domenica 2 giugno 2013

pensierino del giorno-14/05/2013

ho sempre visto il buonsenso come il vero motore di qualunque riforma e quindi, più in generale, dell'ordinamento che uno stato si può e si deve (dovrebbe) dare.
esempio: la questione del finanziamento pubblico ai partiti.
perchè esiste? perchè lo stato garantisce anche ai meno abbienti la partecipazione alla vita politica, quindi si fa tutore di questo diritto fornendo i mezzi economici per poter concorrere alla competizione elettorale anche a chi non ne ha di suoi. serve dunque a livellare la sfida e a evitare che si torni all'aristocrazia, quando chi non aveva i danè era costretto a lavorare, mentre il ceto dei possidenti, che viveva di rendita, poteva dilettarsi pensando a come sfruttarli di più.
cosa si vuol fare? eliminare questo finanziamento pubblico.
per qual motivo? perchè effettivamente ora è gestito male, i rimborsi vengono erogati abbastanza alla cazzo e non sulla base di precise note spese.
cosa comporta? il rischio del ritorno alla situazione precedente, con conseguenze ben note nel nostro paese.
cosa suggerisce nella vita il buon senso? che se qualcosa viene applicato male, non per questo dev'essere insensato. il limite di velocità per la circolazione dei veicoli nei centri urbani è di per sè uno strumento utile, se però questo limite viene fissato ai dieci chilometri orari diventa un'assurdità. la soluzione migliore non consiste nel toglierlo di mezzo, bensì nel trovare un limite più congruo che eviti il congestionamento del traffico pur salvaguardando la sicurezza dei cittadini.
come applicare il buon senso a questa situazione? rivedendo l'attuale legislazione in senso più restrittivo, imponendo ai partiti maggiore trasparenza e prevedendo che ogni voce di spesa debba essere provata, financo quelle di cancelleria.
anche perchè, una volta eliminato, in cosa ne guadagnerebbe lo stato? non si sa, visto che si parla di qualche decina di milioni di euro, che per fare un paragone incide sul bilancio dello stato come un pacchetto di cracker in una famiglia benestante.

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