martedì 27 febbraio 2018

Addizione

La prima puntata di questo non richiesto excursus politico era concentrata su un partito che è destinato a giocare un ruolo significativo nello scenario post-elettorale in virtù dei voti che porterà alla propria coalizione. Zigzagando tra lo scacchiere delle liste, cambiamo lato della barricata e focalizziamoci su un altro partito di coalizione, del quale ultimamente si parla parecchio. Sin dal nome si intuisce come si collochi su posizioni parecchio lontane rispetto all'euroscetticismo già analizzato ieri.
Ciancio alle bande, spazio agli aspetti positivi.

1) Introduzione del numero identificativo degli agenti delle forze dell'ordine in servizio e l'obbligo di telecamere nelle caserme. Si ricollega a quanto già visto ieri, anzi ne costituirebbe il naturale completamento. Personale più retribuito, più motivato e più qualificato, sottoposto a rigorose regole di comportamento, per un servizio più efficiente e - possibilmente - immacolato, ahimè situazione ben lontana da quella attuale.

2) Bisogna uscire dalla logica di interventi sporadici e di breve periodo che insistono sul "consumo di cultura" e passare a investimenti strutturali a favore della "produzione di cultura". Non siamo seduti sopra un mare di petrolio o altre fonti di energia/materie prime come altri Paesi, però viviamo immersi in un patrimonio culturale che ha pochi eguali nel mondo e siamo ancora piuttosto vivaci quanto, appunto, a produzione di cultura. Dobbiamo uscire dall'impasse nella quale ci siamo cacciati quando abbiamo accettato, nel pensare comune, che non la cultura non si potesse mangiare.

3) Un'altra azione importante è la piena informatizzazione del SSN, con l'obiettivo di realizzare la completa operatività su tutto il territorio nazionale del Fascicolo Sanitario Elettronico e delle ricette digitali. Piccolo passo ma concreto: il digitale è il futuro e investirà tutti i campi. Bisogna mettersi al pari con l'evoluzione, è inammissibile che nel 2018 si debbano ancora fare ore di coda dal medico della mutua per una ricetta.

4) Condividiamo l'appello all'eliminazione delle armi nucleari. A costo di esser banale: vorrei morire di serena vecchiaia e in pace. Ricordo bene i racconti dei miei nonni sulla guerra e forse siamo l'ultima generazione ad aver ricevuto questa testimonianza diretta. Non lasciamo che il tempo ne levighi la forza.

5) Occorre un nuovo approccio che assuma la sostenibilità ambientale come stella polare nella formazione di tutte le decisioni. Bisogna essere parte del futuro e non farsi travolgere. Un Paese competitivo dev'essere all'avanguardia nei settori tecnologici e soprattutto per quanto riguarda le nuove forme di approvvigionamento energetico, che hanno in comune la strategia di un minor impatto ambientale.

Purtroppamente, anche qua bisogna rilevare alcuni tasti dolenti.

1) Abolizione del valore legale del titolo di studio. Trattasi di questione complessa che meriterebbe approfondimento separato, ma si può così riassumere: conseguire il medesimo titolo (nominale) in due diverse università non avrebbe lo stesso valore, che sarebbe rimesso alla discrezionalità del mercato. Ci sarebbero molte considerazioni economiche interessanti da fare, tuttavia occorre tenere a mente che lo Stato deve garantire l'istruzione su tutto il territorio nazionale, mentre così facendo si rischierebbe di acuire lo spopolamento di certe zone che già ora soffrono un'emigrazione studentesca pressoché strutturale. P.s.: era uno dei punti del progetto di rinascita della P 2. Persone straordinarie.

2) Eliminazione dell'obbligatorietà dell'azione penale. Altro tema sul quale si dibatte più o meno da sempre: il partito ne propone una revisione senza però chiarire quali siano gli approdi. Di fronte a tale nebulosità, è doveroso porre dei paletti onde evitare una degenerazione del sistema, dacché la discrezionalità è inevitabilmente ancorata a scelte politiche. Sebbene il principio sia ormai lettera morta nella prassi, si tratta di fare una scelta tra un sistema ove il magistrato è vincolato ad esercitare l'azione penale e tra uno in cui si decide quali reati perseguire in base a motivazioni di tipo politico. Per chi avesse tempo da perdere, nel secondo caso va a finire così.

3) Congelamento della spesa pubblica in termini nominali per cinque anni, cioè fissarne un limite invalicabile. Proposta quantomai singolare se considerata all'interno della coalizione, ma sono problemi loro. Ad ogni modo, secondo quest'impostazione, dallo Stato si possono continuamente recuperare risorse attraverso una migliore e più oculata gestione; in linea di principio è assolutamente valido, ma in sostanza si è sempre tradotto in tagli lineari in settori cruciali quali la sanità, la giustizia, l'istruzione e la cultura. Impostare un tetto nominale alla spesa, inoltre, non tiene conto delle possibili mutate esigenze del futuro, che è quantomai difficile da prevedere data la rapidità con la quale si verificano certi mutamenti; oltretutto, con un'economia in crescita non è irragionevole prevedere che lo Stato debba fronteggiare maggiori spese (es. a livello previdenziale), e parimenti che possa e debba giocare un ruolo decisivo nella costruzione dell'economia del futuro: all'interno di un contesto che richiede forti investimenti, perché lo Stato dovrebbe limitare le proprie possibilità?

4) Il modello di flexsecurity del Jobs act [...] non è quindi da considerare la panacea di tutti i mali, ma una tessera di un puzzle di riforme ancora da realizzare [...] è necessario andare nella direzione della costruzione di un vero mercato del lavoro europeo [...] in particolare bisogna introdurre una forma di sussidio di disoccupazione europeo come strumento di stabilizzazione degli shock asimmetrici. Apprezzabile l'intento di creare un sistema di ammortizzatori sociali europeo, ma è evidente come si tratti di un processo che richiede lunghi tempi. Per il momento, dunque, la vera asimmetria è quella difesa dal partito, che garantisce una maggior facilità ai licenziamenti senza offrire ai lavoratori tutele adeguate e concrete, nonché realizzabili nel breve termine. Come i recenti casi di cronaca dimostrano, l'Italia sta soffrendo in maniera particolare gli effetti della delocalizzazione, ma a ciò non si accompagnano efficaci misure di sostegno a favore di chi ha perso il lavoro.

5) L'inefficienza della giustizia civile è un freno allo sviluppo e alla crescita del Paese [...] è necessario spezzare questo circolo vizioso con misure che aumentino l'efficienza degli uffici giudiziari. Per esempio assumere, tramite concorso, 800 assistenti giudiziari (i primi dal 1997) che permettano di tenere gli uffici aperti più a lungo e smaltire più rapidamente i carichi pendenti. Purtroppo, al fine di realizzare tutto questo, occorre scontrarsi col punto 4). N.b.: il concorso è stato bandito e già valutato, i nuovi assistenti entreranno in servizio a breve.

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