lunedì 9 settembre 2013

pensierino del giorno-30/07/2013

lui uscì dalla chiesa al suono rimato dei tacchi delle sue scarpe di vernice. un rumore inusuale per chi è solito indossare soltanto scarpe da ginnastica e che quindi rimanda a due circostanze diametralmente opposte: gioiosa festa o funesto evento.
l'altro lo aspettava sul sagrato, gli occhiali tenuti in quel modo assurdo sulla fronte, ma qual era il suo problema, gli eran forse sbucati degli occhi sotto l'attaccatura dei capelli? altro vizio insopportabile, si era già acceso la sigaretta.
lui gli disse: -sai, penso di aver capito una cosa.-
l'altro aspirò una boccata e lentamente soffiò fuori tutto il fumo. -sentiamo-
-ecco, la nonna ieri non piangeva per il nonno. non so, forse sono io che sto diventando troppo cinico e tendo a leggere il comportamento di ogni individuo come se pensasse con la mia testa, però son convinto che lei ieri si sia vista morire. per quello piangeva.-
altra boccata, questa volta palesemente teatrale. sguardo perso nel vuoto, perla di saggezza in rampa di lancio.
-tu pensi che dopo oltre sessant'anni sia facile addormentarsi senza la stessa persona al tuo fianco? mica stiam parlando di una storia da liceali. sessant'anni significa tutta una vita, i venti precedenti a quel punto è come se non fossero mai esistiti-
lui si strinse nelle spalle: -non è tanto per lui, fidati. siamo abituati a concepire la vita come qualcosa privo delle sue estremità e se ci pensi è buffo, portiamo con noi un sacco di esperienze sensoriali, ma non abbiamo idea nè di come nasciamo nè di come muoriamo. invece ora lei lo sa.-
l'altro si prese qualche istante prima di replicare, aggiustò gli occhiali nell'innaturale posizione e lasciò cadere un po' di cenere dalla punta della sigaretta: -beh, non che sia un male.-
-cosa?-
-il fatto di non sapere. hai mai fatto un viaggio in macchina?-
-ovvio ma che...-
- saprai bene che per uscire dalla città devi prendere la tangenziale, poi l'autostrada e infine l'uscita giusta per la tua destinazione. immagina di dormire da quando parti da casa fino ai primi km una volta ritirato il bigliettino al casello. cosa ti sei perso? niente, giusto la zona industriale, qualche vialone con parecchie corsie per il traffico a scorrimento veloce e delle case popolari. ora puoi goderti con tutta calma il panorama, assaporare il profilo dell'orizzonte. segui varie indicazioni che magari non recano già scritta la tua meta finale, perciò sai che si avvicina quando la vedi segnalata espressamente. man mano che i chilometri diminuiscono, acquisti consapevolezza del fatto che il viaggio sta finendo, poi pian piano ritorni nel sonno dal quale ti eri destato all'inizio, senza mai vedere la fine o renderti conto dell'arrivo.-
-quindi?-
-quindi è così che funziona. non sapremo mai cosa si prova. semplicemente, nonna si è resa conto che anche lei ha visto l'ultimo cartello. l'unico dubbio è quanti km indica.-
-fammi fare un tiro.-
-tu non fumi.-
poi dovettero farsi da parte perchè la bara stava uscendo e l'altro buttò via il mozzicone. alle proteste di lui rispose che tanto ormai erano rimasti solo un paio di tiri, i peggiori peraltro.

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