lunedì 13 febbraio 2017

Scopone

In questi lugubri tempi di oscurantismo culturale si avverte forte l'esigenza di un pensierino che si erga a faro morale della civiltà, che costituisca un baluardo tanto a difesa delle tradizioni quanto come propulsore per le innovazioni. Questo incipit è probabilmente privo di senso, ma era necessario per introdurre uno di quei pensierini dal denso e pregnante valore sociale: è mia intenzione, infatti, sgombrare il campo da un equivoco nel quale incorrono tuttora molte persone.
Lo scopone e lo scopone scientifico non sono due diverse modalità di un gioco pressoché identico, nossignori. Il gioco è sempre il medesimo, che si chiama appunto scopone scientifico, per brevità chiamato anche solo scopone, e presenta due varianti, che peraltro mostrano differenze non abissali. Mentre nella scopa a coppie si distribuiscono tre carte a testa e quattro ne vengono disposte sul tavolo, nello scopone si giuoca con nove carte a cranio e quattro in tavola. L'alternativa è giocare senza tavolo, quindi esaurendo il mazzo nelle mani dei giocatori, che si ritrovano con dieci carte l'uno, ma per il resto le regole non mutano. Poi chiaro, tutti siamo consapevoli di come giocare con le nove carte sia soltanto un bieco, squallido e meschino tentativo di evitare l'ansiogeno momento in cui il primo di mazzo deve aprire il gioco senza lasciare una scopa all'avversario, ma per completezza d'informazioni dev'essere menzionato. Leggenda vuole che a chi pratichi questa variante caschi il pistolino entro il primo rintocco delle campane.
In conclusione, gentili radioascoltatori, siate consapevoli del fatto che, indipendentemente da quante carte decidiate di distribuire, state sempre giocando a scopone, che altro non è se non l'abbreviazione di scopone scientifico.

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