giunto ormai alla veneranda età di ventidue anni suonati, ho la presunzione di pensare di aver capito qualcosa circa la mia persona.
in questo preciso momento, il tratto saliente che emerge con forza è l'abilità nel procrastinare. non importa quanto tempo uno abbia a disposizione prima di una certa scadenza, l'importante è cominciare a fare tutt'altro. possibilmente, qualcosa di inutile. dopodichè si inizia a pensare che nei giorni precedenti una persona assennata avrebbe perlomeno gettato le basi per il proprio lavoro. bene specificare: una persona assennata. nel dubbio, sarà ora di merenda o comunque c'è appetito, per cui cibo e dopo il cibo inevitabile una pausa di riflessione di fronte alla play station, in modo da sgombrarsi la mente.
prima o poi, procrastina procrastina, arriva la sera prima e ci si mette al lavoro. sveglia già puntata presto per la mattina successiva, quando bisognerà darsi davvero una mossa. era evitabile questa fastidiosa situazione? ovviamente sì. riusciremo a evitare la prossima? ovviamente no.
finchè non si abbatte su di noi la ghigliottina del ritardo è impossibile combinare qualcosa.
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