c'è un episodio in particolare che per me sintetizza il sentimento di delusione più totale. accade quando a giugno, dopo la classica annata fallimentare, la squadra per la quale ho l'onore e la disgrazia di fare il tifo deve rifondare. si ricomincia da capo e dato che è ancora presto per il calciomercato ecco che si parla dell'allenatore, la figura chiave attorno alla quale deve girare tutta la ricostruzione, l'agognata rinascita. si susseguono le voci circa i nomi più probabili, alcuni dei quali fanno sognare non perchè siano altisonanti, ma perchè ci fanno sperare in un qualcosa che passo dopo passo cresca e ci tolga finalmente dalla merda. basso profilo, però con buone credenziali.
invece, puntualmente, quando arriva l'ufficialità ci si mette le mani nei capelli, per chi ancora li ha. d'improvviso l'estate sembra lunghissima, il tempo del campionato seguente infinito e in realtà non vogliamo neanche che arrivi, il primo istinto è di mollare tutto disinteressandosene completamente. come si può esprimere a parole il vuoto che ci percorre? silenzio e poca voglia di parlare, tutto qua.
sarebbe bastato così poco, ci si dice.
e invece no. demoralizzati prima ancora che inizi.
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