il tormentato rapporto tra uomo e benzina è stato oggetto di numerosi studi da parte di antropologi, sociologi e perdigiorno vari. l'evoluzione dottrinale, tuttavia, ha subito una decisa svolta quando è stata inserita la variante chiave dell'algoritmo, ossia la sfiga.
tale cambiamento ha rivestito un'importanza così significativa che oggi si tende a distinguere nel periodo pre-sfiga e in quello post-sfiga. beninteso, la sfiga è sempre esistita, ma fino alle prime leggi di murphy si teneva in qualche modo a dissimularne, se non addirittura a negarne, l'esistenza. vi viene in mente un azzardato paragone con la criminalità organizzata in una regione isolare dell'italia del sud? non ne comprendo il motivo.
dicevamo, ordunque, che i teologi, gli astronomi e talvolta persino le parrucchiere hanno dovuto rivedere completamente le loro posizioni e, pena l'esclusione dalla comunità scientifica, aggiornarle secondo i più recenti studi. cercherò, di seguito, di offrire una veloce ma esaustiva panoramica sui capisaldi cui è giunto il pensiero umano.
innanzitutto, è bene partire dal postulato di hibbert, colonna portante della teorizzazione pragmatica della sfiga: la sfiga esiste e ci vede benissimo. chiara dunque l'impostazione di origine pagana del pensatore della georgetown university, che vuole richiamare il mito greco (la fortuna è cieca) e al tempo stesso superarlo, offrendo la piattaforma per una positivizzazione della sfiga.
sul postulato di hibbert riposa l'equazione di carter-williams: il giovane matematico da syracuse, noto per il suo approccio economico-finanziario, ha portato la riflessione a un livello successivo, cercando di depurarla dai contenuti più astratti. secondo la sua equazione, infatti, il livello della benzina in un serbatoio è direttamente proporzionale alla quantità di soldi nel portafoglio.
occorre a questo punto aprire una breve ma inevitabile parentesi: in molti, da ultimo kidd-gilchrist, hanno criticato carter-williams scorgendo nella sua formula un velato messaggio di matrice marxista. niente di più sbagliato. lo stesso matematico ha avuto modo di fornire una sorta di interpretazione autentica del proprio pensiero, specificando che non vi è alcun richiamo alle disuguaglianze sociali e alla lotta di classe, ma si tratta invece di una conseguenza: l'assioma di partenza è che chi ha meno soldi ha più sfiga, e solo in un secondo momento questa si riverbera sull'assenza di carburante nel serbatoio. ecco dunque respinte le tesi revansciste e polemizzanti portate avanti in questi anni da una frangia di pensatori ostili.
ora però è il momento di addentrarci nel calcolo di funzioni e sfiga applicata, la cui comprensione non è purtroppo per le menti più semplici.
la prima legge di murphy sulla benzina (in realtà sul diesel, essendo quest'ultimo un accanito sostenitore della superiorità delle auto a gasolio) è ormai riconosciuta come verità dogmatica: fintantoché il serbatoio è pieno, si disporrà di tempo per fare rifornimento. come si può ben vedere murphy è sempre molto attento alle contingenze spazio-temporali, rilevando argutamente come il riempimento del serbatoio sia un'operazione spesso soggetta a procrastinazione.
sulla prima legge di muprhy è intervenuta la correzione di garnett: fintantoché il serbatoio è pieno, si disporrà di tempo per fare rifornimento e i benzinai proporranno prezzi competitivi. acuto osservatore dell'animo umano, forse anche per via dei suoi studi presso la scuola ebraica, il garnett non manca di porre l'accento, in evidente continuità con kidd-gilchrist, sul fattore monetario. accettando il punto di partenza di murphy, vuole però estremizzare il concetto della procrastination, spiegandone le conseguenze da un punto di vista keynesiano: a furia di rimandare il pieno perchè tanto benzina ce n'è, si finisce col ritrovarsi senza tempo per fermarsi a un distributore, distributore che comunque pratica prezzi molto elevati e dunque costringe l'automobilista a un esborso maggiore.
a testimonianza di come questo filone riflessivo sia quanto mai fertile e tuttora oggetto di dibattiti, tavole rotonde e pic nic, si offre il più recente approdo dottrinale, ossia l'oratio de veritate di marco tullio van bronckhorst, erede spirituale di erasmo da rotterdam e, più prosaicamente, di michael reiziger: quando si accende la spia della riserva, si lascia che sia qualcun altro a fare il pieno.
Nessun commento:
Posta un commento