sia quella di trascorrere la vita a casa propria sdraiato da qualche parte a puzzare. saltuariamente può anche essere piacevole e sarebbe ipocrita da parte mia negarlo, cionondimeno lascia poche tracce nella nostra memoria. anzi nessuna.
quando invece si decide di agire, la situazione zero è di per sè già alterata. qualunque cosa succeda dopo andrà ad arricchirci, costituirà un diversivo dalla routine, lascerà traccia di sé in un ricordo.
molto spesso per fare, ahimè, servon due cose delle quali non possiamo disporre quanto vorremmo: tempo e danaro. sul primo abbiamo già più margine di manovra, sul secondo decisamente poco. al di là della mia personale convinzione che sia meglio morire poveri in canna, raramente mi son pentito di quando sono uscito di casa. capita che uno pensi di aver sprecato tempo e soldi, capita eccome, ma a distanza di anni invece finisce col riderci su perchè qualcosa ne trae comunque. condividere esperienze con le persone ci aiuta a conoscerle meglio e fare selezione su chi vogliamo che ci stia intorno nella vita. da un episodio sfortunato e vissuto male anche per chi era presente si può decidere di fare un bel repulisti e, per quanto sulle prime porterà solo un pesante fardello di negatività e pessimismo cosmico, sulla lunga distanza spiegherà i propri effetti positivi.
agire, fare, muoversi.
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