per fortuna i libri segnano ancora la vita. l'ho scritto varie volte, ma qui devo ripetermi: il primo e finora unico era stato 1984 di orwell, per il suo tono profetico ma drammaticamente attuale anche a distanza di parecchi anni, segno che le sue previsioni stavano solo subendo qualche ritardo.
adesso ne ho un secondo.
si chiama la strada, di cormac mccarthy, e ne hanno anche tratto un film. detto in due parole: a causa di guerre insensate e senza fine la terra è ridotta a un cumulo di macerie e i pochi sopravvissuti tirano a campare senza alcuna speranza di un futuro migliore, perchè sono loro le uniche tracce di vita sulla terra.
la cosa più agghiacciante non sono le descrizioni dei luoghi completamente bruciati e abbandonati, bensì il fatto che non dia spiegazioni e non lo collochi in alcun modo lungo la linea del tempo; semplicemente, la narrazione inizia in medias res e prosegue dando giusto qualche accenno di un passato pacifico e più vicino alla nostra realtà. non esistono schieramenti, non ci sono vincitori nè vinti, hanno perso tutti. più di tutti ha perso il pianeta e l'intera razza umana.
dopo gli eventi tragici dei giorni scorsi ho più volte pensato che viviamo perennemente sull'orlo di un conflitto che, data la potenza degli armamenti e il numero di attori coinvolti, avrebbe conseguenze devastanti. non mi interessa tanto discutere in questa sede dell'attuale situazione geo-politica, quanto piuttosto trovare una risposta al seguente quesito: chi garantisce che non succederà? il conflitto globale, intendo. a cosa ci possiamo appellare, in chi possiamo riporre la nostra fiducia?
la mancanza di una risposta mi lascia perplesso e in parte sgomento.
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