giovedì 10 novembre 2011

pensierino del giorno-10/11/2011

paulo maiora canamus.
una volta era possibile proporre ricorso straordinario al presidente della repubblica contro alcuni atti della pubblica amministrazione gratuitamente. da agosto costa al cittadino seicento euro. da zero a seicento in un batter d'ali di farfalla.
per i liberi professionisti è ora necesario indicare un indirizzo di posta elettronica certificata: in soldoni, significa pagare una tariffa per poter essere ospitati su alcuni server "riconosciuti" dal governo. altri soldi.
l'iva è aumentata al 21%, la settimana scorsa è stata approvata una nuova tassa di 0,9 centesimi sui carburanti.
ammazza com'è facile essere imprenditori in italia, poi ci si lamenta se la gente scappa all'estero.
il discorso è, dal mio punto di vista, semplice e chiaro: non esistono governi che non abbiano bisogno di ficcare le mani nelle tasche dei cittadini. anche perchè da dove li tirerebbero fuori i soldi? giocano mega-bollette alla snai? impraticabile, dato che al massimo vincono cinquemila euri per volta. un modo intelligente sarebbe azzerare gli sprechi e snellire la burocrazia, ma anche così non si arriva a raccattare le somme necessarie.
allora si gioca la carta del prelievo forzato, e qui apriti cielo perchè da sempre chi impone dazi e gabelle perde consenso. quindi occorre farsi furbi, non lasciare che il cittadino si accorga del manigoldo che lo alleggerisce del portafoglio. allora giù a sbandierare riduzioni delle tasse, proclami da paladini della libertà (ma de che?), idee da pseudo-liberali e...
frena frena frena
riavvolgi il nastro.
tutto questo ha bisogno di una solida controparte. serve una base elettorale che vuole sentirsi dire questo, incapace di rendersi conto della realtà che la circonda e di guardare oltre il proprio naso, insomma il pollo ideale da spennare. per la serie: piuttosto che sentirmi dire di dover pagare preferisco pagare il doppio purchè abbia l'illusione di non farlo. geniale. sii carino mentre mi deturpi l'orifizio anale, mormora parole dolci nel mio orecchio cosicchè io pensi di far l'amore.

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